“Memento Mori” è il titolo del nuovo album dei Flyleaf ma era anche la frase che, come dettava un usanza tipica dell’antica Roma, uno dei servi più umili pronunciava al suo generale quando tornava vittorioso dopo uno scontro bellico, per ricordagli la sua natura umana, per evitare venisse sopraffatto da smanie di grandezza.
Ed è un po’ questa la filosofia seguita dalla band americana nella stesura del suo secondo disco, ovvero quella di rimanere con i piedi per terra, fedeli alle proprie origini, nonostante il grande successo del loro omonimo debutto che li ha portati ad esibirsi di spalla ai Korn nel prestigioso Family Values Tour.
Il loro mix di grunge/metal ha funzionato 4 anni fa e funziona ancora oggi con chitarre che sanno essere aggressive quando vogliono con riff di matrice più rock comunque in linea con il filo conduttore dell’intera produzione, ovvero un grande attenzione per le melodie presenti in ogni pezzo.
Il saper sempre incastonare ritornelli di pregevole fattura in un contesto talvolta più heavy è sicuramente la migliore delle carte che il quintetto texano tiene nel suo mazzo, ed anche questa volta è stato bravo a creare una base strumentale solida che permette alla cantante Lacey Mosley di mostrare tutto il suo valore.
Sebbene in questo disco non vi sia alcuna traccia degli scream e growl che ci erano piaciuti nell’esordio, la giovane ragazza riesce comunque a lasciare il segno con la sua voce, abrasiva e velenosa nei momenti più arrabbiati ed emozionante con i suoi frequenti falsetti nelle parti più melodiche, elaborando uno stile molto personale e caratteristico.
Il primo azzeccato singolo “Again” ma anche la successiva “Chasm”, con le sue reminescenze hard-rock, sono solo due esempi di come l’ascolto di questo album risulti lineare e piacevole in tutte le sue parti, senza sentire alcun bisogno di saltare qualche brano.
Forse si poteva pretendere qualcosa di più dal gruppo, nel senso che comunque questo “Memento Mori” ci conferma lo stato di forma dei Flyleaf ma a conti fatti non aggiunge nulla alla loro musica, pur mantenendola su livelli di qualità più che accettabili.
Come secondo disco può bastare, in futuro ci si aspetta un passo avanti più marcato ma nel frattempo godiamoci il presente.