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MARLA SINGER
Realizzata il: 10/01/2011
Autore: Tempo
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Settimanale alla scoperta delle migliori realtà musicali italiane in ambito rock e metal. Questa settimana ospiti i MARLA SINGER.

Ciao ragazzi e benvenuti su Groovebox.it. Come prima cosa presentateci la formazione della band e da dove venite.
i MARLA SINGER vengono da Siena e sono FRANCESCO GUASCONI alla voce, COSIMO "ZANNA" ZANNELLI alle chitarre e ai cori, ALESSANDRO GUASCONI al basso, MARCO GAMMAROTA alla batteria e alle percussioni, EMILIO "MILLO" SAPIA alle tastiere e all'elettronica


Raccontateci un po' di storia della band: chi sono i fondatori ufficiali, quando è nata la band e com'è nata l'idea?
Il nucleo della band era formato da Francesco, Alessandro, Marco ed Emilio già negli anni '90. Nel 2002 è arrivato Cosimo completando l'attuale line-up.
Qualche prova,i primi pezzi arrangiati,le prime composizioni inedite e la prima uscita live come MARLA SINGER a Giugno 2002.


Parlateci un pò del nome della vostra band: come nasce e che significato ha per voi?
Il nome MARLA SINGER è ispirato all'omonimo personaggio del romanzo/film Fight Club, ci affascinava tanto il suono (e l'ambivalenza della parola/cognome Singer) che la natura del personaggio di Marla... In particolare questa sua incapacità di collocarsi ci sembra un clichè tipico dell'idrovora società contemporanea.


Descriveteci il vostro sound e a quali gruppi e generi vi ispirate maggiormente. Tralasciando il solito discorso "non ci piace essere catalogati in un genere preciso", in quale movimento/genere vi collochereste?
Siamo un gruppo rock con attitudine al crossover, inteso come il non porsi limiti rispetto al possibile utilizzo di elementi presi da stili musicali diversi... In particolare tendiamo, per adesso, ad utilizzare prettamente l'elettronica in questo senso. Siamo influenzati da un sacco di artisti: Beatles, Led Zeppelin, The Police, Rage Against The machine, Jeff Buckley, A Perfect Circle, Alice in Chains, Unkle, Depeche Mode sono i primi che ci vengono in mente.


Presentatevi a chi non vi conosce: come descrivereste la vostra ultima release e cosa possono aspettarsi gli ascoltatori dalle vostre canzoni?
TEMPI DI CRISI è un disco rock in senso piuttosto 'classico', nato in seguito alla volontà di scrivere buone canzoni, senza velleità di rinnovare chissà che cosa... Abbiamo cercato di fare cose belle (almeno per noi) piuttosto che pretendere cose "nuove". Ci auguriamo pertanto che i nostri ascoltatori trovino qualcosa di bello, di piacevole nella nostra musica.


Ora parliamo della vostra carriera: cosa avete inciso fino ad oggi e quante esperienze dal vivo avete avuto?
Abbiamo realizzato 2 album: MARLA SINGER (2004) e TEMPI DI CRISI (2010).
La lunga parentesi fra i due è dovuta a varie cause fra cui la fine del rapporto di collaborazione con la nostra prima etichetta/booking/management e le parentesi di lavoro parallele (Alessandro Guasconi ha prodotto il cantautore Emanuele Dabbono, Cosimo "Zanna" Zannelli ha suonato chitarra/cori negli ultimi 3 tour solisti di Piero Pelù). Dal vivo ricordiamo con molto piacere l'apertura per i Cure al Neapolis Festival 2004, la partecipazione al Flippaut Festival 2005 (con Audioslave, Prodigy e Slipknot fra gli altri). Attualmente stiamo tenendo alcuni show nei club italiani.


Qual è la vostra canzone di cui andate più fieri?
Tutte quante.


Se, fantasticando, poteste scegliere un producer con il quale incidere un nuovo album, chi scegliereste?
Stando con i piedi per terra siamo ben felici di lavorare con Luca "Penna" Pernici, produttore di entrambi i dischi dei Marla Singer (TEMPI DI CRISI è stato co-prodotto da Alessandro Guasconi, bassista della band). Fantasticando diremmo Andy Wallace.


E con quale musicista/gruppo realizzereste invece un pezzo assieme?
È già successo in TEMPI DI CRISI di collaborare a fondo con un amico ed ottimo musicista, Andrea Zanichelli (autore e voce de IL NUCLEO), fantasticando sarebbero tanti, troppi...


Qual è finora il momento più bello e/o importante da quando siete una band? Magari un concerto speciale o l'apparizione su qualche compilation, la vittoria in qualche concorso, qualche risultato insperato...
Fortunatamente ce ne sono stati alcuni: la vittoria a Sanremo Rock 2003 che ha aperto la strada al nostro primo album/tour, i concerti di cui abbiamo già detto, la recente (e totalmente inaspettata) permanenza per due settimane al n.1 di una delle più importanti rock chart italiane della nostra cover di Eleanor Rigby dei BEATLES, presente su TEMPI DI CRISI.


Chi è il principale compositore della band? Usate qualche metodo per assemblare tutte le idee che vi passano per la testa?
Componiamo tutti insieme e spesso usiamo la jam come situazione di partenza. Tendiamo a scrivere prima le musiche che i testi/melodie vocali ma ultimamente stiamo sperimentando anche il procedimento inverso, partendo da provini voce e chitarra o veloci preproduzioni al pc di casa.


