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THIS TYPE OF THINKING
Recita Caparezza "Il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista": riportata agli Chevelle la definizione non è ovviamente del tutto esatta, essendo "This Type Of Thinking (Could Do Us In)" il terzo album nella carriera del brillante trio di Chicago.
In termini di pubblicazioni 'major' comunque questo risulta essere realmente la seconda creazione dei tre geniali fratelli, ora costretti a guadagnarsi la consacrazione definitiva dopo l'esplosione del capolavoro "Wonder What's Next", e si sa che la conferma è da sempre molto più difficile dell'esplosione iniziale.
Non a caso probabilmente, causa paura di osare, di fallire, di ripiombare in un oblìo mediatico che ha accolto tra le sue braccia molte meteore del passato, ha probabilmente influenzato i Loeffler, al punto di proporci quasi una riedizione rivisitata del pluriacclamato "Wonder What's Next"; questa non deve essere intesa come una critica da parte mia, ma certo non si può negare l'evidenza poichè le similitudini tra i due album sono evidenti.
La situazione è comunque perfettamente capibile: i tre ragazzi non hanno ancora la maturità e l'esperienza necessaria per potersi permettere un cambio di direzione concesso invece a mostri sacri come ad esempio Slipknot, Deftones e Korn, per cui non facciamone loro una colpa. O forse semplicemente non sentivano il bisogno di dover cercare qualcosa di diverso. Perchè avrebbero dovuto cambiare? Il loro stile è questo, la loro musica è questa. Punti di vista. Anche perchè questo nonostante tutto è un disco che suona decisamente e maledettamente bene.
Complessivamente più curato del suo predecessore, manca il singolone di turno, non per concetto strutturale (queste nuove canzoni infatti non hanno a mio parere nulla da invidiare a quelle di "Wonder What's Next") ma probabilmente perchè viene a mancare quell'effetto sorpresa risultato invece determinante in passato; "Vitamin R (Leading Us Along)", "The Clincher", "Panic Prone" e "Bend The Bracket" nascono nella scìa delle più titolate "Send The Pain Below", "The Red", "Closure" e "One Lonely Visitor" mentre la parte più rockeggiante stavolta è affidata a "Another Know It All" e "Tug-O-War"; la mia preferita rimane comunque "Still Running", a mio giudizio leggermente superiore al resto del disco.
L'intelletto dei supercritici fanatici dell'innovazione troverà certamente sfogo nelle similitudini che accomunano i lavori dei fratelli Loeffler, ma resta comunque il fatto che questo trio ha le capacità per fare grandi cose, il loro valore è incontestabile e il loro modo di suonare e di creare canzoni suscita emozioni, una qualità appartenente a pochissime altre band che oltrepassa il semplice modo di intendere la musica in un superficiale concetto sonoro; gli Chevelle vanno oltre, gli Chevelle creano atmosfera, trasmettono stati d'animo, suscitano emozioni di vario genere.
Per cui se "Wonder What's Next" vi era piaciuto non vedo alcun motivo per il quale non possa piacervi anche questo "This Type Of Thinking (Could Do Us In)"; non fatevi influenzare dalle facili critiche, semplicemente prendete questo disco e vivetelo per conto vostro, senza curarvi troppo degli inutili bla bla bla su similitudini, scontatezza, banalità e quant'altro i detrattori si inventeranno nella vana speranza di distruggere una delle migliori band che la scena musicale degli ultimi anni ha prodotto.
Voto: 6,5
1. The Clincher
2. Get Some
3. Vitamin R (Leading Us Along)
4. Still Running
5. Breach Birth
6. Panic Prone
7. Another Know It All
8. Tug-O-War
9. To Return
10. Emotional Drought
11. Bend The Bracket