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CHEVELLE
VENA SERA
VENA SERA
I panni sporchi si lavano in famiglia. A questo diktat non fanno però fede del tutto i litigiosi fratelli Loeffler dopo la polemica esclusione dalla band del bassista Joe, talmente mal digerita da quest'ultimo il quale ha promesso (e mantenuto) una reazione comportamentale (tagliato ogni contatto con i fratelli) e una reazione legale affidata agli avvocati.
Dal canto loro i rimanenti due Chevelle, Pete e Sam vere anime compositrici della band, hanno trovato prontamente il rimpiazzo manco a dirlo in famiglia anche stavolta, ingaggiando il cognato Dean Bernardini assieme al quale presentano al pubblico la propria quarta fatica di studio intitolata "Vena Sera".
Come al solito le penetranti e minuziose parti vocali di Pete fungono da caratteristica portante, regalando ai brani una intensa carica emozionale; il frontman compie un buon lavoro anche sulle parti di chitarra, pulite, curate ed atmosferiche come consuetudine accompagnato dalla precisa batteria di Sam sempre puntuale nel dettare tempi e ritmiche. Le linee di basso interpretate dal cognato Dean danno l'impressione di essere meggiormente rilevanti rispetto al lavoro svolto in passato dal fratello ripudiato, arricchendo di conseguenza il sound che risulta così più stabile e maturo. La sostanziale differenza dalle precedenti release sta probabilmente nella fumosa rabbia interiore che avvolge il disco, ricorrendo in misura minore alle atmosfere malinconiche punti di forza di "This Type Of Thinkin" e soprattutto dello splendido "Wonder What's Next" in funzione di composizioni più veloci e dirette, rifacendosi in parte all'esordio "Point #1": la voce di Pete abbandona in più segmenti l'angoscia introspettiva lasciando trasparire una carica più rabbiosa ed intensa, portando spesso a galla inopinabili punti di contatto con Maynard Keenan ("Antisaint") e Chino Moreno ("Well Enough Alone").
Seppur per la maggior parte incentrato sulla distorsione derivante da pezzi dinamici ed abrasivi dotati di buon tiro ("Brainiac" la migliore del lotto), l'album non è certo orfano delle immancabili splendide melodie alle quali è più facile associare il marchio Chevelle: per la logica del 'pochi ma buoni' la presenza delle classiche emozioni elettricizzate è limitata alle sole "Saferwaters", la closer "Saturdays" e la stupenda "Paint The Seconds", uno degli highlights di questo lavoro dimostrando ancora una volta l'innata predisposizione di Pete Loeffler a creare ballate sempre encomiabili e coinvolgenti.
Inferiore - ovviamente - all'inarrivabile "Wonder What's Next" ma migliore del suo più diretto (e meno ispirato) predecessore "This Type Of Thinkin", "Vena Sera" è la conferma definitiva che si attendeva dal trio di Chicago; Chevelle è ormai a tutti gli effetti un nome sicuro sul quale puntare per ottenere rock di qualità. Coinvolgimento assicurato.
Dal canto loro i rimanenti due Chevelle, Pete e Sam vere anime compositrici della band, hanno trovato prontamente il rimpiazzo manco a dirlo in famiglia anche stavolta, ingaggiando il cognato Dean Bernardini assieme al quale presentano al pubblico la propria quarta fatica di studio intitolata "Vena Sera".
Come al solito le penetranti e minuziose parti vocali di Pete fungono da caratteristica portante, regalando ai brani una intensa carica emozionale; il frontman compie un buon lavoro anche sulle parti di chitarra, pulite, curate ed atmosferiche come consuetudine accompagnato dalla precisa batteria di Sam sempre puntuale nel dettare tempi e ritmiche. Le linee di basso interpretate dal cognato Dean danno l'impressione di essere meggiormente rilevanti rispetto al lavoro svolto in passato dal fratello ripudiato, arricchendo di conseguenza il sound che risulta così più stabile e maturo. La sostanziale differenza dalle precedenti release sta probabilmente nella fumosa rabbia interiore che avvolge il disco, ricorrendo in misura minore alle atmosfere malinconiche punti di forza di "This Type Of Thinkin" e soprattutto dello splendido "Wonder What's Next" in funzione di composizioni più veloci e dirette, rifacendosi in parte all'esordio "Point #1": la voce di Pete abbandona in più segmenti l'angoscia introspettiva lasciando trasparire una carica più rabbiosa ed intensa, portando spesso a galla inopinabili punti di contatto con Maynard Keenan ("Antisaint") e Chino Moreno ("Well Enough Alone").
Seppur per la maggior parte incentrato sulla distorsione derivante da pezzi dinamici ed abrasivi dotati di buon tiro ("Brainiac" la migliore del lotto), l'album non è certo orfano delle immancabili splendide melodie alle quali è più facile associare il marchio Chevelle: per la logica del 'pochi ma buoni' la presenza delle classiche emozioni elettricizzate è limitata alle sole "Saferwaters", la closer "Saturdays" e la stupenda "Paint The Seconds", uno degli highlights di questo lavoro dimostrando ancora una volta l'innata predisposizione di Pete Loeffler a creare ballate sempre encomiabili e coinvolgenti.
Inferiore - ovviamente - all'inarrivabile "Wonder What's Next" ma migliore del suo più diretto (e meno ispirato) predecessore "This Type Of Thinkin", "Vena Sera" è la conferma definitiva che si attendeva dal trio di Chicago; Chevelle è ormai a tutti gli effetti un nome sicuro sul quale puntare per ottenere rock di qualità. Coinvolgimento assicurato.
Tempo
Voto: 7
Voto: 7
TRACKLIST:
1. Antisaint
2. Brainiac
3. Saferwaters
4. Well Enough Alone
5. Straight Jacket Fashion
6. The Fad
7. Humanoid
8. Paint The Seconds
9. Midnight To Midnight
10. I Get It
11. Saturdays
1. Antisaint
2. Brainiac
3. Saferwaters
4. Well Enough Alone
5. Straight Jacket Fashion
6. The Fad
7. Humanoid
8. Paint The Seconds
9. Midnight To Midnight
10. I Get It
11. Saturdays