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Realizzata il: 04/10/2011
Autore: Crossoverboy
Ciao ragazzi e benvenuti su Groovebox.it. Come prima cosa presentateci la formazione della band e da dove venite.
Ciao, i Detroit sono Simo, Gio, Fabry, Mike e Steve.
Tre brianzoli, un bergamasco e un americano trapiantato nell'hinterland di Milano.
Raccontateci un po' di storia della band: chi sono i fondatori ufficiali, quando è nata la band e com'è nata l'idea?
La band si è formata versola fine del 2009, quando tutti eravamo reduci da esperienze più o meno fortunate nel giro hardcore, ma avevamo ancora voglia di suonare, quindi tramite giri di conoscenze ci siamo trovati a provare insieme.
Parlateci un po' del nome della vostra band: come nasce e che significato ha per voi?
Guarda purtroppo la storia che sta dietro alla scelta del nostro nome non è molto eccitante come si potrebbe pensare. Quando è arrivato il momento di scegliere un nome per la band non riusciva a venirci in mente nulla di interessante, fino a quando ci siamo resi conto che il nome della città in cui Steve è nato e cresciuto era più diretto ed originale di tutte le idee che ci erano venute in mente fino a quel momento...
Recentemente è uscito il vostro nuovo album "Escape Artists", recensito anche da noi di Groovebox... Cosa possono aspettarsi gli ascoltatori dalle canzoni? Solito post-hardcore o qualcosa di diverso?
E' abbastanza difficile definire il genere post-hardcore, visto che sotto questa etichetta vengono fatti stare i gruppi più disparati. Se per post-hardcore intendi 5 ragazzi che dopo aver suonato hardcore per anni cercano di buttarsi in qualcosa di diverso ed originale, senza voler essere etichettati sotto qualche genere o categorie, allora diciamo che ci hai preso in pieno.
Come avete scelto il titolo dell’album?
“Scappati di casa” su google translate.
Di cosa parlano i testi e chi è il songrwiter principale?
No politica, no sociale, no vegan o carnivoro. Si parla di quello che ci prende nel momento in cui si scrive.
Come in tutte le sale prova arriva l’idea di qualcuno e si sviluppa. Fabri è il nostro Mozart.
La vostra copertina ricorda molto lo stile sportivo americano con il classico ragazzino che va in giro con la maglia della sua squadra di baseball preferita. Come mai avete scelto un ragazzo con la maglia dei Boston Red Sox e non dei Detroit Tigers?
La foto in realtà non ha un legame voluto con lo sport made in USA. Tutto il booklet del disco è stato creato con le foto di un documentario che la nostra carissima amica Arianna Arcara (cesuralab.com) ha scattato nei quartieri più popolari di Detroit.
E' rimasta per un mese a contatto diretto con le persone di queste zone per poter toccare con mano cos'abbia voluto dire la crisi economico/sociale che questa città ha vissuto negli ultimi anni e quali sono state le conseguenze sulle classi più svantaggiate.
Ora parliamo della vostra discografia e carriera: qual è stata la prima cosa in assoluto che avete mai registrato, cosa avete inciso fino adoggi e quante esperienze dal vivo avete avuto?
Abbiamo inciso un 7" split con i Ghost Story, uscito per Mahogany / Refoundation / Raining ed appunto il full-length "Escape Artists" su Wynona.
Qual è finora il momento più bello e/o importante da quando siete una band?
Sicuramente il tour in Austria, Germania e Polonia della scorsa estate non ce lo scorderemo facilmente. Avevamo già tutti alle spalle tour di diversi giorni con i nostri gruppi precedenti ma è stata comunque un'esperienza indimenticabile (le ragazze polacche di certo non ce le scorderemo facilmente..)
Anche il concerto con i Get Up Kids al Carroponte di Sesto è stato figo, forse perchè alcuni di noi sono cresciuti ascoltando quel gruppo, o forse perchè abbiamo spaccato più di loro ma vabè..
