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Realizzata il: 23/05/2011
Autore: Tempo
Ciao ragazzi e benvenuti su Groovebox.it. Come prima cosa presentateci la formazione della band e da dove venite.
Hey! Siamo i Within Your Pain: Alex voce, The Hate Basso, Machete Batteria, Die e Zeeo alle chitarre. Proveniamo dalla ridente zona compresa tra Vigevano, Pavia e Milano.
Raccontateci un po' di storia della band: chi sono i fondatori ufficiali, quando è nata la band e com'è nata l'idea?
La band è nata a fine 2007, i primi a organizzare la band sono stati Die e The Hate. La prima vera line-up - verso gennaio 2008 - comprendeva Alex, Machete, Die e The Hate. Dopo pochi mesi è entrato Ale “The Facialiser”. Dopo il primo disco, sono entrato io (Zeeo) in formazione, per sostituire Ale che aveva deciso di non continuare con i Within Your Pain. Per alcuni mesi c’è stato Marco come secondo cantante, ma poi siamo tornati a una voce. Diciamo una formazione abbastanza stabile.
Parlateci un po' del nome della vostra band: come nasce e che significato ha per voi?
Ci sono due versioni, la prima è che sia nato a caso, come quasi tutti i nomi dei gruppi. Piaceva il suono e via. La seconda versione è che sia un verso di una canzone degli Slayer.
E' da poco uscito il vostro nuovo album "Ten Steps Behind", descritto da To React Records "11 brani di una miscela propulsiva di aggressività e intensità, che combina il potente hardcore e il metal più diretto". Vi va' di parlarci un po' più in dettaglio di questo album? Cosa possono aspettarsi gli ascoltatori dalle canzoni?
E’ un album “vero”, ciò che ti danno le 11 tracce ascoltandole lo puoi trovare anche ai nostri concerti dal vivo, non abbiamo mai esagerato nella produzione. Il lavoro grosso è stato a monte, ossia quando in fase di composizione abbiamo cercato di inserire tutto quello che in primis piaceva a noi cinque senza preoccuparci di seguire certi canoni o certe tendenze musicali del momento. Così facendo, è vero che "Ten Steps Behind" si schianta diretto nel filone metal/HC, ma ci puoi trovare un sacco di altre sfumature e influenze che allargano sensibilmente la tipologia di ascoltatore a cui il nostro disco possa piacere.
Cosa significa per voi questo titolo "Ten Steps Behind" e come mai lo avete scelto?
Il titolo è arrivato da sé molto tempo prima di finire il disco, nasce tutto da una storia tanto vera quanto segretissima. Chi deve sapere sa.
Inoltre se ci pensi, il fatto di fare dieci passi all’indietro, non sempre vuol dire desistere dall’affrontare un ostacolo, noi ad esempio ce li prendiamo come rincorsa e l’ostacolo lo abbattiamo direttamente.
Di cosa parlano i testi e chi è il songrwiter principale?
Dei testi se ne occupa Alex e si basano su storie vere ed esperienze personali, descritte a volte con ironia, talvolta con una crudezza devastante. Assieme a lui tanto lavoro è stato fatto da The Hate in fase di scrittura e da Machete come "Motivational Coach" (e avere uno che si chiama Machete che ti sprona a dare di più non deve essere un'esperienza simpatica…). Comunque tutta la band è contenta di quanto ha realizzato Alex.
E invece chi è il compositore principale? Come assemblate le idee che vi vengono in mente?
La composizione dei nostri pezzi è decisamente spontanea e naturale. Capita che uno di noi porti un riff interessante e nel giro di un paio d’ore la struttura del pezzo è già delineata. Viceversa ci sono canzoni che necessitano di molto più tempo, che ti impegnano per diversi giorni, ma quando poi si concludono la soddisfazione generale ti ripaga di tutta la dedizione e dell’impegno. Non c’è a mio parere un compositore principale, chiaramente il pezzo avrà le influenze di chi ha ideato il riff portante, per poi essere completato dalle attitudini musicali degli altri membri.
Ho visto anche la copertina di "Ten Steps Behind" ed è molto affascinante. Ci potreste descrivere il significato di questa copertina e chi l'ha ideata/realizzata?
L’ha realizzata un ragazzo che conosciamo, Nick, che ha fatto un paio di proposte e questa ci ha convinto subito. È una copertina cupa, che può essere interpretata in molti modi. A noi piace pensare che rappresenti la nostra musica, cupa e diretta.
State progettando un nuovo video? Quale sarebbe la canzone che scegliereste e che tipo di video preferireste?
