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AMON AMARTH
TWILIGHT OF THE THUNDER GOD

Chi non si è appassionato almeno una volta a storie epiche che vedevano il biondo ed eroico capellone tornito solo da una striminzita mutandina di pelliccia solcare i mari per dare la caccia a mostri venuti fuori dalle profondità remote degli oceani? Chiunque abbia anche solo un briciolo di passione per il metal si sarà sicuramente confrontato qualche volta con le storie proposte da gruppi come i Manowar, gli Iced Earth, i Bathory, gli Hammerfall e molti altri ancora di ogni genere e provenienza. La propensione a queste tematiche è sempre stata molto diffusa soprattutto nella discografia delle band scandinave con una particolare attenzione alla cultura vikinga.
Gli Amon Amarth sono forse il prodotto meglio riuscito tra quelli che narrano storie e leggende degli antichi abitanti delle coste del nord Europa proponendo da anni un Death Metal melodico stigmatizzato a perfezione su questi temi.
Il nuovo album si propone di continuare la saga del precedente “With Oden on our Side” non variando di molto il suono e risultando compatto attorno al genere sopraccitato che è storicamente il marchio di fabbrica della band.
Gli Amon Amarth, arrivati al settimo capitolo della loro più che decennale carriera, riescono ugualmente a valorizzare alcuni dei loro brani nonostante il ripetersi delle sonorità e dei testi ma nel lungo periodo dell’intera durate del disco perdono colpi e risultano ripetitivi.
Insomma tra colpi di martello a draghi marini, combattenti con il favore degli dei, ritorni dall’aldilà, navigate fino al limite degli oceani e sanguinose battaglie eroiche, ogni uscita degli Amon Amarth è un omaggio alla tradizione vikinga ben confezionato e ben prodotto, risultando però troppo legati al loro stesso sound.
A darci sapiente assaggio di tutto questo è sicuramente la title track, nonché opener e primo singolo dell’album. Cavalcata appassionante e di sicuro impatto. Thor, se c’è, sta sorridendo sotto il suo elmo.
Da qui in poi il settimo full-length dei nordici avanza inesorabile ma anche troppo granitico, valorizzato solo dalle ottime collaborazioni come quella di Lars Goran Petrov  nella cadenzata “Guardians of Asgaard”, forse il miglior pezzo del lotto. Gli Apocalyptica in “Live for the Kill” che impreziosiscono la seconda parte del brano con la loro capacità di creare atmosfere uniche essendo a loro volta unici nel creare un perfetto connubio tra chitarre e violoncelli.
La furia di “Where is your God?” risulta quasi impertinente verso gli ascoltatori cattolici. Ma non c’è un briciolo di malizia in questo, solo motivazione letterarie e storiografiche. Come unica lieve divagazione sul tema  troviamo “Varyags of Miklagaard”, pezzo più articolato sia nel songwriting che nella gestione degli strumenti apprezzabile comunque solo come estemporaneo intervallo nel mood del disco.
Per il resto il tema principale di ogni loro uscita si ripete continuamente in ogni riff delle chitarre e in ogni strofa. Cantano di orgoglioso coraggio e sentimenti eroici e in fin dei conti devono crederci veramente perché inserire per l’ennesima volta in un unico album tracce come “Tattered Banners and Bloody Flags”, “No Fear for the Setting Sun” e “The Hero” di coraggio e orgoglio per quello che si fa ce ne vuole. Tre canzoni fotocopia una in fila all’altra mi sembrano troppe.
Neanche la conclusione dell’epopea in “Embrace of the Endless Ocean” si rivela essere all’altezza delle prime tracce citate.
Certo in giro che tratta questo genere (e comunque non sono pochi) non si trova molto di meglio. Comunque tre canzoni di ottima fattura, specialmente se non sono capolavori, non fanno un buon album.
Rinchiusi nella propria nicchia gli Amon Amarth si rivelano proprio come i loro eroi: monolitici. Purtroppo, dopo l’impatto e l’esaltazione iniziale, anche noiosi.

NMT
Voto: 5
TRACKLIST:

01. Twilight of the Thunder God
02. Free Will Sacrifice
03. Guardians of Asgaard
04. Where Is Your God?
05. Varyags of Milkagaard
06. Tattered Banners and Bloody Flags
07. No Fear For the Setting Sun
08. The Hero
09. Live For the Kill
10. Embrace of the Endless Ocean