Parlateci un pò dei vostri testi: chi è il songwriter principale e quali sono gli argomenti che preferite trattare? E poi, meglio la lingua inglese o italiana?
Sui testi ci sentiamo un passo indietro rispetto alla musica; quello dei testi è il terreno su cui abbiamo cercato di lavorare di più nel passaggio dal primo al secondo disco. Importante è stato l'apporto di Andrea Zanichelli in questo album. Francesco è il principale autore delle liriche sulle quali lavorano anche Cosimo ed ogni tanto Alesaandro. L'inglese è la lingua del rock,c'è poco da fare. Ma l'italiano, per una band italiana, ha tutto il fascino della ricca scuola dei cantautori. Trattiamo contenuti intimisti ed etici alo stesso tempo, con un occhio teso a ciò che non ci piace di questa società ma anche a ciò che c'è di bello.


Quant'è importante per voi l'attività live di una band e quant'è determinante secondo voi la presenza scenica e perchè?
Sono tutti fattori che fanno parte dell'essere una rock band. Suonare dal vivo è probabilmente l'espressione più vera e divertente del fare musica, il modo in cui ti proponi è legato al messaggio che vuoi dare ed a ciò che sei... La presenza scenica è importante in questo senso a nostro giudizio.


Cosa possono aspettarsi i ragazzi che vengono ad assistere ad un vostro show?
Musica, condivisione, comunicazione, intimità, energia, festa e divertimento.


Un vostro parere sulla scena italiana e suggerimenti per accrescere il movimento underground sempre più affollato; inoltre vorremmo che ci indicaste quali sono secondo voi i migliori gruppi italiani del momento.
La scena italiana è piena di musicisti in gamba, sia a livello di idee che di capacità esecutive. Non è un caso che molti strumentisti/turnisti top a livello mondiale siano di origini italiane. Intorno c'è un atteggiamento un po' discutibile e la tendenza ad esasperare le dicotomie fra mainstream ed indie. Come se in mezzo non ci fosse nulla... Forse sarebbe meglio usare più l'orecchio e meno certi luoghi comuni che sembrano mutuati dal bipolarismo politico... Non si fanno nomi perché bravi che meriterebbero menzione ce ne sono un'infinità e perché si rispetta il lavoro di tutti aldilà della soggettività del gusto. L'onestà intellettuale e l'impegno sono sufficienti a dare del bravo ad un artista, l'originalità dei contenuti e l'efficacia del messaggio sono quei valori aggiunti che pochi riescono ad avere.


Meglio uscire per un etichetta discografica (che sìa major o indie) o lasciare l'intera gestione della band in stile D.I.Y. e perchè?
Noi, dopo un'esperienza del primo tipo, abbiamo scelto la strada del Do It Yourself in quanto negli anni abbiamo sviluppato attitudini verso alcune competenze collaterali al nostro lavoro (produzione audio, produzione video, fotografia, comunicazione). Una strada decisamente difficile e faticosa ma anche gratificante ed oggigiorno probabilmente molto più agile e conveniente sia a livello organizzativo che economico.


Quanto conta secondo voi il look di una band al giorno d'oggi? Voi badate molto ai "costumi" o salite sul palco in stile "acqua e sapone"?
Noi saliamo sul palco come siamo perchè vogliamo dare quello alla gente... Ci piace avere un atteggiamento amichevole con il pubblico, tendiamo ad essere iconoclasti verso noi stessi perchè è la musica la prima cosa che ci interessa..E ci interessa presentarci come musicisti più che come personaggi.


Quanto secondo voi possono aiutare i social network come Myspace, Facebook, Twitter a far conoscere una band?
Moltissimo... Grande penetrazione a costo zero e possibilità di esprimersi attraverso un modo molto friendly di comunicare... Su misura per noi.


Prima abbiamo parlato dei gruppi ai quali vi ispirate di più per il genere che fate. Ora invece vorrei parlare dei gruppi che vi hanno cambiato la vita. Quali sono i vostri gruppi preferiti?
The Beatles, Rage Against The machine, The Police, Led Zeppelin son quelli che restano. In più tantissimi altri che vanno e vengono.


A livello di musicisti, qual è il vostro sogno nel cassetto? Magari partecipare ad un festival in particolare, suonare di supporto ad un determinato gruppo, vendere un certo numero di album...
Il nostro sogno nel cassetto è continuare a  fare musica fino a 100 anni, il che vorrà dire che le cose sono andate bene e che abbiamo vissuto a lungo :-)
Sarebbe indubbiamente bello fare un tour all'estero prima o poi.


Album (o gruppo) straniero da consigliare ad un amico
Il consiglio che diamo è di andare a scoprire la musica che vi interessa... La rete lo permette in mille modi oggi!


Album (o gruppo) italiano da consigliare ad un amico
Stesso discorso di prima


Album (o gruppo) sul quale avresti voluto suonare
The Beatles - da Rubber Soul in poi anche un solo secondo


Ultimo album (o gruppo) ascoltato
Verdena nuovo singolo


Ultima cosa: lasciate un breve messaggio di saluto che possa anche convincere le persone ad ascoltarvi.
La musica è vita, passione, divertimento, condivisione, comunicazione, partecipazione, cuore, anima, cervello e chissà quant'altro. Ricordiamolo e ricordatelo sempre a quella parte di mondo che sembra non avere orecchi... Ascoltate quel che cazzo vi pare e noi saremo felici indipendentemente dal fatto di farne parte o meno. Buona vita a tutti!


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