“Symptoms + Cures” è il nuovo album dei Comeback Kid e quello che pensavo è che la recensione sarebbe potuta finire qui. Insomma, nessuno credo chieda poi molto ai ragazzi se non continuare a suonare con perizia e cognizione di causa un genere di cui tutto si può dire, ma non che sia poi così incline ad evolversi. Si parla di hardcore, più precisamente di quell’hardcore-punk intransigente, diretto e tirato che molti definiscono “old school” e che getta le basi nei gloriosi Gorilla Biscuits e nei più recenti compari Bane, Champion e compagnia. Dalla loro però i Comeback Kid hanno sempre avuto una nota di merito e di distinguo, ovvero un’apprezzabile e costante ricerca di melodia che tuttavia mai faceva perdere loro spunto, grinta e soprattutto il tiro che si richiede ad una band del genere. Questo, più di tutto il resto, li ha portati negli anni ad elevarsi rispetto ad un panorama di genere non certo avaro di band. Come detto quindi, al sottoscritto sarebbe bastato che i Comeback Kid si ripetessero in quanto già fatto e regalassero una buona quarantina di minuti di adrenalina a trecento all’ora. Perdonatemi, ma l’innovazione io non la vado a cercare nell’old school HC e, sempre in sincerità, non vedo perché dovrei visto che nella definizione del genere c’è una dichiarazione di intenti ben precisa.
Ed invece con questo “Symptoms + Cures” dal Canada cercano di mettere un po’ di carne al fuoco,  di aprire a “nuove” soluzioni stilistiche e perché no, di uscire un minimo dalla nicchia in cui erano collocati. Il risultato si riassume in un bel po’ di mosh in più, che oggi va tanto di moda, qualche parte fin troppo melodica ed ritmiche troppo spesso imbrigliate in dinamiche da freno a mano tirato. Per carità, quando i ragazzi vogliono correre ci riescono eccome, ed in alcuni casi come “G.M. Vincent & I” riescono a farlo anche alla vecchia apprezzabilissima maniera, ma son più i tentativi a vuoto di quelli riusciti e la cosa spiace. Oltretutto il potenziale per fare bene c’è tutto, con chitarre dal suono perfetto e linee intrecciate sapientemente, però non è il disco che volevo e questo incide nella valutazione, non posso negarlo, soprattutto dopo un attesa non proprio breve dal precedente e a questo punto già decadente “Broadcasting…”
Concludendo credo che questo nuovo disco Comeback Kid racchiuda in se un po’ tutto il concetto di Hardcore moderno, aprendo in tutte le direzioni senza preferenze nè preclusioni e per questo potrebbe fare al caso di molti di coloro che volessero approcciarsi alla questione.
Il sottoscritto però adesso si spara “Wake the dead”, perché io di aprire le mie vedute non sento proprio il bisogno.