Un video l’abbiamo già girato a febbraio, speriamo sia pronto il più presto possibile. Diciamo che ci sono lavori in corso in sala di regia. Il nuovo video è già in cantiere, probabilmente la canzone protagonista sarà “Sorry But We Are Still Here”, la prima canzone del disco. Per quanto riguarda il girato, trasparirà sicuramente “l’essere”... Per “l’apparire”, per quanto ci riguarda, ci sono gli appositi cassonetti della differenziata.
Ora parliamo della vostra discografia e carriera: qual è stata la prima cosa in assoluto che avete mai registrato, cosa avete inciso fino ad oggi e quante esperienze dal vivo avete avuto?
La prima cosa registrata è stato il promo di “Forever Inferno”, la prima canzone composta dai Within Your Pain. Canzone che ancora oggi suoniamo dal vivo e che è un po’ la nostra “Smoke On The Water”. A fine 2008 è stato registrato il primo disco “A Fate Worse Than Death” uscito per Last Scream Records a marzo 2009. Nel 2010 siamo entrati in studio due volte, all’inizio per l’EP “MMX” uscito a fine estate e a fine anno, abbiamo cominciato le registrazioni di “Ten Steps Behind”, uscito da poco per la To React Records. Tutte le esperienze sono state buone per la band. Siamo abbastanza rapidi in fase di registrazione. Per l’ultimo album e per il promo ci siamo trovati molto bene agli Iron Ape Studio di Vigevano dei nostri amici Apeiron, che hanno fatto un gran lavoro anche in fase di mixaggio del disco. Esperienze live le abbiamo fatte da subito: ad oggi abbiamo girato quasi tutto il nord Italia, Austria e un po’ di Germania. La musica come la nostra va suonata live prima di tutto.
Qual è finora il momento più bello e/o importante da quando siete una band?
Devo dire che di momenti belli ce ne sono stati parecchi, per diversi motivi. Poi la cosa è soggettiva, ma credo che quando in un locale strapieno sperduto in Germania o Austria, alla fine del live il pubblico in coro ti urla “one more song! one more song!” beh, sono belle emozioni e soddisfazioni.
Parliamo di concerti: avete già fissato un tour di supporto per questo nuovo album? Volete ricordarci qualche data?
Il Tour è ben iniziato con le date oltralpe, proseguirà con tante ottime date come Ravenna, Arese, Bellinzona, Vigevano, Gorizia e Milano. Queste ultime due di supporto al Tour dei BoySetFire. Per il resto speriamo di chiudere più date possibili, chiunque ci voglia ci contatti per suonare!
Quanti concerti avete alle spalle?
Con il release party italiano del 10 giugno al Jack Bikers di Vigevano, toccheremo praticamente i 50 live. In tre anni non ci possiamo lamentare, visto che conosciamo le difficoltà che ci sono in Italia per suonare, specialmente per le band underground.
Meglio suonare in Italia o all'estero? A tal proposito ho visto che avete recentemente suonato in Germania ed in Austria. Com'è andata? Quali sono le differenze più eclatanti rispetto all'Italia?
A mio parere non si tratta di definire quali sono le differenze più eclatanti, perché le differenze purtroppo sono eclatanti e basta. All’estero c’è un approccio diverso alla musica, si ascolta e si partecipa al live del gruppo che suona a prescindere dal fatto che sia famoso o meno. Tutto ciò l’abbiamo provato sulla nostra pelle e devo dire che ti ripaga di tanti sacrifici ma purtroppo ti lascia l’amaro in bocca, perché in Italia esistono realtà di pubblico simili, ma sono ancora troppo poche.
Un vostro parere sulla scena italiana e suggerimenti per accrescere il movimento underground sempre più affollato; inoltre vorremmo che ci indicaste quali sono secondo voi i migliori gruppi italiani del momento.
La scena italiana c’è. Ed è una scena importante, bisogna permettere che esploda, ci sono tantissimi gruppi che meritano tanto, meritano maggiore visibilità, un’occasione va concessa a tutti. Il fatto che il movimento underground sia sempre più affollato è solo un bene, speriamo che si riempia fino a strabordare. Magari in Italia ci si accorgerà finalmente che c’è qualcosa di diverso dalla sbobba che ti imboccano tutti i giorni i media (sono un po’ il Pino Scotto delle case popolari…). Gruppi italiani del momento, direi Five Days Of Rain, Forgotten Tears, Destrage, Following The Shade, Dine in Hell, Straight On Target, Apeiron e tanti altri.
Meglio uscire per un'etichetta discografica (che sìa major o indie) o lasciare l'intera gestione della band in stile D.I.Y. e perchè?
