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AGORAPHOBIC NOSEBLEED
AGORAPOCALYPSE
Deve essere nell’aria, o nella cultura del luogo, o magari nel cibo. Forse lo spirito eternamente furioso di qualche popolazione locale sterminata durante la colonizzazione. Sembrerebbero strambe elucubrazioni se non si conoscessero band come Converge e Agoraphobic Nosebleed, i cui natali sono da collocare rispettivamente a Salem e Springfield, due città di questa verde regione che è il New England. I primi sono i pigmalioni di un sound violento e cerebrale, dalle liriche profonde. I secondi conservano un sound devastante, ma un’attitudine diversa e lontana dall’oscura poetica dei primi; qualcheduno li chiamerebbe “cazzoni”, ed avrebbe dannatamente ragione.
Dopo una follia in quasi 100 brani che porta il nome di Altered States Of America, Jay Randall e Scott Hull (membro dei Pig Destroyer, altro gruppo dalla stessa caotica pasta) ripropongono in questo “Agorapocalypse” la stessa formula che contraddistingue la loro produzione: Grindcore a velocità inumana grazie ad una drum machine che spinge i battiti sonori a 1000 beat per minuto (praticamente, quasi la stessa velocità di un martello pneumatico ), stop & go a profusione, riff figli di Kerry King e dell’hardcore vecchia scuola, vocals rabbiose tra scream e growl….ma con una nuova e sorprendente coerenza. Mentre nella produzione passata la loro proposta poteva essere taciuta di eccessiva frammentazione sonora, con questo nuovo lavoro gli ANB danno dimostrazione di riuscire a plasmare un lavoro monolitico il cui nucleo di pura violenza sonora non viene smorzato bensì controllato e distribuito in queste 13 tracce. Aggiunta pregevole quella di Katerine Katz, fanciulla dalla voce leonina (sentire “Moral Distortion” o lo sludge massiccio di “Question of Integrity” per credere) che contribuisce con un tocco di furia femminile al demente e misogino marasma della ditta Randall/Hull, dove i “dick jokes” vanno di pari passo con un’apocalittica fantasmagoria di stampo fumettistico (“Dick To Mouth Resuscitatio”, “First National Stell Cell and Clone”). I timbri vocali dei componenti trovano equa comparazione in “Trauma Queen”, scream e growl poggiati su una nervosa scheggia che conduce alla traccia migliore del disco, “White On White Crime”, dove l’acquisita coerenza compositiva della band trova il suo perfetto manifesto con questo brano che funge anche da dimostrazione delle grandi qualità dei suoi fautori, molte volte classificati come meri “dispensatori di rumore”, anche se, dopotutto, questa è la vera essenza degli ANB, capace come nessuno di condensare in un minuto scarso trash metal, cybergrind, hardcore, metalcore, falli e sbalzi temporali. Questo spiega anche la brevissima durata dell’opera (28 minuti scarsi) ma al contrario di chi esige lunghi tempi per presentare la propria proposta, i demoni grind del Massachusetts riescono nel loro intento con poche, chirurgiche, mosse, le stesse di chi si appresta ad inserire il loro CD nello stereo. Con un avvertenza ai neofiti: se non riuscite a reggere il peso di un’apocalisse, sarebbe meglio che lo usiate come sottobicchiere. Altrimenti, godetevi dei geni del caos in una delle loro migliori produzioni.
Matteo
Voto: 7,5
TRACKLIST:

01. Agorapocalypse Now
02. Timelord One (Loneliness of The Long Distance Drug Runner)
03. Dick To Mouth Resuscitation
04. Moral Distortion
05. Hung From The Rising Sun
06. First National Stem Cell And Clone
07. Question Of Intergrity
08. Timelord Two (Paradoxical Reaction)
09. Trauma Queen
10. White On White Crime
11. Druggernaut Jug Fuck
12. Ex-Cop
13. Flamingo Snuff