Misery Index, oltre ad esser un nome ispirato ad un disco della Grindband Assuck, è ormai diventato "l'esempio" del death metal moderno, con forti influenze grind-core.
Operativi dal 2001 - con all'attivo 3 Ep, 5 split e 4 Lp ad oggi - si sono concessi veramente pochi errori facendo così valere l'etichettatura Relapse.
L'ultimo lavoro "Heirs of Thievery" risulta essere molto compatto, veloce e scorrevole pur non tralasciando la loro  devastante, ma non confusionaria, attitudine nel mescolare ritmiche incalzanti, riff taglienti ed urla pungenti.
Se nei capitoli precedenti c'eranano stati accenni al trash, questo disco è fortemente caratterizzato da un crust punk-hardcore moderno, con brevissime aperture ma parecchi stacchi dimezzati che rispecchiano storie di morte e distruzione, narrate nei testi di quasi ogni singolo pezzo.
Un album "bomba", fresco e coinvolgente, da catalogare sicuramente insieme a band di valore come Dying Fetus, Leng Tch'è, Cephalic Carnage... e degno del marchio di fabbrica Statunitense "Misery Index".