Trenta canzoni spalmate su due cd: si presenta così “Masters Of Horror”, colonna sonora dell’omonima serie televisiva di tredici episodi (da un’ora ciascuno) partoriti dalle più geniali ed illustri firme del cinema dell’orrore: John Carpenter, Don Coscarelli, John Landis & figlio, Stuart Gordon, Tobe Hopper, Mick Garris, Joe Dante, William Malone, Larry Cohen, John McNaughton, Takashi Miike, Lucky McKee ed anche il nostro Dario Argento, tutti assieme per una eccezionale serie creata in stile b-movies, ispirandosi a quegli horror a basso costo che negli anni addietro spopolavano nei drive-in.
Ma a noi interessa il lato musicale, e lato musicale sia.
La soundtrack viene prettamente basata sull’alternato intreccio superficialmente generalizzabile in un fantomatico scontro metal (& derivati) vs. punk (& derivati); tra b-sides, covers, inediti e registrazioni live ce n’è davvero per tutti i gusti: death metal, nu-metal, hardcore, metalcore, emocore, punkrock, metal e chi più ne ha più ne metta…insomma un interessante mix di generi da far coesistere, forzatamente o meno, come fosse un virtuale puzzle musicale.
“L’horror nel cinema è come l’hard rock nella musica” dichiarano gli addetti ai lavori, e sembra siano in molti a pensarla così: numerosi infatti sono gli intrecci - presenti e passati - tra i due mondi, considerabili ormai due elementi inscindibili e solidamente associati, un sodalizio praticamente esente da controindicazioni; l’intento delle colonne sonore comunque non è semplicemente quello di pubblicizzare un film: l’intento di una colonna sonora è anche quello di creare una vetrina nella quale dare spazio a band minori o meno conosciute, una immaginaria lenza al cui amo vengono applicate invitanti esche dai nomi altisonanti per catalizzare l’attenzione della massa ed indirizzarla di riflesso verso le band meno conosciute di cui sopra.
Mudvayne, Funeral For A Friend, Shadows Fall, Bloodsimple, From Autumn To Ashes, Avenged Sevenfold, Mastodon, In Flames, Thursday, Every Time I Die ed il grande Serj Tankian (con Buckethead, of course) dovrebbero di per sè bastare per suscitare l’interesse dei Groovy People, potendo inoltre contare su un corollario di ulteriori proposte assolutamente degne di nota come Norma Jean (insolitamente pacati), It Dies Today (con una buona cover dei Depeche Mode), Andrew Wk, Death By Stereo, Alkaline Trio, The Bled e via discorrendo tutti gli altri gruppi. Quantità e qualità.