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SCREAMWORKS: LOVE IN THEORY AND PRACTICE
C’erano una volta gli Him, band finlandese che sul finire degli anni '90 era riuscita a celebrare un matrimonio perfetto tra pop ed atmosfere gotiche, forti di album profondamente emozionali come “Razorblade romance” o “Love metal”, titolo quest’ultimo che ben presto identificherà appieno il loro ruolo di cantori dell’amore in tutte le sue forme.
L’alchimia alla base del loro successo ha però cominciato a scricchiolare con l’uscita di “Dark Light”, album che segna l’inizio dell’era statunitense per Valo & soci, intenzionati a fare breccia nei cuori delle giovani adolescenti d’oltreoceano ad ogni costo: il risultato è stato un ulteriore ammorbidimento del loro sound in concomitanza di una presenza sempre minore di idee vincenti.
“Screamworks” esce, in puro stile Him, il giorno di San Valentino, a distanza di 3 anni da quel “Venus doom” in cui i nostri avevano giocato a fare i Black Sabbath con risultati ampiamente trascurabili.
“In Venere veritas” è il pezzo che apre le danze e ci si rende subito conto che il copione segue quanto fatto nel recente passato, anche se tutto sommato la canzone è ben costruita e orecchiabile.
E’ invece dalla successiva “Scared to death” in poi che succede poco o nulla: le atmosfere gotiche di un tempo lasciano spazio ad un pop fiacco e spento che in rari episodi (“Heartkiller”, “Love, the hardest way” e “Like St.Valentine”) riesce a riaccendere la scintilla creativa.
Lontani sono i tempi in cui gli Him riuscivano a sfornare un album più morbido come “Deep shadows & brilliant highlights”, a dimostrazione di come ammorbidire non significhi necessariamente rinunciare alla classe.
Ed ecco, quando meno te lo aspetti, che arriva il momento migliore: “The foreboding sense of impeding happiness”, traccia che chiude l’opera, è il pezzo che si scosta maggiormente dagli altri, essendo giocato tutto su voce e atmosfere elettroniche, e sarà forse per questo motivo che suona molto più convincente alle mie orecchie.
“Screamworks” conferma come gli Him abbiano perso la bussola e non riescano, volutamente aggiungerei, a ritrovare la strada di “casa”, ossia quel sound melenso e al tempo stesso oscuro che li ha resi celebri in tutto il mondo.
Voto: 5,5
01. In Venere Veritas
02. Scared To Death
03. Heartkiller
04. Dying Song
05. Disarm Me (With Your Loneliness)
06. Love, The Hardest Way
07. Katherine Wheel
08. In The Arms Of Rain
09. Ode To Solitude
10. Shatter Me With Hope
11. Acoustic Funeral (For Love In Limbo)
12. Like St. Valentine
13. The Foreboding Sense Of Impending Happiness