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OTEP
SMASH THE CONTROL MACHINE
Il precedente album “The Ascension”, uscito nel 2007, era stato forse il primo stadio di una trasformazione in corso nella musica degli Otep, forse stanchi di essere sin dagli esordi accostati al genere nu-metal, e desiderosi di scrollarsi di dosso un’etichetta divenuta ormai scomoda e limitativa per la band, che si era dunque mostrata più propensa alla sperimentazione ed alla ricerca di nuovi stimoli.
“Smash The Control Machine” è il quarto album del gruppo che vede ritornare nella line-up il chitarrista Rob Patterson e il batterista Mark "Moke" Bistany con l’immediata conseguenza di un sound che torna ad essere massiccio e muscolare come quello degli esordi, anche se più sfaccettato e variegato, con contaminazioni che vanno dal grunge più abrasivo al thrash più travolgente.
Come da copione l’elemento cardine del disco è la voce della cantante Otep Shamaya, dall’identità oscura e tormentata, che riversa la sua collera interiore nel suo microfono maltrattando le proprie corde vocali esibendosi in urla e growl da manuale, lasciando più spazio anche a parti più pulite pur sempre convincenti e velenose, ad esempio in “Kisses & Kerosene”.
Si parte con la martellante “Rise, Rebel, Resist” ed è poi un susseguirsi di brani carichi di tensione, strutturati attorno alle pulsanti ed articolate linee di basso di “Evil” J. McGuire, altra colonna portante del gruppo, con alcuni episodi che riportano alla mente le atmosfere gotiche dell’ottimo debutto “Sevas Tra” mentre discorso a parte si fa per la ballata acustica “UR A WMN NOW”, che sulle note di un pianoforte sembra lasciare intravedere una certa fragilità interiore della frontwoman.
Possiamo dunque dire che rispetto a due anni fa un passo avanti è stato fatto e “Smash The Control Machine” risulta un lavoro decisamente più completo e vario del suo predecessore, un lavoro profondo da prendere attentamente in considerazione perché a mio avviso gli Otep sono una realtà ancora troppo sottovaluta e forse, come anticipato in apertura, ancora troppo penalizzata dall’accostamento con il genere nu-metal, che di questi tempi sembra proprio non andare di moda.
Whitelocust
Voto: 7
TRACKLIST:

01.Rise, Rebel, Resist
02.Sweet Tooth
03.Smash the Control Machine
04.Head
05.Numb and Dumb
06.Oh, so Surreal
07.Run for Cover
08.Kisses & Kerosene
09.Unveiled
10.UR A WMN NOW
11.Serv Asat
12.Where the River Ends
13.I Remember