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NO HEROES
Partendo dal presupposto che stiamo parlando di una delle band hardcore-psico-noise più brillanti di tutti i tempi possiamo subito dire che, dopo un breve ascolto, in questo nuovo prodotto salta subito all’orecchio la differenza di suoni rispetto ai lavori passati; non particolarmente in confronto al precedente “You Fail Me” quanto invece se paragonato a lavori passati quali – per esempio - “When Forever Comes Crashing”.
Il paragone sembra quasi banale e forse azzardato tenendo conto dei ben dieci anni ormai trascorsi da quella pubblicazione la quale comunque, pur essendo in un certo senso ‘grezza’, sprigionava una pienezza di suoni inalberata su stacchi violentissimi, parti noise al limite della ‘ambient’ spezzate da cambi di tempo vertiginosi, il tutto condito da screaming gutturale assolutamente raro e originale.
In “No Heroes” i suoni si presentano molto più compatti rivelando brani con il baricentro sempre più orientato verso stilemi prettamente new hardcore, sfiorando tuttavia il rock con stacchi ricchi di groove tralasciando di conseguenza le tendenze noise/ambient sfruttate in passato: rimangono intatte invece (com’è ovvio che sia) le sfuriate vocali aumentandone – se possibile – la violenza d’impatto arrivando a toccare territori vicini al grind.
L'unico pezzo che sembra distaccarsi da questa devastante sinfonia è “Grim Hearth/Black Rose”, cantato principalmente da Jonah Jenkins (vocalist dei Only Living Witness): essendo improntata su un altro movimento musicale (riportando alla mente gruppi come A Perfect Circle o gli ultimi Poison The Well), questa canzone assume la funzione di ‘spartitraffico’ interrompendo - in modo indubbiamente originale - la dirompente carica di questo disco; l'idea è certamente ammirabile e l’esecuzione ben studiata, ma l’eccessiva lunghezza (nove minuti) e la continua ripetizione della stessa melodia si rivelano un’arma a doppio taglio, facendo sorgere momenti di monotonia che tendono ad annoiare lievemente l'ascoltatore.
In conclusione “No Heroes” rappresenta l’ennesimo traguardo per una band in continua evoluzione da ormai diciassette anni, non mancando ancora una volta di fornire una carica assolutamente devastante che nasconde le “rughe” derivanti dall’esperienza quasi ventennale.
01. Heartache
02. Hellbound
03. Sacrifice
04. Vengeance
05. Weight Of The World
06. No Heroes
07. Plagues
08. Grim Heart/black Rose
09. Orphaned
10. Lonewolves
11. Versus
12. Trophy Scars
13. Bare My Teeth
14. To The Lions