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POWERMAN 5000
DESTROY WHAT YOU ENJOY

Non si può certo dire che gli albi del metal-fumetto dei Powerman 5000 siano monotoni e ripetitivi… dal ’97 fino ad oggi ne abbiamo viste di tutti i colori: scaramucce tra ninja crossover e vigilanti funky, viaggi interstellari su navicelle alimentate a nu-metal, trasformazioni para-indie e mutazioni garage-rock… cinquemila colpi di coda ed effetti speciali che hanno teleportato il platinato frontman Spider fino al 2006. Il fratellino di Rob Zombie è un vero sopravvissuto: come eroi consumati quali Ken il Guerriero e Capitan America ha perso tanti compagni… ma in modo senza dubbio meno drammatico! I comprimari storici (Dorian 27, Al 3, M. 33 e Adam 12 – per usare i nomi di battaglia dell’era “Tonight the stars revolt!”) hanno abbandonato la base e sono stati via via sostituiti da nuove reclute fino a rivoluzionare completamente il cast di musicisti orbitante intorno al powerboss; ultimi arrivati sono i chitarristi Johnny Heatley – proveniente dagli Halfcocked – e Terry Corso, che si è fatto un nome frequentando l’allegro formichiere degli Alien Ant Farm. Come se non bastasse i Powerman 5000 hanno cambiato anche casa discografica (dalla Dreamworks sono passati alla DRT Entertainment)… il cambio di pelle è pertanto pressoché totale, perché l’ascolto di “Destroy what you enjoy” ci presenta una band rinnovata e quasi irriconoscibile… dimenticatevi il crossover ed il nu-metal: i Powerman 5000 ora suonano punk!
Saltando di palo in frasca con la naturalezza con cui l’Uomo Ragno tesse la sua tela, la disorientante cricca di Spider – neo-fan dei Sex Pistols – viaggia indietro nel tempo di qualche anno, aborrendo il punk-pop patinato e caramelloso della MTV Generation e rifacendosi indicativamente al sound greggio di NOFX, Rancid o dei primi Offspring, come nell’alcolica “Walking disaster”, nella brutta, sporca e cattiva “Enemies” (con pernacchia finale!) o in “Return to the city of the dead”, un ritorno in incognito alla “città dei morti” raccontata in un vecchio pezzo del gruppo… Parli di zombie e spuntano i fantasmi: in “All my friends are ghosts” il nu-metal è uno spettro rarefatto che non impressiona più, mentre spiritelli radiofonici aleggiano nel caso della ballabile “Wild world” e del chorus banalotto di “Who do you think you are?”. La tiepida “Now that’s rock ‘n roll” scopre l’acqua calda seguendo le tracce di una title-track che si incunea nel filone garage/retrò/hard-rock degli australiani Jet… Rimangono da citare i due “Construction of the masses” (intro ed interludio), in cui il recitato di Spider confina col rappato, il tentativo country – addirittura! – di “Miss America”, “Heroes and villains”, un brano dal vivo che chiude l’album con un accenno improvvisato di “We will rock you” dei Queen… “last but not least” due parole su “Murder”, in cui i “Punkerman 5000” si esaltano con una bella rincorsa post-nu-punk ineguagliata nei 38 minuti e mezzo del disco.
Le vie della fantasia sono infinite ma certi personaggi faticano a funzionare in contesti completamente diversi da quelli in cui sono stati concepiti: impossibile piazzare Tex in una strip umoristica, immaginare Asterix in un racconto di Sin City o Corto Maltese in una storia di fantascienza… allo stesso modo, questa versione punk dei Powerman 5000 non convince appieno (“Transform”, che pur lasciava intuire qualcosa del genere, appariva più riuscito e bilanciato). Inutile crucciarsi: a Mr. Spider piace cambiare… anche se questo vuol dire “distruggere ciò che ci piaceva” dei Powerman 5000.

Silvio52
Voto: 5,5
TRACKLIST:

1. Construction Of The Masses Pt. 1
2. Destroy What You Enjoy
3. Return To The City Of The Dead
4. Wild World
5. Enemies
6. Murder
7. Now That’s Rock ‘N Roll
8. All My Friends Are Ghosts
9. Walking Disaster
10. Who Do You Think You Are?
11. Construction Of The Masses Pt. 2
12. Miss America
13. Heroes And Villains (Live)