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Realizzata il: 25/01/2011
Autore: Rudi Differentdirections
I 36 Crazyfists vengono dall’Alaska ma al contrario del loro luogo d’orgine sono tutt’altro che freddi. Un disponibilissimo Brock Lidow ci invita a sederci ad un tavolo del Rock Planet con lui mentre gli altri sono impegnati a finire la cena. Questo è uno spaccato di una gustosissima e lunghissima chiacchierata con il singer dei 36 pugnipazzi.
GROOVEBOX: Ciao Brock, prima di tutto come va?
BROCK LIDOW (voce): Hey, tutto bene amico. Non potrebbe andare meglio, oggi suoniamo in Italia, cosa potrei chiedere di meglio??(risate)
GB: Come sta andando questo tour con i DevilDriver?
BL: Ohh alla grande davvero. Sono rimasti solo otto shows prima di chiudere tutto il tour, ci stiamo divertendo tantissimo e i ragazzi dei DevilDriver sono degli ottimi amici.
GB: L’ultima volta che avete suonato in Italia è stato al Gods of Metal, come vi siete trovati in quel contesto?
BL: Si si abbiamo suonato al GOM, era uno dei festival estivi che dovevamo fare, era nella lista abbiamo suonato ed è andato tutto bene, che ti posso dire... eravamo la band di apertura e ci siamo esibiti se non ricordo male al mattino, ma tutto sommato c’era già un sacco di gente a vederci, non so quanti di quei ragazzi ci avevano già sentito prima ma dai alla fine è andata. (ride)
GB: Parlando sempre di festival, di solito preferite esibirvi in grossi festival o in piccoli club come questo di stasera?
BL: Senza pensarci un attimo ti dico subito piccoli club come quello di stasera assolutamente amico, non c’è proprio paragone. Indubbiamente!
GB: Che effetto fa venire dall’Alaska e sentire i kids italiani che cantano le vostre canzoni e conoscono i testi a memoria?
BL: Ohh è davvero bellissimo, incredibile direi, specialmente per un paese dove la lingua principale non è l’inglese. Sai ogni volta che siamo in Europa e facciamo concerti qui mi da sempre una sensazione forte sentire la gente che canta con noi e conosce i nostri testi, veniamo veramente da molto lontano e tutto è davvero stupendo, è assolutamente fantastico come i nostri fan sparsi nel mondo ci supportano.
GB: Avete suonato parecchie volte qui da noi, c’è uno show che ricordate in particolare?
BL: Mmmm fammi pensare…. qualche anno fa siamo stati in giro con Bleeding Through e Throwdown abbiamo fatto due shows in Italia, uno proprio qui dove siamo stasera e uno a Milano e lasciamelo dire, lo show di Milano è stato molto bello e veramente grande! Lo ricordo con particolare piacere, poi mi piace vedere le grandi città, le metropoli di ogni paese dove andiamo a suonare e Milano come città mi piace tantissimo. Domani poi amico siamo a Roma, non sono mai stato li quindi sono davvero eccitato per questa cosa. (ride)
GB: Beh allora buon divertimento per domani Brock! Ho preso proprio qualche giorno fa il vostro nuovo album ed è già in heavy rotation nel mio iPod, mi sembra molto buono, cosa potete dirmi a tal proposito?
BL: Beh secondo me è uno dei migliori che abbiamo scritto, sicuramente è uno dei più pesanti e aggressivi che abbiamo fatto senza dubbio. In passato nei nostri lavori c’erano delle canzoni davvero pesanti, ma questo qui è quasi tutto pesante, aggressivo e veloce. Ci sono delle parti più dark, oscure se vogliamo chiamarle così e delle parti leggermente più metal rispetto a quello che facevamo di solito. Ricordo che quando abbiamo finito il disco e avevamo tutto il materiale tra le mani finito e pronto per essere stampato eravamo molto felici di aver scritto un album molto più heavy di tutti gli altri precedenti. Non credo sicuramente che sia un album unico nel suo genere o chissà cos’altro, ma posso dirti con sicurezza che questo lavoro è pieno di canzoni che possiamo suonare dal vivo e devo dirti la verità: adoro suonarle tutte dal vivo, ogni canzone di questo disco mi piace da morire amico!! E' fottutamente heavy!
GB: Ok. perfetto alla grande!! Cosa è cambiato dal vostro precedente lavoro, se è cambiato qualcosa?
BL: Non credo sia cambiato molto, sicuramente qualcosa cambia sempre un po’ dal precedente lavoro, di certo non vogliamo ripeterci ogni volta e fare un disco di cover del lavoro precedente, questo è sicuro. Credo che qualcosa sia cambiato nel modo di scrivere da questo lavoro decisamente, i due precedenti album erano più incentrati su delle vittorie attraverso delle battaglie su delle canzoni tutte da cantare a pugno alzato, più potenti diciamo. Canzoni che i ragazzi potevano aiutarmi a cantare mi capisci? Non credo che riuscirò più a scrivere canzoni come quelle. Di questo disco possiamo dire che mi sono fermato e ho guardato indietro, ho ripensato alla mia vita passata e ho guardato alla condizione e alla natura dell’uomo, forse è per questo che risulta più dark e oscuro di tutti gli altri.
