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ICEPICK
VIOLENT EPIPHANY
VIOLENT EPIPHANY
Icepick è il nome dietro al quale si cela un side-project firmato Jamey Jasta, il focoso cantante degli Hatebreed il quale per l'occasione ha riunito Lord Ezec (Skarhead), Frank Novinec (Ringworm, Terror, Integrity, oggi anch'egli negli Hatebreed) e Zeuss in versione chitarrista sebbene sia un conosciuto produttore, fra gli altri, di Hatebreed, Shadows Fall, Throwdown e God Forbid.
Analizziamo subito un punto: su quattro membri ufficiali, due fanno parte a tempo pieno degli Hatebreed mentre un altro ne è produttore. Come potranno quindi suonare gli Icepick? "Come gli Hatebreed" è quasi la risposta esatta. Sì, quasi. Non del tutto.
Perchè nonostante venga da sorridere ripensando ad un Jamey Jasta che impavido dichiara di utilizzare i side-projects per fare musica diversa per poi ritrovarlo coinvolto in qualcosa che effettivamente molto diverso non è, bisogna ammettere che "Violent Epiphany" è un credibile disco di hardcore metal e risulta più genuino ed onesto di molte altre pubblicazioni appartenenti ad un panorama che, volenti o nolenti, sta sempre più catalizzando l'attenzione del mercato rischiando un'overdose di pericolose trasfusioni di ammiratori provenienti dai frangettosi mondi della melodia da muro del pianto applicata al metalcore. Perchè si sa, ogni tanto la violenza fa tendenza.
Le differenze dagli Hatebreed, come volevo far intedere poco fa, sono poche ma ci sono: l'intento degli Icepick è quello di fondere gli elementi portanti dell'hardcore con una tecnica più spiccatamente incline al thrash-metal targato Slayer, la cui influenza appare lampante ed inconfondibile in molti punti del disco sia nei riffoni sia nella parte vocale di competenza di Lord Ezec (aka Danny Diablo); sono altresì riconoscibili ulteriori influenze derivanti dai primi Biohazard ed anche piccoli accenni 'aromatizzanti' presi dal repertorio death-metal. Tutto fa brodo.
Il tutto viene plasmato in un sound unitario e compatto, violento ma con poche differenze tra le dodici tracce dodici che compongono la tracklist: la presenza di alcune guest-stars quali Ice T (proprio lui), Roger Miret degli Agnostic Front, Freddy Cricien dei Madball, Al Barr dei Dropkick Murphys e Paul Bearer (quello degli Sheer Terror, non l'ex manager di Undertaker, nda) richiamano forse maggior attenzione ma aggiungono comunque poco di più alla complessiva qualità della release licenziata Stillborn Records.
Tra gli highlights del disco bisogna annoverare "Real Recognizes Real", "Devotion Measures Strength", "Violent Epiphany", "Creations of Chaos" e "This Can Never Be Undone".
Non fatevi ingannare dal mio personale voto finale poichè musicalmente "Violent Epiphany" è un bel disco solido, forte, godibile ed apprezzabile ma la cui maggior pecca evidente è quella di essere un lavoro troppo derivativo e probabilmente fine a sè stesso, non aggiungendo di fatto assolutamente nulla al panorama musicale in questione.
Analizziamo subito un punto: su quattro membri ufficiali, due fanno parte a tempo pieno degli Hatebreed mentre un altro ne è produttore. Come potranno quindi suonare gli Icepick? "Come gli Hatebreed" è quasi la risposta esatta. Sì, quasi. Non del tutto.
Perchè nonostante venga da sorridere ripensando ad un Jamey Jasta che impavido dichiara di utilizzare i side-projects per fare musica diversa per poi ritrovarlo coinvolto in qualcosa che effettivamente molto diverso non è, bisogna ammettere che "Violent Epiphany" è un credibile disco di hardcore metal e risulta più genuino ed onesto di molte altre pubblicazioni appartenenti ad un panorama che, volenti o nolenti, sta sempre più catalizzando l'attenzione del mercato rischiando un'overdose di pericolose trasfusioni di ammiratori provenienti dai frangettosi mondi della melodia da muro del pianto applicata al metalcore. Perchè si sa, ogni tanto la violenza fa tendenza.
Le differenze dagli Hatebreed, come volevo far intedere poco fa, sono poche ma ci sono: l'intento degli Icepick è quello di fondere gli elementi portanti dell'hardcore con una tecnica più spiccatamente incline al thrash-metal targato Slayer, la cui influenza appare lampante ed inconfondibile in molti punti del disco sia nei riffoni sia nella parte vocale di competenza di Lord Ezec (aka Danny Diablo); sono altresì riconoscibili ulteriori influenze derivanti dai primi Biohazard ed anche piccoli accenni 'aromatizzanti' presi dal repertorio death-metal. Tutto fa brodo.
Il tutto viene plasmato in un sound unitario e compatto, violento ma con poche differenze tra le dodici tracce dodici che compongono la tracklist: la presenza di alcune guest-stars quali Ice T (proprio lui), Roger Miret degli Agnostic Front, Freddy Cricien dei Madball, Al Barr dei Dropkick Murphys e Paul Bearer (quello degli Sheer Terror, non l'ex manager di Undertaker, nda) richiamano forse maggior attenzione ma aggiungono comunque poco di più alla complessiva qualità della release licenziata Stillborn Records.
Tra gli highlights del disco bisogna annoverare "Real Recognizes Real", "Devotion Measures Strength", "Violent Epiphany", "Creations of Chaos" e "This Can Never Be Undone".
Non fatevi ingannare dal mio personale voto finale poichè musicalmente "Violent Epiphany" è un bel disco solido, forte, godibile ed apprezzabile ma la cui maggior pecca evidente è quella di essere un lavoro troppo derivativo e probabilmente fine a sè stesso, non aggiungendo di fatto assolutamente nulla al panorama musicale in questione.
Tempo
Voto: 6,5
Voto: 6,5
TRACKLIST:
01. Devotion Measures Strength
02. Bitter Twisted Memory
03. Tomorrow Is Not A Promise
04. Violent Epiphany
05. Creations Of Chaos
06. With On Ideal
07. Show Of Force
08. This Can Never Be Undone
09. Nothing Without Loyaly
10. Real Recognizes Real
11. Onward To Victory
12. Born To Crush You
01. Devotion Measures Strength
02. Bitter Twisted Memory
03. Tomorrow Is Not A Promise
04. Violent Epiphany
05. Creations Of Chaos
06. With On Ideal
07. Show Of Force
08. This Can Never Be Undone
09. Nothing Without Loyaly
10. Real Recognizes Real
11. Onward To Victory
12. Born To Crush You