Parliamo di concerti: avete già fissato un tour di supporto per questo nuovo album? Volete ricordarci qualche data?
Purtroppo il disco è uscito in un momento di grossi cambiamenti (personali, famigliari e di lavoro) nelle nostre vite e non siamo riusciti perciò a suonare in giro tanto quanto avremmo voluto e non abbiamo organizzato un verio e proprio tour promozionale. In ogni caso oltre a diverse date “casalinghe”, abbiamo suonato a Vicenza e Pescara, e suoneremo a Palermo e ad Hannover con Millencolin. Tenete in ogni caso d'occhio il nostro sito perchè le date estive saltano fuori come funghi.
Quanti concerti avete alle spalle?
Contano anche quelli davanti allo specchio con la cassetta degli AC/DC appalla?
Una cinquantina.
Meglio suonare in Italia o all'estero?
Estero tutta la vita. Per farvi capire la differenza: l'anno scorso abbiamo suonato ad un festival nel Tirolo austriaco, con gruppi più o meno da tutta Europa e America. Avevamo a disposizione un backstage con bere e cibo praticamente illimitati, possibilità di mangiare e bere a tutti gli stand e per finire nottata in albergo. Vuoi mettere con quei concerti Italiani dove ti devi pagare da mangiare e vieni guardato male se chiedi una birra?
Un vostro parere sulla scena italiana e suggerimenti per accrescere il movimento underground sempre più affollato; inoltre vorremmo che ci indicaste quali sono secondo voi i migliori gruppi italiani del momento.
Mah, la scena underground è sicuramente affollata ma la qualità è assai difficile da trovare, cadiamo troppo spesso nel tentativo di scimmiottare le nuove mode provenienti da oltreoceano. Il miglior gruppo italiano?? Gli 883, dei quali reclamiamo da anni la reunion!
Meglio uscire per un'etichetta discografica (che sìa major o indie) o lasciare l'intera gestione della band in stile D.I.Y. e perchè?
Un insieme delle due cose! Sicuramente per avere una grossa visibilità e possibilità di far girare il proprio nome a certi livelli è necessario affidarsi ad un management o ad un etichetta competente, il rischio è però quello di perdere un po' la presa sulle decisioni del gruppo e non avere la possibilità di scegliere in completa autonomia. Un insieme dell due cose è l'ideale, anche se non è facile.
Quanto conta secondo voi il look di una band al giorno d'oggi? Voi avete un vostro “dress code” oppure salite sul palco come capita?
Per noi purtroppo conta 0, visto che spesso ci accorgiamo di essere vestiti uguali prima di salire sul palco, con maglie degli stessi gruppi o stessi shorts NBA. Il look può essere un surplus per alcuni gruppi, ma se alla base non c'è una qualità musicale rischi di essere ricordato più per i vestiti che per la musica.
Quanto vi hanno aiutato i social network come Myspace, Facebook, Twitter a farvi conoscere e quanto in generale questi strumenti possono aiutare un gruppo a farsi conoscere rischiando però di cadere nella marea di band emergenti che forse abusano di questi mezzi? A tal proposito, quali sono i vostri contatti sui social network?
I social network sono come la droga, meglio usarla con la testa altrimenti ti bruci.
Da qui si arriva a tutto detroitdotcom.com
Ora ditemi un produttore con il quale vi piacerebbe lavorare ed un artista/gruppo/Dj con il quale realizzare una canzone o un remix.
Su "Escape Artists" troverete già un remix di un nostro pezzo fatto da Joao Ceser dei The Snipplers, mitico duo elettronico che anima le serate dei club della Brianza ed in giro per l'Italia. L'abbiamo messo proprio perchè non ci interessa far parte di un sotto genere musicale definito e l'elettronica fa anche parte del background musicale di alcuni di noi.
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The Chariot
Ultima cosa: lasciate un breve messaggio di saluto che possa anche convincere le persone ad ascoltarvi.
tu.tu.tu.tu.tu.tu.tu.tu.tu.tu.tu.tu.tu.tu.tu.tu.tu.