GB: La produzione è stata affidata per la seconda volta a Steve, il vostro chitarrista, aiutato per il mix finale da Andy Sneap. Vi piace fare le cose in casa non è vero?
BL: credo che la ragione per cui abbiamo continuato a lavorare ed affidare il tutto a Steve è perché fin dagli albori dei 36 Crazyfists, dagli inizi, era sempre molto coinvolto e sapeva di cosa la band aveva bisogno. Molti magari penseranno che è facile lavorare con un membro della propria band come produttore, ma posso assicurarvi che non è così, lui lavora veramente duro e cazzo... mi stava veramente addosso quando registravo le parti vocali (ride), poi credo che sia un vero talento naturale come produttore e nessuno conosce la band meglio di lui, riesce ad unire la band, una volta che siamo in studio diventiamo come una squadra ben affiatata ed ognuno di noi fa la sua parte, penso che alla fine non serva a molto magari chiamare un produttore di grossa fama che arriva e snatura la band o ancor peggio la fa suonare in modo diverso da come vorrebbe suonare. Non ci consideriamo una band mainstream, al contrario siamo una band underground e di certo non vogliamo fare hit che scalano le classifiche o album che passano costantemente in radio, non siamo veramente i tipi. Siamo arrivati dove siamo solo grazie ai nostri fan e credo che il miglior modo di ripagarli sia quello di far uscire un nuovo lavoro, un lavoro che sia veramente nostro fino in fondo, questa è la ragione perché abbiamo scelto ancora una volta Steve.
GB: Seconda uscita con Ferret negli US e ritorno su Roadrunner per quanto riguarda l’Europa... che mi dite?
BL: Siamo veramente contenti di essere tornati su Roadrunner per quanto riguarda la distribuzione mondiale eccetto gli US, perché credo che sia una delle etichette migliori che si possa avere e perché quei ragazzi sono davvero fantastici. Non potevamo chiedere di meglio. Per quanto riguarda Ferret, beh amico che ti posso dire, siamo amici da molto tempo con loro, sono delle persone adorabili, i proprietari fondatori dell’etichetta lavorano loro stessi negli uffici, si respira un clima familiare ti senti davvero a casa quando passi del tempo con loro, posso dire che è molto di più di un'amicizia, siamo come a casa.
GB: Hai dichiarato che il nuovo disco è sulla tua vita e sulla vita di tutti noi. Puoi dirci qualcosa di più riguardo ai testi?
BL: Sì riguarda la mia vita, delle situazioni che ho vissuto in passato, parla del fermarsi un attimo e cercare di capire cosa si è vissuto e di guardare al passato per imparare qualcosa. Credo che ognuno di noi nella vita prima o poi dovrà fare questa cosa o avrà un momento per ripensare al passato. Vedi ho passato dei momenti veramente brutti in passato, quando avevo 20 anni per esempio e avevamo da poco firmato per una major ho iniziato a fare uso di cocaina e ad abusarne a volte... lo so è sbagliato, ma erano dei bei tempi per noi, eravamo giovani ci divertivamo un sacco. Ma ad un certo punto quello stile di vita ci stava uccidendo. Ora guardando indietro a quel periodo non mi sento molto fiero di quello che ho fatto, ma ormai è andata e credo di non avere nessun rimpianto e non mi pento di niente per tutto quello che è successo a quei tempi. Ho capito che è ora di stare lontano da quelle cose, ma posso dirti che è stato un gran periodo di crescita per me. Ci sono molte altre cose fighe da fare a questo mondo che buttar via la vita in quel modo, fidati!
Vedi, oltre che ai problemi con le droghe avevo anche problemi di alcool e di gioco d’azzardo, dovevo dei soldi a della gente e pensa che alcune volte non riuscivo neanche a portare fuori a cena la mia ragazza, faceva davvero schifo tutto questo; allora mi sono fermato e ho pensato molto a tutto e mi sono detto: Nooo amico ma che cazzo stai facendo?! Non è questo il modo di vivere, non voglio più fare questo genere di cose, non voglio una vita così!
Sono stato un idiota!! Beh da quel momento sono cambiato, sono diventato una persona totalmente differente. Eccomi qua, mi sono assunto tutte le mie responsabilità e andiamo avanti. Sì, più o meno è di questo che parlo nei testi di questo album (ride).
GB: Cazzo Brock hai ragione... mai pensato di diventare Straight Edge?
(risate generali)
GB: Con una parola soltanto come definiresti i 36 Crazyfists oggi?
