ROYAL BLOOD

Come un fulmine a ciel sereno, i Royal Blood si affacciano sul panorama rock internazionale con l'omonimo disco di debutto pubblicato per Warner Music. Il gigante discografico ha avuto una grande intuizione a produrre questo giovane duo di Brighton che con una manciata di singoli è riuscito immediatamente ad attirare l'attenzione su di sè, grazie sopratutto ad una formula semplice ma vincente che ha permesso loro di bypassare la gavetta ed essere catapultati immediatamente sotto i grandi riflettori.
Trascinati da hit come "Figure it out", "Out of the black" e "Ten Tonne Skeleton", l'album dei Royal Blood ha presto fatto irruzione nelle chart britanniche risultando il debutto più venduto del rock inglese degli ultimi tre anni.
Mike Kerr (voce e basso) e Ben Thatcher (batteria) pescano a mani basse dalle loro ispirazioni senza farne troppo mistero: Queens of The Stone Age su tutti ma anche White Stripes, Muse e Black Rebel Motorclyce Club (la voce ricorda molto proprio quella di Robert Levon Been) costituiscono la base della loro proposta musicale fatta di riff semplici ma accattivanti, una batteria in primissimo piano e melodie immediatamente memorizzabili che a conti fatti non è proprio poco.
La vera particolarità del duo si basa in realtà sul modo di suonare il basso di Kerr che avvalendosi di un preciso settaggio di fuzz, octaver e amplificatori ha permesso ai Royal Blood di fare a meno della chitarra nella costruzione del proprio sound quando in questi casi il sacrificato è solitamente il basso.
Chiariamoci subito, la band non inventa nulla di rivoluzionario, tuttavia le capacità di scrittura sono evidenti e la facilità con la quale l'album scorre via facilmente senza mai annoiare è la miglior base sulla quale costruire una carriera fortunata.