Pensiamo che la verità stia nel mezzo. Bisogna capire di chi fidarsi e stare attenti a chi cerca solo di spillare soldi. Noi siamo sempre stati fortunati nelle nostre scelte, sia la Last Scream all’inizio che la To React Records oggi sono perfette per come intendiamo noi la musica. Ora con l'etichetta abbiamo un contratto serio, siamo supportati da una distribuzione mondiale e la promozione è seguita e professionale. Senza contare che a livello umano siamo in totale sintonia. Il massimo per una band come la nostra. Poi ovvio, se arriva la major e ti propone il contrattone, sfido chiunque a dire di no. Ma è un modo di lavorare che non possiamo giudicare, visto che non lo conosciamo davvero.
Purtroppo, oggi è pieno di etichette/agenzie che pensano solo a fregare i gruppi, chiedendo cifre esagerate per non offrire nulla. Anche noi abbiamo ricevuto offerte di queste fantomatiche etichette/agenzie e siamo rimasti allibiti. Purtroppo, è pieno di band che cascano in questi tranelli, magari solo per la voglia di poter dire di aver fatto uscire un disco o di avere una promozione seria.
Quanto conta secondo voi il look di una band al giorno d'oggi? Voi avete un vostro “dress code” oppure salite sul palco come capita?
Rigorosamente pantaloncini al ginocchio modaioli. I nostri faccioni fanno il resto. Oppure come abbiamo voglia di vestirci. Alla prima parte di questa domanda ho già risposta sopra parlando dell’essere e dell’apparire, non vorrei infierire!
Quanto vi hanno aiutato i social network come Myspace, Facebook, Twitter a farvi conoscere e quanto in generale questi strumenti possono aiutare un gruppo a farsi conoscere rischiando però di cadere nella marea di band emergenti che forse abusano di questi mezzi? A tal proposito, quali sono i vostri contatti sui social network?
Tutti i Social Network di questo mondo sono benvenuti, a costo zero è possibile mettere in rete la tua musica, le tue idee ed i tuoi progetti, avendo tra l’altro ed in breve tempo un primo giudizio dall’utenza. Non credo ci sia un abuso, è una grossa possibilità, giusto sfruttarla più che si può e come si vuole. Una volta si tempestavano le città di manifestini abusivi, un po’ di nostalgia c’è ma in fondo meglio così. Comunque, Social Network o non Social Network poi contano le idee e come rendi live. Se hai 20.000 amici e 4.000 post al giorno e poi non hai una vera sostanza, crolla tutto. Purtroppo ci sono anche tante band che a parole fanno tanto, ma che alla prova del nove lasciano perplessi. Per i contatti, ci potete trovare ovunque: www.withinyourpain.com è il sito ufficiale, MySpace www.myspace.com/withinyourpain e su Facebook o Twitter ci potete trovare digitando Within Your Pain. Se vi va di passare a trovarci, commentarci, insultarci o altro... Fate pure.
Ora ditemi un produttore con il quale vi piacerebbe lavorare ed un artista/gruppo/Dj con il quale realizzare una canzone o un remix.
Io figlio musicale degli anni '90 ti dico Ross Robinson, Jamey Jasta e gli Snot.
Parliamo dei gruppi che vi hanno cambiato la vita, anche di tutt'altro genere rispetto a ciò che suonate. Quali sono i vostri gruppi o cantanti preferiti e quali vi hanno spinto a voler diventare musicisti?
Ho capito tutto con l’avvento degli Europe: ero piccolissimo... Poi ci sono stati gli zii Cobain, Hetfield e Cavalera. Kerry King ha fatto il resto. Ma lui vince sempre.
A livello di musicisti, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Non ho mai sognato di stare in un cassetto, di solito mi inseguono e io corro in slowmotion. Scherzi a parte di sogni ce ne sarebbero parecchi, anche banali, diciamo gli stessi sogni di tutte le band che si impegnano. La cosa importante è crederci e fare le cose con passione. Sempre.
Album (o gruppo) straniero da consigliare ad un amico
“And Justice For All” dei Metallica.
Album (o gruppo) italiano da consigliare ad un amico
Mi hanno molto impressionato i Destrage dal vivo e su CD.
Album (o gruppo) in cui quale avresti voluto suonare
Il primo degli Slipknot, banale come risposta ma a quell’epoca era davvero fighissimo.
Ultimo album (o gruppo) ascoltato
Sto riascoltando “Sixsteen Stone” dei Bush. E' un grande album, consiglio pure questo!
Ultima cosa: lasciate un breve messaggio di saluto che possa anche convincere le persone ad ascoltarvi.
Semplicemente invitiamo tutti ai nostri live e ad ascoltare la nostra, musica, senza trucco e senza inganno. Ovviamente un grazie anche a Groovebox per lo spazio che ci ha dedicato.