Dal 6 ottobre riparte GROOVE BOX
su Radio Lupo Solitario 90,7 FM!
La trasmissione andrà in onda ogni Giovedi dalle 20 alle 21!
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HELLYEAH
HELLYEAH
HELLYEAH
C'era molta curiosità attorno al nome Hellyeah. Non solo per la presenza di un Vinnie Paul Abbott alla sua prima esperienza ufficiale dopo la morte del fratello Dimebag, ma anche per assaporare il prodotto finale di un cocktail artistico sulla carta dotato di potenzialità elevate: Chad Gray e Greg Tribbett (Mudvayne) Tom Maxwell (Nothingface) e Jerry Montano (Danzig) shakerati all'ex batterista di Damageplan e Pantera hanno generato una miscela mediatica prima ancora che sonora, catalizzando verso di sè buona attenzione spesso causando una overdose di ricorso al termine 'supergruppo' visti i calibri in campo.
Le previsioni su carta riportavano una tendenza ad immaginare gli Hellyeah come un micidiale mix di Pantera (suggestione rafforzata anche dalle tipiche fiamme in copertina) e Mudvayne, la cinica obiettività post-ascolto comporta invece un raffreddamento dell'entusiasmo sollecitando la cattiveria che si annida nell'intelletto ad insinuare che i pezzi presenti in tracklist siano effettivamente delle b-sides poco ispirate di matrice Mudvayne aggregate a qualche avanzo dell'esperienza Damageplan, riarrangiate per l'occasione aggiungendo un groove figlio dell'hard-rock influenzato da atmosfere dal gusto southern.
Ciò non comporta tuttavia brani degni di nota eccezion fatta per l'opener "Hellyeah", dal testo certamente banale - incitando a bere whiskey e fumare erba fregandosene di tutto - ma dotata di ritmica coinvolgente; la tracklist scivola via senza lasciare tracce degne di nota cadendo più volte nell'anonimato e trasmettendo l'impressione di trovarci all'ascolto di pezzi scritti in dieci minuti unicamente per sfizio e divertimento dei musicisti in questione, senza troppe pretese nè particolari ambizioni.
Appare così palese che il progetto Hellyeah sia alquanto fine a sè stesso probabilmente dotato di vita breve, una sorta di 'valvola di sfogo' temporanea (tant'è che vero che Chad Gray e Greg Tribbett stanno sta già lavorando ad un nuovo album dei Mudvayne) per dare via libera alle stereotipate tendenze da 'tamarri del rock' per la cui realizzazione pare non sia stato richiesto nemmeno poi troppo impegno, come se l'obiettivo principale fosse unicamente la creazione di una colonna sonora adatta a qualche party alcoolico prima di tornare a dedicarsi ognuno ai propri progetti principali.
Un lavoro che si fa ascoltare facilmente e del quale altrettanto facilmente ci si scorda terminato l'ascolto. Senza infamia nè lode.
Le previsioni su carta riportavano una tendenza ad immaginare gli Hellyeah come un micidiale mix di Pantera (suggestione rafforzata anche dalle tipiche fiamme in copertina) e Mudvayne, la cinica obiettività post-ascolto comporta invece un raffreddamento dell'entusiasmo sollecitando la cattiveria che si annida nell'intelletto ad insinuare che i pezzi presenti in tracklist siano effettivamente delle b-sides poco ispirate di matrice Mudvayne aggregate a qualche avanzo dell'esperienza Damageplan, riarrangiate per l'occasione aggiungendo un groove figlio dell'hard-rock influenzato da atmosfere dal gusto southern.
Ciò non comporta tuttavia brani degni di nota eccezion fatta per l'opener "Hellyeah", dal testo certamente banale - incitando a bere whiskey e fumare erba fregandosene di tutto - ma dotata di ritmica coinvolgente; la tracklist scivola via senza lasciare tracce degne di nota cadendo più volte nell'anonimato e trasmettendo l'impressione di trovarci all'ascolto di pezzi scritti in dieci minuti unicamente per sfizio e divertimento dei musicisti in questione, senza troppe pretese nè particolari ambizioni.
Appare così palese che il progetto Hellyeah sia alquanto fine a sè stesso probabilmente dotato di vita breve, una sorta di 'valvola di sfogo' temporanea (tant'è che vero che Chad Gray e Greg Tribbett stanno sta già lavorando ad un nuovo album dei Mudvayne) per dare via libera alle stereotipate tendenze da 'tamarri del rock' per la cui realizzazione pare non sia stato richiesto nemmeno poi troppo impegno, come se l'obiettivo principale fosse unicamente la creazione di una colonna sonora adatta a qualche party alcoolico prima di tornare a dedicarsi ognuno ai propri progetti principali.
Un lavoro che si fa ascoltare facilmente e del quale altrettanto facilmente ci si scorda terminato l'ascolto. Senza infamia nè lode.
Tempo
Voto: 6
Voto: 6
TRACKLIST:
1. Hellyeah
2. You Wouldn't Know
3. Matter Of Time
4. Waging War
5. Alcohaulin' Ass
6. Goddamn
7. In The Mood
8. Star
9. Rotten To The Core
10. Thank You
11. Nausea
12. One More Thing
13. Alcohaulin' Ass (Acoustic Version)
1. Hellyeah
2. You Wouldn't Know
3. Matter Of Time
4. Waging War
5. Alcohaulin' Ass
6. Goddamn
7. In The Mood
8. Star
9. Rotten To The Core
10. Thank You
11. Nausea
12. One More Thing
13. Alcohaulin' Ass (Acoustic Version)