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Realizzata il: 14/02/2011
Autore: Tempo
Ciao ragazzi e benvenuti su Groovebox.it. Come prima cosa presentateci la formazione della band e da dove venite.
Siamo in quattro: Marco Bugatti alla voce e, a volte, chitarra ritmica, Giuseppe Magnelli alla chitarra solista, Davide Borin al basso, Andrea Caristo alla batteria. Veniamo da Milano.
Raccontateci un po' di storia della band: chi sono i fondatori ufficiali, quando è nata la band e com'è nata l'idea?
La band nasce da una nostra comune passione per il rock alternativo e si può dire che i primi due membri costituenti dei Grenouille siamo stati io e Giuseppe. Ci siamo sempre divertiti molto a suonare assieme, sulla scia di una nostra personale concezione della musica che ci accomuna e dalla fine del liceo, abbiamo sempre accarezzato l'idea di mettere in piedi una band per suonare la musica che ci piace. Dopo parecchi anni e vari tentativi, si sono aggiunti a noi Davide e Andrea (gli unici abbastanza fulminati da poterci sopportare) e il nucleo attuale risale al 2008
Parlateci un po' del nome della vostra band: come nasce e che significato ha per voi?
Per comprendere il significato del nome "Grenouille" bisognerebbe conoscere il personaggio del libro "Il Profumo" di Suskind, ovvero J.B. Grenouille (ribadisco, il libro, non il film) al quale Cobain si ispirò per scrivere una canzone di "In Utero". Per noi significa genio e sregolatezza, ossessione nell'arte, la figura dell'artista maledetto, figlio di nessuno, esiliato dalla realtà. Portare avanti una convinzione fino all'autodistruzione del proprio io, ricostruito nell'ottica dell'arte. Speriamo solo di non fare la sua stessa fine, anche se l'eventualità è sempre stata messa in conto.
Descriveteci il vostro sound e a quali gruppi e generi vi ispirate maggiormente. Tralasciando il solito discorso "non ci piace essere catalogati in un genere preciso", in quale movimento/genere vi collochereste?
Non siamo proprio il tipo di band che si nasconde dietro una finta originalità. Pensiamo di poter avere una nostra forte personalità anche ispirandoci apertamente alla musica che più ci ha emozionato nella nostra vita. Il nostro genere è il Rock Alternativo, il Grunge, se preferite, (anche se negli ultimi anni pare sia una parola che non si possa più pronunciare) e i gruppi a cui il nostro sound si ispira sono Nirvana, Pearl Jam, Melvins, Alice in Chains, Pixies, Stone Temple Pilots, Queens of the Stone Age. Purtroppo in Italia movimenti non ne esistono più, ci piacerebbe crearne uno.
Presentatevi a chi non vi conosce: come descrivereste il vostro ultimo lavoro e cosa possono aspettarsi gli ascoltatori dalle vostre canzoni?
Il nostro ultimo lavoro è un EP di 4 pezzi che si intitola "In Italia non si puo' fare la rivoluzione". Io lo descriverei come un esperimento. Dal primo disco "Saltando dentro al fuoco" i nostri ascoltatori possono aspettarsi rabbia post adolescenziale, scure sonorità blues mischiate a un desiderio di reazione. Questo Ep è stato invece caratterizzato dalla voglia di sperimentare sonorità più aperte ed emozionali, riuscito solo in parte. Nel secondo disco spero si possa concretizzare questa esigenza nel modo migliore e che più ci rispecchia, senza abbandonare le nostre origini. Non pensate a una svolta radiofonica però, odiamo il 90 per cento della musica che passa in radio, e non abbiamo intenzione di fare quella fine.
Ora parliamo della vostra carriera: cosa avete inciso fino ad oggi e quante esperienze dal vivo avete avuto?
Abbiamo, appunto, registrato un disco di 10 tracce e un Ep di 4. Di esperienze dal vivo ne abbiamo avute molte, che penso si possano riassumere con la più classica delle espressioni: abbiamo fatto la gavetta. Le date di cui serbiamo un ricordo più bello sono probabilmente quella in apertura ai Tre Allegri Ragazzi Morti al Magnolia di Milano, Quella in apertura dei Ministri a Saronno e sicuramente il Miami di due anni fa. Oltre che le prime serate in acustico al Moonshine di via Ravenna.
