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APOCALYPTICA
7TH SYMPHONY
"7th Symphony" è il settimo sigillo degli archi più famosi del metal, balzati agli onori della cronaca per aver riletto famosi classici del genere in uno stile bizarro quanto gradevole.
Da quel lontano debutto, gli Apocalyptica hanno progressivamente abbandonato la strada delle cover per intraprendere un percorso musicale più convincente, grazie anche all'ingresso in pianta stabile di un batterista che ne ha ampliato le potenzialità.
Sulla stessa linea del predecessore "Worlds collide", "7th Symphony" si caratterizza per la presenza di brani interamente composti dal quartetto finnico, alcuni dei quali vedono la partecipazione speciale di alcuni ospiti del panorama rock e metal.
"At the gates of Manala", brano strumentale di apertura, è uno splendido esempio di cosa sono gli Apocalytica oggi: i violoncelli delicati di un tempo sono ora carichi di distorsioni, portando così la musica della band ad un livello più vicino alle inclinazioni metalliche dei musicisti;la presenza della batteria gioca poi un ruolo fondamentale nel guidare le scorribande dei talentuosi violoncellisti nei continui cambi tra parti veloci e quelle più atmosferiche.
Mettiamoci pure che a produrre il disco è sua maestà Joe Barresi ed il gioco è fatto.
Nel disco, come accennato in precedenza, figurano le collaborazioni con ospiti particolari che rendono ancora più appetibile l'ascolto dell'intero album, un pò secondo moda lanciata qualche tempo fà da Santana.
La prima di queste collaborazioni è "End of me", con Gavin Rossdale (Bush) alla voce, un pezzo semplice e ben costruito anche se non troppo coinvolgente.
"Not strong enough" ospita al microfono Brent Smith (Shinedown), brano anche questo ruffiano ma decisamente più convincente del predecessore.
Con "2010" tornano ad aver voce i soli strumenti, ma questa volta a finire sotto i riflettori è Dave lombardo che ci regala l'ennesima prova della sua bravura in quello che è uno dei pezzi più riusciti del disco.
Le ultime due partecipazioni sono quelle di Lacey (Flyleaf) e Joe Duplantier (Gojira) nei brani "Broken pieces" e "Bring them to light": il primo sicuramente è il punto più basso del disco, forse un pò troppo smielato, mentre il secondo è decisamente più interessante, anche se ricalca un pò troppo le linee della band madre di Duplantier.
Personalmente ho apprezzato molto di più i momenti in cui gli unici protagonisti in scena sono gli Apocalyptica, liberi di dar sfogo a tutta la loro creatività senza che i violoncelli si limitino ad accompagnare la voce di turno. E' per questo che gli altri tre brani rimasti da commentare risultano tra i miei favoriti: "On the rooftop with Quasimodo", con quell'inizio molto tooliano, è maestosa nel suo incedere, potenzialmente perfetta per una colonna sonora; "Sacra" (ispirata da una canzone della tradizione finnica) ci porta con la mente nei meravigliosi paesaggi del nord, mentre la conclusiva "Rage of poseidon" dipinge una mare tempestoso che conclude nel migliore dei modi questo interessantissimo "7th Symphony".
Salvatore Dragone
Voto: 7,5
TRACKLIST:

01. At the Gates of Manala
02. End of Me (ft. Gavin Rossdale of Bush)
03. Not Strong Enough (ft. Brent Smith of Shinedown)
04. 2010 (ft. Dave Lombardo of Slayer) 
05. Beautiful
06. Broken Pieces (ft. Lacey Mosley of Flyleaf)
07. On the Rooftop with Quasimodo
08. Bring Them to Light (ft. Joe Duplantier of Gojira)
09. Sacra
10. Rage of Poseidon