Interessante demo per i veronesi Coldfire, che musicalmente uniscono il thrash/death metal dei Sepultura di fine anni ottanta e primi novanta a melodie in classico stile black metal.
“The Blackest Blood” offre buoni spunti, come ad esempio l’iniziale “A shape in the desert” con la sua intro che sembra quasi estrapolata da qualche scena madre di un thriller hollywoodiano. Il mix di thrash, death e black continua a funzionare anche nelle successive “Cruelty in another land” e nella più lenta e cupa “Personal storm”. La conclusiva “Pain” è forse il passaggio più black di tutto il demo, in cui i continui riferimenti a band come i Marduk sembrano piuttosto evidenti.
La produzione, come in quasi tutti i lavori di questo livello, non è delle migliori ma la band tenta comunque di dare il meglio di sé; forse servirebbe un pizzico di personalità in più ma il risultato finale non è comunque disprezzabile.
I Coldfire mostrano un buon potenziale che in parte deve essere ancora espresso ma la strada intrapresa sembra essere quella giusta.