I Latte+ sono uno di quei gruppi punkrock che mi hanno fatto innamorare al primo ascolto. Nonostate siano in attività dal 97 e abbiano alle spalle cinque album, li ho conosciuti meglio solamente di recente. Durante un viaggio in macchina tra Roma e Macerata, un amico mi ha fatto ascoltare i fulminanti “Guerriglia Urbana” e “Asociale”, due album che a mio avviso rappresentano al meglio l’essenza di questa band.  L’ultima fatica dei Latte+ si intola “No More Than Three Chords” e catalizza immediate l’attenzione grazie al simpatico Vitellino Rock disegnato in copertina. Il geniale artwork è stato realizzato da Riccardo Bucchioni, un artista spezzino che ha curato copertine e locandine di band del calibro di Queers, Screeching Weasel e Manges. L’idea che i pezzi di questo LP siano registrati in inglese mi spiazza leggermente poiché sono abituato ad ascoltare i Latte+ in italiano. Fortunatamente mi basta spingere play nel lettore CD per dimenticare tutte queste seghe mentali ed essere catturato completamente dal punk rock che ascolto. “No More Than Three Chords” si apre con un brano dal titolo omonimo, veloce e leggero, capace di farmi ondeggiare la testa per tutta la sua durata. Il disco scorre alla grande senza mai scendere d’intensità e snocciola quindici brani energici toccando tipici temi del punk rock old school come storie d’amore, vita quotidiana e spensieratezza.  Non possono scordarsi di dedicare un pezzo all’immenso Johnny Ramone e dichiarare in un altro di voler essere come Steve McQueen. I Latte+ mantengono la promessa fatta usando non più di tre corde ad accordo per tutto il disco, regalano un album fresco, immediato e genuino che entra prepotentemente in testa incastrando le sue melodie nel cervello per giorni e giorni. Mi piace molto la spontaneità di questo disco, il suono della band si avvicina sempre di più a quello dei Ramones senza però mai essere banale, scontato o datato. Grazie all’esperienza e alla creatività dei Latte+ il CD suona alla grande e sono certo che i fast four sarebbero stati mooooooooooooooolto orgogliosi dei propri discepoli. Ora non mi resta di aspettare “No More Than Three Chords” suonato dal vivo!