"That's what I call entertainment". Con questa frase contenuta in un passaggio del testo di "Lights Out", canzone presente in tracklist, può essere riassunto il nuovo masterpiece firmato Mindless Self Indulgence: una popolarità in costante fase di crescita permette ai folli musicisti newyorkesi di uscire finalmente allo scoperto elevandosi dal concetto di 'band di nicchia' grazie ad un numero infinito di concerti in giro per il mondo che ha regalato loro l'agognata visibilità che avrebbero meritato già da molti anni. Il tour in compagnia dei My Chemical Romance ha certamente giovato alla popolarità del marchio Mindless Self Indulgence, i quali non perdono tempo regalandoci l'ennesima perla della loro carriera intitolata semplicemente "If".
La trascinante commistione dance-rap-electro-punk-jungle-rock-industrial contenuta nel nuovo album si rivela una bomba ad orologeria che non può lasciare indifferenti: la tracklist è colma di pezzi esaltanti guidati dalle funamboliche performance canore del fantastico Jimmy Urine, il quale sfodera una prestazione ai limiti dell'incredibile  divincolandosi con disarmante disinvoltura tra pezzi rappati, urlati e cantati sempre con il suo classico fare ironico giocherellando spesso e volentieri con ammiccamenti sessuali.
Dietro di lui i suoi compagni di avventura disegnano una trama musicale predominata come sempre dall'elettronica che si sposa in felici unioni ora con schitarrate rock/metal, ora con beats hip-hop, ora con la ruvida sincope della dance industriale, ora con carezze ai limiti del pop: minuto dopo minuto, delirio dopo delirio, le quindici tracce quindici del disco ci regalano attimi di totale follìa sonora creando un ambiente festaiolo ed allucinante che non lascia spazio a pause di riflessione, divertendo e coinvolgendo l'ascoltatore per tutto il minutaggio disponibile.
Sin dai primi secondi della splendida "Never Wanted To Dance", i Mindless Self Indulgence sparano una dopo l'altra elettrizzanti cartucce dorate mostrando il meglio del proprio inebriante repertorio, oltre che nella già citata traccia di apertura, in "Evening Wear", "Lights Out", "Get It Up", "Animal" e "Money": una prestazione brillante che non smette mai di sorprendere grazie alla classica orginalità e vulcanica inventiva della band come sempre farcita di strabordante ironìa.
I Mindless Self Indulgence ce l'hanno fatta ancora una volta consegnando alla storia l'ennesimo scioccante capolavoro che non mancherà di alienare nuovamente il proprio pubblico confermandosi senza ombra di dubbio tra le migliori proposte musicali in circolazione. Ma su questo non avevamo dubbi già da anni.