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ENTER SHIKARI
COMMON DREADS
Dopo piu’ di 2 anni dall’uscita del loro album di debutto “Take To The Skies” che li ha fatti conoscere ed apprezzare nella scena musicale alternativa mondiale, gli Enter Shikari, giovane combo inglese di St. Albans, tornano con un nuovo lavoro in studio, presentando “Common Dreads”, ultimo parto della famosa TranceCore band. Senza troppe scuse i 4 ragazzi hanno fatto parlare di se con il loro primo Disco, raccogliendo parecchi pareri positivi per la loro spiccata ed innata capacità di saper mettere insieme idee diverse ed a volte contrastanti in persuasivi mix di musica Trance e Hardcore, così da non tralasciare i diversi ambiti musicali di appartenenza di ogni singolo componente; un incontro avvenuto con successo e che ha dato modo agli Inglesi di presentare dopo 2 anni di tournè e tanta visibilità un nuovo lavoro discografico. Così “Common Dreads”, tradotto in “Comuni Paure” lascia già presagire un’opera ben piu’ ragionata e riflessiva rispetto al suo acclamato predecessore, infatti la band, attraverso numerose interviste rilasciate per importanti portali musicali, ha potuto spiegare l’importanza di un nuovo progetto ancora piu’ deciso ed impegnato a trasmettere un messaggio altamente personale e, allo stesso tempo, di comune sentimento. L’intro in apertura, omonimo all’album, altro non è che un messaggio di unità ed impegno civile, che sfocia attraverso le parole del frontman Rou in “Solidarity”, apprezzato brano in stile Shikari segnato da liriche incentrate su un messaggio universale di “unità” e di aiuto reciproco. Così si chiude il primo e vero proprio pezzo di questo lavoro con un palese richiamo al brano di chiusura del precedente “Take To The Skies”. Con “Step Up” la storia non cambia, ma già arrivati alla quarta traccia ci accorgiamo del vero e proprio “pezzo grosso” della raccolta; “Juggernauts”, primo singolo lanciato dal combo inglese, che si presenta così come non ci aspetteremmo. Senza troppe difficoltà e senza quella aggressività che li ha sempre contraddistinti il brano riesce a coinvolgere a pieno chi lo ascolta con melodie di indefinita ricchezza, che stentano la voglia di voler proseguire nell’ascolto di tutta l’opera, ma dopo esserci abbandonati ai primi 15 minuti ecco che si continua con “Wall” e “Zzzonked” che con difficoltà riescono a mantenere il buon livello dei primi brani; perciò pausa di intermezzo con “Havoc A” e ci ritroviamo su un altro livello musicale, infatti “No Sleep Tonight” e “Gap In The Fance” risvegliano l’attenzione per il quartetto inglese che lascia il segno con due brani che difficilmente ricordano i prodotti dei precedenti lavori, ma che al contrario stupiscono per quella travolgente impressione di “freschezza” e naturalità che di sicuro lasciano il segno. Tempo di “Havoc B” e poi “Antwerpen”, brano messo in anteprima sul Myspace della band e perciò già conosciuto ed apprezzato dai fans per l’accento hardcore ben piu’ marcato rispetto al resto dei brani che compongono l’album. Così prima con “The Jester” e poi con “Hectic” ci avviciniamo alla fine di questo viaggio. Il primo dei due brani non convince per melodia, forse a tratti riavvicina l’ascoltatore alle intenzioni della band di proporre qualcosa di intenso ed originale, proposta di sicuro ben piu’ apprezzata nel secondo brano che permette un confronto piu’ alla pari rispetto alle altre canzoni “belle e convincenti”. Arriviamo così alla fine con “Fanfare For The Consious Man”, brano poco intenso, di sicuro a favore di una chiusura particolare e ben riuscita.
In 15 brani siamo così in grado di definire quello che è stato il percorso della band negli ultimi anni, se a vederli nei primi video si pensa a dei ragazzini con tanta voglia di fare e di sperimentare adesso viene voglia di chiedersi come molto sia cambiato rispetto a quei tempi. Le atmosfere che circondano quest’album risultano così nettamente differenti rispetto ai canoni del loro primo impegno, e seppur per i fans la lottà sarà dura per “abituare” l’orecchio a questo nuovo sound, di sicuro l’impegno e l’originalità di certi momenti risulterà essere gradita ancor piu’ di quanto non fosse stato fatto in passato, perché? Perché non c’è da chiedersi cosa spinga una band ad evolversi, basta solo pensare che hanno saputo dare il meglio della loro musicalità anche questa volta, senza tralasciare affatto l’ultimo ed importante messaggio di questo album: goderseli dal vivo ed aspettare con maggiore intensità il loro prossimo passo in avanti.
Andrelo
Voto: 8
TRACKLIST:

01. Common Dreads
02. Solidarity
03. Step Up
04. Juggernauts
05. Wall
06. Zzzonked
07. Havoc A
08. No Sleep Tonight
09. Gap In The Fence
10. Havoc B
11. Antwerpen
12. The Jester
13. Halcyon (Intro)
14. Hectic
15. Fanfare For The Conscious Man