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GUNS N' ROSES
CHINESE DEMOCRACY
Da dove iniziare? Vediamo un po'... anno di grazia 1991, una delle più grandi band della storia dà alle stampe il sontuoso doppio album “Use your illusion I & II” e si congeda così dal proprio pubblico (inutile anche citare il successivo “The Spaghetti Incident”). I conflitti interni tra i membri, infatti, pongono definitivamente la parola fine su una carriera troppo breve, con soli 4 album di inediti all’attivo, quanto incredibilmente luminosa: i Guns N’ Roses signori e signore.
Mentre i vari Slash, Izzy, Duff e Matt proseguivano per la propria strada - chi con più fortuna e chi meno - il buon Axl si 'prodigava' per garantirsi il possesso del nome della band che quindi, tecnicamente, non si è mai sciolta.
E da qui ha inizio la nostra storia, ovvero quella dell’atteso nuovo studio album di cui, per la verità, viene presto annunciato titolo e uscita. Stiamo parlando di quel “Chinese Democracy” le cui vicissitudini farebbero impallidire anche gli sceneggiatori della soap 'Beautiful'. D’altra parte cosa sono 17 anni di attesa per un Axl Rose la cui genialità è pari solo alla follia?
Dopo infiniti annunci e smentite, arriviamo finalmente al fatidico 23/11/2008, giorno in cui l’album prende posto negli scaffali dei negozi di mezzo mondo.
In tutta onestà l’attesa non era poi così spasmodica, i nuovi Guns avevano già eseguito dal vivo i nuovi brani più di una volta durante i tour. La cosa che forse premeva più a fans di Axl era tuttalpiù  “fa che le canzoni del disco non siano queste”. Senza nessuno stupore troviamo invece nella tracklist molti dei brani da tempo circolanti tra sede live e internet.
La premessa fondamentale per approcciarsi a "Chinese Democracy" passa per l’obbligo di giudicare il lavoro al di là del fatto che sia etichettato come Guns N’ Roses; piuttosto va inteso come progetto solista perché, alla fine dei conti, di questo si tratta.
Dopo averlo ascoltato con molta attenzione, sono obbligato a dire che questo disco soffre più i 17 anni di attesa che gli improponibili confronti col passato glorioso: 15 tracce di cui se ne salvano una manciata sono un bottino un po’ troppo magro per giustificarli. Oppure no, Mr. Rose?
E dire che la partenza non era affatto male, la title-track è forse il pezzo che ne esce meglio, con quel tiro che manda indietro gli orologi di qualche decennio (dite la verità che l’acuto di Axl all’inizio della canzone ha emozionato anche voi). A parte questo episodio e le buone prove “Street Of Dreams”, “There Was A Time” e “Catcher In The Rye”, gli altri brani hanno poco a che fare con ciò che i Guns furono, ma guardano verso un rock di matrice più industrial e per certi versi più ‘pop-oriented’. Se analizzato in quest’ottica, allora forse non dispiaceranno canzoni come “Shackler’s Revenge” , “Better”, “If The World” o come “Sorry” che, comunque sia, si reggono su melodie credibili e parti strumentalmente ineccepibili. Curioso il break di “Madagascar” in cui si intrecciano parti di più film e un discorso di Martin Luther King con l’intro narrata che apre “Civil War”.
L’unica cosa difficile da digerire è l’uso smodato del whammy che contribuisce non poco a far rimpiangere la chitarra magica di Slash, capace di trasformare in capolavoro anche due semplici note.
Tutto sommato troviamo un Axl in buona forma a cui possiamo rimproverare solo di aver rotto il vecchio giocattolo (ma fate la pace, suvvia ragazzi...) e di aver dato alla luce questo album sotto il monicker Guns N’ Roses (macchiandone la carriera perfetta) quando sarebbe stato molto più onesto e meno ruffiano farlo uscire come Rose & Friends.
In questa occasione darò pertanto due voti, uno come disco dei Guns N’Roses, l’altro come disco di Axl Rose. A voi le giuste considerazioni. Voto 'Guns N’ Roses' 3. Voto Axl Rose 6,5.
Salvatore Dragone

TRACKLIST:

01 Chinese Democracy
02 Shackler’s Revenge
03 Better
04 Street Of Dreams
05 If The World
06 There Was A Time
07 Catcher In The Rye
08 Scraped
09 Riad N’ The Bedouins
10 Sorry
11 I.R.S.
12 Madagascar
13 This I Love
14 Prostitute