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WANTED ON VOYAGE
Un mio caro amico qualche giorno fa ha scritto che l’EP sta tornando in auge dopo anni buoi causati dalla crisi discografica, ma negli ultimi anni questa tipologia è sempre più usata dagli artisti per promuovere side project e quant’altro.
Il senso dell’EP è sempre stato quello di cercare con poche canzoni di farsi conoscere in attesa dell’ uscita dell’LP vero e proprio.
George Ezra prima di riempire tutte le classifiche dei singoli di tutte le radio italiane con il singolo “Budapest” ne ha fatta di strada soprattutto in UK e non solo con questo singolo ma con tutte e 4 le canzoni incluse negli ’EP “Did You Hear the Rain” e “Cassy-O”.
Dopo quasi un anno in giro per tutta Europa per promuovere l’EP ecco uscire “Wanted on Voyage”.
Ad un primo ascolto si potrebbe pensare al solito ragazzino che cerca seguire le mode suonando un folk rock alla Munford o the Lumineers, ma non è proprio così.
Il brano di apertura ' Blame It On Me ' imposta perfettamente il tono per il resto dell'album. La canzone è molto orecchiabile e racchiude quello che Ezra ricerca in un mix tra blues e folk.
Blues, Folk, Rock, pop, jazz e la musica della Motown racchiuso tutto in questo meltin pot incredibile di 16 brani
La voce profonda di George Ezra si sente con il singolo “Budapest” che non ha bisogno di presentazioni. Tipico sound radiofonico che ti entra e non ti esce più.
Come succede a molti artisti i viaggi lasciano ricordi indelebili tanto da inserirli nei propri brani e dopo la capitale dell’Ungheria tocca quella della Spagna cher poi finirà ad Amesterdam.
Con “Barcellona” l’artista con la sua voce sembra quasi renderti l’idea di essere li con le onde del mare e i profumi che solo la città catalana riesce a darti.
‘Leaving it Up To You’ con la sua combinazione con voce elettronica in falsetto fa ricordare il Bon Iver dei bei tempi, mentre con ' Did You Hear the Rain ' esce tutta la potenza vocale ricordando in alcuni passaggi voci provenienti da Seattle e dintorni.
Con “stand by you gun” la voce intensa di George si mischia al sound tipico dell’America degli anni 80 quando il pop e la dance music la facevano da padrone, il tutto per accontentare un po’ tutti i gusti di chi ascolta.
Come già si era sentito con l’intro di ' Did You Hear the Rain ' anche con “Breakaway” si sentono precisi riferimenti gospel che si mischiano perfettamente con la voce del cantante britannico.
Trovo incredibile “Spectacular Rival” dove non riesco a non sentire la voce di un Lanegan di annata, cupa e introspettiva condita dall’elettronica un po’ troppo insistente.
Da qui in avanti il disco è abbastanza omogeneo non ci sono lampi nel cielo che mi fanno un po’ storcere il naso soprattutto per la quantità di pezzi che forse sono un po’ troppi.
La produzione è sicuramente stata intensa e precisa, ma ci sono troppi doppioni che alla fine del cd un po’ stancano l’ascoltatore.
Il talento del ragazzo c’è di sicuro, i paragoni non si contano più anche se Ezra si disutingue proprio per la sua duttilità stilistica che gli altri non hanno.