BL: Caaaazzooo è davvero dura amico... Mmmmm direi Grinders... nel senso, dei veri rompipalle ma in modo positivo dico. Tipo delle persone veramente perseveranti in quello che fanno, persistenti direi!! Non abbiamo nessuna intenzione di mollare per nessuna ragione al mondo, il primo dicembre faremo 17 anni come band, è una cosa incredibile, siamo partiti che tutti avevamo intorno ai 18 anni e ora io ne ho 35! Cazzo, è davvero fortissimo!
GB: Il più bel concerto a cui siete stati da fan?
BL: ohh amico, ho visto davvero dei bellissimi show in vita mia ma se devo dirtene uno credo l’ultimo concerto dei Faith No More prima dello sciogliemento!
Cazzo adoro quella band, è davvero incredibile e lo show è stato fantastico! Tutti ballavano, cantavano, era un delirio assoluto! Se invece devo dirti il più memorabile che porterò per sempre nel mio cuore è quello dei Metallica nel 1988: avevo solo 17 anni e li ho capito che dovevo avere una band tutta mia. Decisamente è lo show più significativo della mia vita.
GB: La vostra top five dei dischi preferiti di sempre??
BL: Q"uesta è ancora più difficile... fammi pensare. !Master of Puppets" dei metallica, "King for a Day, Fool for a Lifetime" dei Faith No More, Deftones con "Adrenaline" e sicuramente il mastodontico "A Snow Capped Romance" dei fantastici 36 Crazyfists che occupa decisamente due posizioni fratello. (risate generali).
GB: Ottima top five Brock! Ok ricordate qualcosa del vostro primo concerto come band insieme??
BL: Sì cazzo certamente! Abbiamo suonato in un piccolo bar di Anchorage in Alaska che si chiama Captain Gully, è stato davvero fantastico, avevamo intorno ai 18 anni tutti quanti andavamo alla scuola superiore ancora proprio lì ad Anchorage e mi ricordo che è venuta quasi tutta la scuola a vederci, cazzo eravamo in 300 in quella saletta minuscola, era davvero un casino, è stato mitico!! Ricordo che abbiamo fatto le prove per una settimana intera e il giorno prima dell’esibizione non avevo più voce per via di tutte quelle prove, ma mi sono detto 'chi cazzo se ne frega' amico!!( ride) suoniamo lo stesso. Ho cantato di merda ma cavolo se è stato mitico!! Un delirio assoluto, credo ci sia da qualche parte un video di quella serata, avevo i capelli lunghi durante lo show poi quella sera stessa ci siamo ubriacati e il mattino dopo avevo la testa rasata cazzo!! E mi sono guardato allo specchio dicendomi 'ma dove cazzo sono finiti i miei capelli??? Che cosa abbiamo fatto ieri sera??' (ride) Tipo che le immagini del mattino seguente dovrebbero essere nel dvd (ride). Erano davvero bei tempi.
GB: Come è stato crescere in Alaska? Quando avete deciso di trasferirvi negli Stati uniti?
BL: Vedi una volta finita la scuola superiore ci siamo riuniti e abbiamo deciso di trasferirci tutti quanti in America perché fondamentalmente non c’era molto che potevamo fare - musicalmente parlando in Alaska - abbiamo suonato tipo 6 mesi da quelle parti ma era davvero impossibile, quindi ci siamo trasferiti tutti a Seattle, la città più vicina ad Anchorage. Insomma, avevamo intorno ai 19 anni e li a Seattle non puoi nemmeno entrare nei bar se non hai 21 anni, quindi abbiamo fatto i bagagli di nuovo e ci siamo trasferiti a Portland e abbiamo preso una casa in affitto li: cazzo eravamo in 15 li dentro, non solo noi della band e mi ricordo che facevamo delle gran feste a casa nostra e spesso suonavamo anche li dentro o facevamo suonare altre band! Era davvero un fottuto casino, quindi quando le cose per noi della band si sono fatte più serie abbiamo di nuovo deciso tutti insieme di tornare a Seattle e di stabilirci li. Vedi Seattle negli anni '90 nel periodo in cui l’abbiamo vissuta noi era La Mecca della musica, eravamo in pieno fervore grunge e tutti volevano venire a Seattle e noi invece eravamo già li. Abbiamo deciso di rimanerci dunque, è come una seconda casa ora per me, diciamo che è la mia seconda città dai!
GB: Fortissimo cazzo!!Ok Brock siamo arrivati alla fine, chiudi come meglio credi.
BL: Devo ringraziare di tutto cuore i fans italiani che per tutto questo tempo ci hanno supportato e sono venuti ai nostri show e ci hanno dimostrato sempre un grosso affetto, speriamo di fare qualche data in qualche festival quest’estate, ci vediamo sotto palco ragazzi e "GRAZZI" dal profondo del cuore. Vi vogliamo bene.
THANKS TO HARDCASH MANAGEMENT, BUBBLE AND BROCK LIDOW FOR THE TIME SPENT WITH ME.