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A HERO A FAKE
LET OCEANS LIE

Tra le tante etichette che hanno cavalcato e cavalcano tutt’ora l’onda del fenomeno Metalcore, troviamo in una posizione di primo piano la Victory Records:  Between The Buried and Me, Funeral for a Friend, Silverstein, A Hero a Fake sono solo alcuni dei molti gruppi che compongono il roster dell’etichetta americana. E se dei primi due possiamo parlare in termini positivi, vista anche la loro originalità, (in particolare i BTBAM, tra le band più interessanti del nuovo millennio), i Silverstein – esempio casuale, avrei potuto anche dire Atreyu - incarnano invece tutti gli odiosi stereotipi  del metalcore moderno:  frangette varie, violenza artefatta alternata a noiosissime trovate melodiche, testi banali. Sono due categorie di Metalcore molto diverse, quella dei BTBAM e quella degli Atreyu. Ma venendo al punto: degli A Hero a Fake cosa dobbiamo pensare? Non sono certo estrosi come i BTBAM, ma neanche spazzatura costruita a tavolino come certi ‘gruppi’ che infestano la scena. Diciamo che sono una via di mezzo, che tenta di unire spiccate tendenze Progressive al solito canovaccio riffone-strofa-ritornello-breakdown. Tenta di unirli ma ci riesce con risultati quantomeno discutibili.
Mettiamo subito in chiaro una cosa: ‘Let Oceans Lie’ non è un bel disco. E’ goffamente pretenzioso, a volte anche un po’ pacchiano - anche se comunque alla fine sempre di Metal stiamo parlando; diciamolo, è anche noioso: undici pezzi quasi identici, che alternano growl e voce pulita, riffoni e tecnicismi dal sapore Prog. Il tutto senza far mai male, senza mai sorprendere.  I breakdown non fanno più paura a nessuno, men che meno quelli degli A Hero a Fake, piazzati sempre dove te li aspetteresti. Le parti più tecniche ed articolate si assomigliano un po’ tutte, sono tremendamente prevedibili e derivative. Il growl non incide, le voci pulite sanno sempre di già sentito. Insomma, un piattume unico. Paradossalmente, si salva il pezzo più melodico, ‘Images’, che almeno non è violento a tutti i costi come altre canzoni del lotto. Un buco nell’acqua, un disco che ho seriamente faticato a finire e che sa di già sentito praticamente sempre. Dispiace perchè i ragazzi sanno indubbiamente suonare, ma la mancanza di personalità finisce per incidere pesantemente sulla qualità della loro musica.

Andrea Vareschi
Voto: 4,5
TRACKLIST:

01. Our Summit, This World
02. Swallowed By The Sea
03. Elk River Falls
04. Sleepstate
05. Astronomical
06. Dear
07. Images
08. Let Oceans Lie
09. Eckhart
10. Impart Your Loss
11. A Year In Passing