In un 2008 che entra di diritto nella storia della musica hard, essendo questa un'annata discografica di vacche più che grasse (verrebbe da dire 'obese', in una sorta di licenza pseudo-poetica) - segnata dai ritorni illustri di Metallica, Slipknot, Testament, Whitesnake, Cynic, eccetera (lasciando momentaneamente da parte quel che avverrà il 23 di questo novembre...) - non poteva di certo mancare il gruppo che incarna senza discussioni l’essenza stessa del rock: gli AC/DC!
“Black Ice”, quindicesimo studio album della loro carriera, arriva 8 anni dopo l'ultimo lavoro “Stiff Upper Lip”, riconsegnandoci un gruppo di cinque e dico cinque inossidabili ragazzacci (dopotutto se fai Young di cognome...) che proprio non ne vogliono sapere di chiudere la loro storia col mondo del rock, tutt'altro.
Album accattivante già dall’artwork (o meglio, dai quattro diversi artwork presentati) e che non tradisce le attese una volta inserito nel lettore: questa la prima impressione che "Black Ice" trasmette ai fans in ascolto. Niente di nuovo sotto il profilo musicale, per carità, ma solo dell’ottimo rock in pieno stile AC/DC come ci si aspettava e indubbiamente come si sperava: 15 brani, tutti rigorosamente in 4/4, di musica sincera e onesta, di quella che ti impedisce facilmente di rimanere seduto ad apprezzarla stimolando frenesìe partecipative che spingono a godersi le note saltando e cantando come matti.
Registrato in Canada sotto la guida di mister Brendan O’Brien, “rapito” mentre era al lavoro sul disco dei Supersuckers (cacchio, sono gli AC/DC, chi altri può permetterselo??), “Black Ice” promette di essere uno dei capitoli di maggior successo della band australiana, spinto da forti singoli del calibro di “Big Jack” e “Rock N' Roll Train”.
La formula degli AC/DC si è sempre dimostrata vincente nel tempo e la loro coerenza è stata premiata a suon di milioni di album venduti e concerti sold out ovunque; "Black Ice" andrà pertanto ad aggiungere l'ennesimo capitolo di successo nella meravigliosa storia di cinque ragazzi australiani il cui moniker ha sempre e solo un preciso significato: rock.
Questi sono, prendere o lasciare. Ma come si fa a non prendere il treno del rock n' roll?