Dal 6 ottobre riparte GROOVE BOX
su Radio Lupo Solitario 90,7 FM!
La trasmissione andrà in onda ogni Giovedi dalle 20 alle 21!
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FIVE FINGER DEATH PUNCH
THE WAY OF THE FIST
THE WAY OF THE FIST
Dopo quasi un anno e mezzo dall’uscita negli Stati Uniti compare nei negozi europei "The Way Of The Fist", primo e fino ad ora unico album dei Five Finger Death Punch. Era comunque da un po’ che anche in Italia, sulle radio specializzate, girava il singolo “The Bleeding” che oltreoceano ha letteralmente spopolato.
I Five Finger Death Punch (che dopo essere stati nominati la prima volta troverete con l’acronimo FFDP o 5FDP) sono un supergruppo formato da Zoltan Bathory alla chitarre, fondatore, Ivan Moody, ex singer dei Motorgrater, Darrel Roberts, autorevole chitarra degli W.A.S.P., Jeremy Spencer, batterista dei Anubis Rising e Matt Snell al basso.
Supergruppo? Mmmmm… Direi che è un appellativo un po’ troppo inflazionato in questo periodo. I nomi non sono certamente super e mentre per alcuni membri i 5FDP sono un progetto parallelo per altri è sicuramente la possibilità della carriera.
Si sono comunque circondati di ottimi personaggi per quanto riguarda la produzione avvalendosi di Stevo “Shotgun” Bruno e Logan Mader, rispettivamente produttore di gruppi come Motley Crue e Prong e chitarrista di Machine Head e Soulfly.
Inoltre hanno avuto un anno di tour con compagini illustri quali Korn, Slipknot e Disturbed. Diciamo quindi che vantano oltre che una ottima esperienza anche degli appoggi decisamente potenti.
Detto così si potrebbe pensare che 5FDP siano un gruppo sopravvalutato che si sia accaparrato i favori di personaggi influenti. Nulla di più sbagliato. I nostri suonano bene e con cognizione di causa.
Il suono è abbastanza omogeneo per tutta la durata di "The Way Of The Fist" e si possono sentire marcatissime tracce di Thrash con un pizzico di reminiscenze Nu Metal nei chorus e delle linee vocali che a volte rasento il Core. Se vi piace catalogare tutto attualmente questo miscuglio di sonorità viene riconosciuto col nome di Groove Metal.
Fin dai primi ascolti si capisce che al gruppo piace un certo impatto sonoro ma che non rinunciano alla melodia. Piace essere ricordati e quindi difficilmente si discostano da quello che è il canonico formato canzone anche se non disdegno cambi di tempo e di sonorità soprattutto grazie all’ottimo lavoro delle due chitarre mentre la batteria abbastanza monotona va sempre di doppio pedale.
Intro folgorante con “Ashes”, veloce, martellante e molto Thrash nelle strofe che però purtroppo si rilassa in modo preoccupante durante il ritornello. La title track la troviamo in seconda posizione. È più varia del primo brano e presenta variazioni di ritmo più evidenti e uno stile che ricorda molto gli ultimi Slipknot risultando migliore della prima traccia. Si continua sullo stesso binario con “Salvation” che alterna dei riff minacciosi ad un chorus melodico di cantato pulito che mette in luce le notevoli capacità di Moody. Singolone che negli U.S.A. ha spaccato, “The Bleeding” è sicuramente il manifesto di questa prima fatica dei 5FDP. Parte piano da un arpeggino di chitarra per poi mostrare i muscoli in diverse forme dai riff accattivanti che formano la base al solo guitar molto heavy. Moody ci mostra quanto sia capace di variare tra toni bassi e alti, tra il growl impazzito del ritornello e la melodica cavalcata delle strofe. Un brano che merita veramente tutto il successo che ha avuto. “A Place To Die” è sapientemente messa dopo un “il pezzo” e quindi ne risente inevitabilmente ma è comunque un riempitivo di poco valore. Meglio perché la successiva “The Devil’s Own” sfiora di poco il capolavoro fatto con “The Bleeding” grazie a nuovi cambi di ritmo che benissimo si sposano con la profondità che il singer sa dare ad ogni frase sia cantata che urlata.
“White Knucles” e “Can’t Heal You” sembrano molto dei pezzi dei Killswitch Engage e non sfigurano nell’armonia dell’album. Molto più Power si presenta “Death Bifore Dishonor” mentre ottima conclusione spetta a “Meet The Monster” che vale l’alta qualità espressa nelle prime track del lavoro.
Se volete una proposta un po’ nuova che sappia matchare bene sonorità legate alla storia del metal con elementi più moderni, la musica dei 5FDP fa sicuramente per voi. Speriamo solo che non sia un progetto parallelo da esaurire nel virtuosismo di una singola uscita ma che ci sia sostanza stabile e continuativa che colmi un po’ la carenza di nuove proposte musicali di un certo valore.