Qual è la vostra canzone di cui andate più fieri?
Nonostante tutto rimane ancora "Saltando Dentro al Fuoco". Che poi, stranamente, è anche il nostro pezzo più vecchio.
Se, fantasticando, poteste scegliere un producer con il quale incidere un nuovo album, chi scegliereste?
Mah, probabilmnte Davide Toffolo, o Giorgio Canali, o Pierpaolo Capovilla.
E con quale musicista/gruppo realizzereste invece un pezzo assieme?
Abbiamo un'idea che stiamo cercando di realizzare assieme agli Io?Drama. Loro sono il gruppo che più ci rispecchia per concezione di musica e affinità spirituale, nonostante veniamo da generi quasi completamente diversi, il che non puo' essere che profondamente stimolante
Qual è finora il momento più bello e/o importante da quando siete una band?
Ogni volta che arriviamo in sala prove con un'idea e nell'arco di venti minuti riusciamo a risolverla in un pezzo emozionante. Il che non capita spesso, ma quando capita, rimane comunque il momento più bello in assoluto di fare musica.
Chi è il principale compositore della band? Usate qualche metodo per assemblare tutte le idee che vi passano per la testa?
I principali compositori siamo io e Giuseppe. Utlimamente lui mi passa dei file tramite internet, che io salvo sul mio Pc. Quando mi sento nel mood giusto, solitamente mi faccio una canna e comincio a provare a cantarci sopra delle idee che mi sembrano rappresentative di cio' che sto vivendo o di come mi sento in quel determinato periodo. Altre volte si trovano in studio loro e cominciano ad arrangiare dei giri di chitarra, che poi mi registrano e sui quali mi danno carta bianca, per cui posso montarli come voglio, creare una struttura funzionale a quello che voglio raccontare.
Parlateci un po' dei vostri testi: chi è il songwriter principale e quali sono gli argomenti che preferite trattare? E poi, meglio la lingua inglese o italiana?
Meglio, (anzi d'obbligo) la lingua italiana. I testi sono una mia prerogativa e i ragazzi mi danno piena fiducia per quanto riguarda quello che voglio raccontare. Ovviamente ci conosciamo tutti e abbiamo una concezione di vita per certi versi comune e una grossa passione per la musica e il messaggio nelle nostre canzoni rimane una delle prerogative fondamentali. A me piace la musica che racconta di cose vere, reali, concrete, sia che si stia parlando di sentimenti sia che si parli di sociale. Abbiamo una poetica intimista e metropolitana e sicuramente sfacciata e provocatoria. Io penso che non avere rispetto per nessuno voglia dire avere profondo rispetto per tutti, e la cosa si traduce sicuramente nel mio modo di scrivere. E penso che toccare i sentimenti di chi ti ascolta parlando di cose reali, vere, legate alla propria realta (anche nazionale) voglia dire non prendere in giro chi ti ascolta. C'è già troppa gente che tende a dipingere realtà fasulle per il proprio tornaconto personale, (la più brava a fare questo ci governa da 15 anni) molto meglio raccontare la realtà. Ogni punto di vista è legittimo, noi lo facciamo dal nostro.
Quant'è importante per voi l'attività live di una band e quant'è determinante secondo voi la presenza scenica e perchè?
L'attività live per una band è fondamentale, nonchè la sua unica fonte reale di sostentamento. La presenza scenica è importante ma deve essere contestualizzata nell'ottica espressiva. In poche parole, se vuoi dare un messaggio, qualsiasi esso sia, con la musica, perchè non darlo anche con il corpo, con l'esibizione live. E' un'opportunità in più che le band non devono lasciarsi sfuggire. In più i Live sono l'unica cosa che puo' ancora stimolare gli amanti della musica. L'epoca del supporto fisico è andata morendo piano piano, dalla scomparsa dei vinili, alla possibilità di scaricarsi la musica o semplicemente ascoltarsela su youtube, cosa che faccio io per primo e che ritengo giusta. Ma l'emozione di un concetro è unica, insostituibile, nonchè uno stimolo fondamentale per non restare chiusi in casa davanti a tv, computer, videogame, o chiudersi nei privè dei locali e farsi scippare l'esistenza.
Cosa possono aspettarsi i ragazzi che vengono ad assistere ad un vostro show?
