Dal 6 ottobre riparte GROOVE BOX
su Radio Lupo Solitario 90,7 FM!
La trasmissione andrà in onda ogni Giovedi dalle 20 alle 21!
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HOOBASTANK
THE REASON
THE REASON
Quando vidi in concerto per la prima volta gli Hoobastank non avevo la minima
idea di chi fossero; arrivarono a Milano nel febbraio 2002 di spalla a Incubus
e 311 ma la loro esibizione mi colpì talmente favorevolmente che mi procurai
velocemente il loro album.
Peccato però che sul disco non mi entusiasmarono più di tanto, costringendomi a classificarli come una buona band ma troppo somigliante agli stessi Incubus (persino nel concerto da me prima citato il cantante degli Hoobastank aveva movenze molto simili al bel Brandon Boyd, come per esempio la manìa di rimanere a torso nudo sfoderando un fisico asciutto e palestrato).
Recentemente ho invece rivalutato alla grande questo gruppo quando ho ascoltato per la prima volta il fantastico primo singolo "Out Of Control"; energia devastante e tiro micidiale il nuovo cocktail proposto, portandomi quasi a dubitare della paternità di questa canzone. Dopo aver comunque trovato conferme che non lasciassero più spazio a dubbi ho dovuto ricredermi: gli Hoobastank erano tornati più incazzati che mai.
Per questo che non vedevo l'ora di procurarmi questo nuovo album, sperando che "Out Of Control" non fosse solo un unico episodio casuale ma che trovasse riscontro nel resto del disco e così è stato; già dalla traccia di apertura "Same Direction" Doug Robb e soci mettono le cose in chiaro, l'album è solo un lontano parente del precedente, il sound impresso al nuovo lavoro è qualcosa di sorprendente e soprattutto pieno di grinta. Dall'eccezionale "Out Of Control" si passa ad altre canzoni con un ottimo tiro fino all'incirca a metà disco (non tragga in inganno l'inizio soft di "What Happened To Us"), il quale dalla sesta traccia "Lucky" cala un pò, lasciando più spazio a buone melodie culminanti nella splendida title-track "The Reason", emozionante e coinvolgente, per poi riprendere coraggio per qualche minuto con "Let It Out" e infine riadagiarsi su di un materasso sentimentale ma non troppo fino alla traccia di chiusura "Disappear".
Deludente la scarsa grafica dell'artwork della copertina e poche cose interessanti nel booklet, quasi completamente dominato dal colore bianco e contenente i testi delle canzoni ma niente di più.
Tutto sommato comunque un ottimo disco nettamente migliore del suo predecessore che segna decisamente una maturazione artistica consolidata per questi quattro ragazzi californiani.
Peccato però che sul disco non mi entusiasmarono più di tanto, costringendomi a classificarli come una buona band ma troppo somigliante agli stessi Incubus (persino nel concerto da me prima citato il cantante degli Hoobastank aveva movenze molto simili al bel Brandon Boyd, come per esempio la manìa di rimanere a torso nudo sfoderando un fisico asciutto e palestrato).
Recentemente ho invece rivalutato alla grande questo gruppo quando ho ascoltato per la prima volta il fantastico primo singolo "Out Of Control"; energia devastante e tiro micidiale il nuovo cocktail proposto, portandomi quasi a dubitare della paternità di questa canzone. Dopo aver comunque trovato conferme che non lasciassero più spazio a dubbi ho dovuto ricredermi: gli Hoobastank erano tornati più incazzati che mai.
Per questo che non vedevo l'ora di procurarmi questo nuovo album, sperando che "Out Of Control" non fosse solo un unico episodio casuale ma che trovasse riscontro nel resto del disco e così è stato; già dalla traccia di apertura "Same Direction" Doug Robb e soci mettono le cose in chiaro, l'album è solo un lontano parente del precedente, il sound impresso al nuovo lavoro è qualcosa di sorprendente e soprattutto pieno di grinta. Dall'eccezionale "Out Of Control" si passa ad altre canzoni con un ottimo tiro fino all'incirca a metà disco (non tragga in inganno l'inizio soft di "What Happened To Us"), il quale dalla sesta traccia "Lucky" cala un pò, lasciando più spazio a buone melodie culminanti nella splendida title-track "The Reason", emozionante e coinvolgente, per poi riprendere coraggio per qualche minuto con "Let It Out" e infine riadagiarsi su di un materasso sentimentale ma non troppo fino alla traccia di chiusura "Disappear".
Deludente la scarsa grafica dell'artwork della copertina e poche cose interessanti nel booklet, quasi completamente dominato dal colore bianco e contenente i testi delle canzoni ma niente di più.
Tutto sommato comunque un ottimo disco nettamente migliore del suo predecessore che segna decisamente una maturazione artistica consolidata per questi quattro ragazzi californiani.
Tempo
Voto: 7
Voto: 7
TRACKLIST:
01. Same Direction
02. Out Of Control
03. What Happened To Us?
04. Escape
05. Just One
06. Lucky
07. From The Heart
08. The Reason
09. Let It Out
10. Unaffected
11. Never There
12. Disappear
01. Same Direction
02. Out Of Control
03. What Happened To Us?
04. Escape
05. Just One
06. Lucky
07. From The Heart
08. The Reason
09. Let It Out
10. Unaffected
11. Never There
12. Disappear