I Five Finger Death Punch (che dopo essere stati nominati la prima volta troverete con l’acronimo FFDP o 5FDP) sono un supergruppo formato da Zoltan Bathory alla chitarre, fondatore, Ivan Moody, ex singer dei Motorgrater, Darrel Roberts, autorevole chitarra degli W.A.S.P., Jeremy Spencer, batterista dei Anubis Rising e Matt Snell al basso.
Supergruppo? Mmmmm… Direi che è un appellativo un po’ troppo inflazionato in questo periodo. I nomi non sono certamente super e mentre per alcuni membri i 5FDP sono un progetto parallelo per altri è sicuramente la possibilità della carriera.
Si sono comunque circondati di ottimi personaggi per quanto riguarda la produzione avvalendosi di Stevo “Shotgun” Bruno e Logan Mader, rispettivamente produttore di gruppi come Motley Crue e Prong e chitarrista di Machine Head e Soulfly.
Inoltre hanno avuto un anno di tour con compagini illustri quali Korn, Slipknot e Disturbed. Diciamo quindi che vantano oltre che una ottima esperienza anche degli appoggi decisamente potenti.
Detto così si potrebbe pensare che 5FDP siano un gruppo sopravvalutato che si sia accaparrato i favori di personaggi influenti. Nulla di più sbagliato. I nostri suonano bene e con cognizione di causa.
Il suono è abbastanza omogeneo per tutta la durata di "The Way Of The Fist" e si possono sentire marcatissime tracce di Thrash con un pizzico di reminiscenze Nu Metal nei chorus e delle linee vocali che a volte rasento il Core. Se vi piace catalogare tutto attualmente questo miscuglio di sonorità viene riconosciuto col nome di Groove Metal.
Fin dai primi ascolti si capisce che al gruppo piace un certo impatto sonoro ma che non rinunciano alla melodia. Piace essere ricordati e quindi difficilmente si discostano da quello che è il canonico formato canzone anche se non disdegno cambi di tempo e di sonorità soprattutto grazie all’ottimo lavoro delle due chitarre mentre la batteria abbastanza monotona va sempre di doppio pedale.
Intro folgorante con “Ashes”, veloce, martellante e molto Thrash nelle strofe che però purtroppo si rilassa in modo preoccupante durante il ritornello. La title track la troviamo in seconda posizione. È più varia del primo brano e presenta variazioni di ritmo più evidenti e uno stile che ricorda molto gli ultimi Slipknot risultando migliore della prima traccia. Si continua sullo stesso binario con “Salvation” che alterna dei riff minacciosi ad un chorus melodico di cantato pulito che mette in luce le notevoli capacità di Moody. Singolone che negli U.S.A. ha spaccato, “The Bleeding” è sicuramente il manifesto di questa prima fatica dei 5FDP. Parte piano da un arpeggino di chitarra per poi mostrare i muscoli in diverse forme dai riff accattivanti che formano la base al solo guitar molto heavy. Moody ci mostra quanto sia capace di variare tra toni bassi e alti, tra il growl impazzito del ritornello e la melodica cavalcata delle strofe. Un brano che merita veramente tutto il successo che ha avuto. “A Place To Die” è sapientemente messa dopo un “il pezzo” e quindi ne risente inevitabilmente ma è comunque un riempitivo di poco valore. Meglio perché la successiva “The Devil’s Own” sfiora di poco il capolavoro fatto con “The Bleeding” grazie a nuovi cambi di ritmo che benissimo si sposano con la profondità che il singer sa dare ad ogni frase sia cantata che urlata.
“White Knucles” e “Can’t Heal You” sembrano molto dei pezzi dei Killswitch Engage e non sfigurano nell’armonia dell’album. Molto più Power si presenta “Death Bifore Dishonor” mentre ottima conclusione spetta a “Meet The Monster” che vale l’alta qualità espressa nelle prime track del lavoro.
Se volete una proposta un po’ nuova che sappia matchare bene sonorità legate alla storia del metal con elementi più moderni, la musica dei 5FDP fa sicuramente per voi. Speriamo solo che non sia un progetto parallelo da esaurire nel virtuosismo di una singola uscita ma che ci sia sostanza stabile e continuativa che colmi un po’ la carenza di nuove proposte musicali di un certo valore.
NMT
Voto: 7,5
Voto: 7,5
TRACKLIST:
01. Ashes
02. The Way Of The Fist
03. Salvation
04. The Bleeding
05. A Place To Die
06. The Devil’s Own
07. White Knuckles
08. Never Enough
09. Stranger Than Fiction
10. Can’t Heal You
11. Death Before Dishonour
12. Meet The Monster
01. Ashes
02. The Way Of The Fist
03. Salvation
04. The Bleeding
05. A Place To Die
06. The Devil’s Own
07. White Knuckles
08. Never Enough
09. Stranger Than Fiction
10. Can’t Heal You
11. Death Before Dishonour
12. Meet The Monster