Un bello show di Rock and Roll, sincero a tratti irriverente e, spero, emozionante
Un vostro parere sulla scena italiana e suggerimenti per accrescere il movimento underground sempre più affollato; inoltre vorremmo che ci indicaste quali sono secondo voi i migliori gruppi italiani del momento.
Il movimento underground deve smettere di parlarsi addosso e di ragionare come il Mainstream. Deve avere dei valori diversi, mentre molto spesso chi fa musica nell'Undergound lo fa al solo scopo di diventare, un giorno, come Emi e Universal. Il che, oltre che impossibile è anche ridicolo. Sono importanti gli eventi come Miami che promuovono realtà particolari e molto personali, nonchè favoriscono lo scambio fra gruppi e realtà diverse, ma dove la protagonista assoluta rimane comunque la musica. I migliori gruppi del momento sono sicuramente Io?Drama, Pan del Diavolo, Ministri, Giorgio Canali e Rossofuoco, Tre Allegri Ragazzi Morti.
Meglio uscire per un etichetta discografica (che sìa major o indie) o lasciare l'intera gestione della band in stile D.I.Y. e perchè?
Mi risulta molto difficile la risposta a questa domanda perchè le variabili da tenere in considerazione sono davvero troppe. In primo luogo dipende dall'etichetta, dalla posizione della Band all'interno della scena musicale e dagli accordi che si vanno poi a instaurare tra etichetta e gruppo. Sicuramente mi sento di dire una cosa: con internet un gruppo (se ha voglia di capire certe logiche) ha la possibilità di autogestirsi, cosa che una volta non avrebbe assolutamente potuto fare. Per cui, perchè non provarci? Evitando così l'altissimo rischio di ricatti e di venire affossati da qualche professionista del raggiro.
Quanto conta secondo voi il look di una band al giorno d'oggi? Voi badate molto ai "costumi" o salite sul palco in stile "acqua e sapone"?
Ti rispondo come ti ho risposto alla domanda sui live. Tutto secondo me deve essere finalizzato al messaggio che il gruppo vuole dare. Io, personalmente, salgo sul palco vestito allo stesso modo in cui vado al lavoro durante la settimana, ma questo è perchè credo nell'arte come stile di vita. Ma è una mia idea molto personale.
Quanto secondo voi possono aiutare i social network come Myspace, Facebook, Twitter a far conoscere una band?
Io ho sempre creduto nella rete come un media molto democratico. I social Network hanno il vantaggio di essere interattivi, e cioè di poter essere usati nel modo che chiunque ritiene essere il migliore. Per questo, se hai l'esigenza di esprimerti, con i Social Network puoi trovare il modo di farlo. Lo potevi fare anche negli anni 70 quando le frequenze radio potevano essere occupate da radio libere e autogestite, ma poi, come succede sempre, tutto è stato comprato e lottizzato a favore di chi ha i soldi e il cui unico scopo è quello di farne sempre di più. E il modo migliore per fare i soldi è quello di appiattire la realtà, crearne una versione sterile, facilmente riproducibile all'infinito e vendibile alla maggior parte della gente. Utilizziamo i Social Network per promuovere le nostre diversità, prima che succeda la stessa cosa, un giorno potremmo rimpiangerli.
Prima abbiamo parlato dei gruppi ai quali vi ispirate di più per il genere che fate. Ora invece vorrei parlare dei gruppi che vi hanno cambiato la vita. Quali sono i vostri gruppi preferiti?
Mi prendo la responsabilità di rispondere per tutti: Radiohead, Clash, Sex Pistols, Silverchair, Verdena, Il Teatro degli Orrori. Io personalmente aggiungo anche Enzo Jannacci.
A livello di musicisti, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Riuscire a vivere della nostra musica.
Album (o gruppo) straniero da consigliare ad un amico
"Yield" dei Pearl Jam (o anche "Backspacer")
Album (o gruppo) italiano da consigliare ad un amico
"Il Male" degli Albedo
Album (o gruppo) in cui avresti voluto suonare
"Psychorsonica" dei Ritmo Tribale
Ultimo album (o gruppo) ascoltato
"Quorum" di Fabri Fibra
Ultima cosa: lasciate un breve messaggio di saluto che possa anche convincere le persone ad ascoltarvi.
Non ascoltateci. Facciamo troppo cagare.