Mi sono incuriosito per questi giovani musicisti quando mostri sacri come John Petrucci e Mike Portnoy spendevano parole al miele nei loro confronti; non che questo sia di per sé una garanzia ma, considerando il fatto che a queste parole si aggiungeva un contratto per l’album di debutto sotto Roadrunner Records, qualcosa di speciale doveva esserci.
Da quanto si legge sul sito della Roadrunner stessa, unica fonte peraltro di notizie circa la band, i Mutiny Within si sono formati nel 2002 nel New Jersey, anche se la line-up definitiva si formerà solo con l’arrivo del cantante Chris Clancy, scovato in Inghilterra tramite Youtube (ormai la prassi pare essere questa).
La band americana propone un genere a cavallo tra progressive, thrash e metalcore in cui la tecnica individuale gioca un ruolo fondamentale nell’economia generale del progetto; l’influenza dei Dream Theater sembra essere quella maggiormente presente e titoli come “Awake”, “Images” o “Forsaken” non sembrano essere messi lì tanto per caso.
I brani presenti su questo debutto omonimo dimostrano effettivamente come i Mutiny Within abbiano veramente ottime capacità tecniche e margini di crescita potenzialmente notevoli che garantirebbero loro quella marcia in più che invece adesso manca. La voglia di fare c’è ma non è adeguatamente supportata da un songwriting incisivo che lasci l’ascoltatore colpito.
Troppo spesso la costruzione dei brani è affidata alla struttura strofa-thrash-aggressiva e ritornelli puliti al limite della banalità, lasciando totalmente vuota quella casella “imprevedibilità” che al giorno d’oggi pochi gruppi riescono a riempire. Per dirla in parole semplici, il cervello c’è ma il cuore manca. Ora non voglio bocciare questi giovani musicisti, anzi spero che in futuro possano contraddirmi con un album che mostri finalmente gli artigli che questa musica merita.