Dal 6 ottobre riparte GROOVE BOX
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RELAYPSE
MEXICO
MEXICO
"Nel 2000 abbiamo cambiato genere e nome passando da un rap metal stile Rage Against the Machine alle nuove tendenze HC/Nu-metal in stile Clawfinger, Godsmack, Disturbed e Static-X." Ditemi voi al giorno d'oggi quante band avete sentito esprimere con tale sincerità di seguire le tendenze che periodicamente affollano l'universo musicale. Pochissime. Una vera rarità. Tutti trincerati dietro alle solite noiose frasi pre-stampate 'non vogliamo essere inclusi in un solo genere' oppure 'facciamo quello che ci sentiamo senza seguire le tendenze', un pò come fanno tutti i calciatori. Ammirabile onestà da parte di questi Relaypse, bisogna darne atto.
Combo di origine milanese, l'etimologia del nome deriva dall'erronea pronuncia del termine 'Relapse' inizialmente scelto dalla band salvo poi scoprire che si trattava di un nome già utilizzato: perfetto caso da 'non tutti i mali vengono per nuocere'. Il nome Relaypse infatti suona certamente più accattivante, originale e furbescamente inconfondibile anche dai motori di ricerca, come ammesso dallo stesso cantante del gruppo.
La fulminea partenza della title-track lascia spazio a pochi dubbi: i System Of A Down fanno parte del background della band.
Il groove di partenza infatti deriva più che altro dal filone nu-metal più grezzo e distorto, con nomi quali Korn, Godsmack, Disturbed ed appunto System Of A Down ad influenzare molti bridge strumentali, senza comunque lesinare richiami a gente come Pantera, Machine Head e Alice In Chains.
Le parti vocali si dividono a loro modo tra Serj Tankian, Jon Davis, il Dez Fafara dei tempi Chamberiani e, senza andare troppo lontano e guardando in casa nostra, il buon GL degli Extrema mescolati a passaggi più tendenti all'effettata ironìa vocale di Mike Patton. Ed è questo che non manca certo ai Relaypse: l'ironìa.
Prendiamo ad esempio il goliardico ritornello della title-track "Mexico" oppure l'improvviso riff che 'coverizza' la famosissima sigla di "Supercar" nella parte centrale di "Devon", o ancora l'intermezzo techno introdotto nella traccia non a caso denominata "Discotheque"; da ciò scaturisce chiara l'intenzione di fare musica solida e seria (e finalmente ben registrata, cosa non comune ai gruppi nati sotto il tricolore) pur prendendosi in giro, lasciando trasparire l'evidente voglia di pompare gli amplificatori senza rinunciare a divertirsi, principio a mio avviso fondamentale quando si vuole suonare e creare canzoni.
A supporto di ciò va inoltre segnalato che la band è stata scelta come gruppo ufficiale della nostrana federazione di sport-entertainment, la XIW (Xtreme Italian Wrestling) e la traccia #8 "Lost For The Victory" ne è diventata la colonna sonora ufficiale.
Nessun grido al miracolo, nessuna facile esaltazione dettata da un falso nazionalismo di comodo troppo spesso abusato, i Relaypse non sono - e probabilmente a loro non interessa esserlo neanche un pò - il nuovo fenomeno della musica italiana o metal in generale, ma la propria parte la recitano in maniera genuina e più che sufficiente.
Combo di origine milanese, l'etimologia del nome deriva dall'erronea pronuncia del termine 'Relapse' inizialmente scelto dalla band salvo poi scoprire che si trattava di un nome già utilizzato: perfetto caso da 'non tutti i mali vengono per nuocere'. Il nome Relaypse infatti suona certamente più accattivante, originale e furbescamente inconfondibile anche dai motori di ricerca, come ammesso dallo stesso cantante del gruppo.
La fulminea partenza della title-track lascia spazio a pochi dubbi: i System Of A Down fanno parte del background della band.
Il groove di partenza infatti deriva più che altro dal filone nu-metal più grezzo e distorto, con nomi quali Korn, Godsmack, Disturbed ed appunto System Of A Down ad influenzare molti bridge strumentali, senza comunque lesinare richiami a gente come Pantera, Machine Head e Alice In Chains.
Le parti vocali si dividono a loro modo tra Serj Tankian, Jon Davis, il Dez Fafara dei tempi Chamberiani e, senza andare troppo lontano e guardando in casa nostra, il buon GL degli Extrema mescolati a passaggi più tendenti all'effettata ironìa vocale di Mike Patton. Ed è questo che non manca certo ai Relaypse: l'ironìa.
Prendiamo ad esempio il goliardico ritornello della title-track "Mexico" oppure l'improvviso riff che 'coverizza' la famosissima sigla di "Supercar" nella parte centrale di "Devon", o ancora l'intermezzo techno introdotto nella traccia non a caso denominata "Discotheque"; da ciò scaturisce chiara l'intenzione di fare musica solida e seria (e finalmente ben registrata, cosa non comune ai gruppi nati sotto il tricolore) pur prendendosi in giro, lasciando trasparire l'evidente voglia di pompare gli amplificatori senza rinunciare a divertirsi, principio a mio avviso fondamentale quando si vuole suonare e creare canzoni.
A supporto di ciò va inoltre segnalato che la band è stata scelta come gruppo ufficiale della nostrana federazione di sport-entertainment, la XIW (Xtreme Italian Wrestling) e la traccia #8 "Lost For The Victory" ne è diventata la colonna sonora ufficiale.
Nessun grido al miracolo, nessuna facile esaltazione dettata da un falso nazionalismo di comodo troppo spesso abusato, i Relaypse non sono - e probabilmente a loro non interessa esserlo neanche un pò - il nuovo fenomeno della musica italiana o metal in generale, ma la propria parte la recitano in maniera genuina e più che sufficiente.
Tempo
TRACKLIST:
1. Mexico
2. I Try
3. Devon
4. Not King
5. Discotheque
6. Autolove
7. Go Away
8. Lost For The Victory
1. Mexico
2. I Try
3. Devon
4. Not King
5. Discotheque
6. Autolove
7. Go Away
8. Lost For The Victory