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FROM AUTUMN TO ASHES
THE FICTION WE LIVE
THE FICTION WE LIVE
I From Autumn To Ashes sono un combo composto da cinque giovanotti provenienti
da Long Island (New York), i quali ci propongono una formula collaudata che spazia
dall'hardcore al metal, il tutto condito con abbondanti (prevalenti?) dosi di
emocore, creando così un ibrido che viene normalmente e facilmente collocato
nell'esoso catalogo metalcore.
"The Fiction We Live" è il debut album per la Vagrant Records e, a ben guardare, il cambio di label ha causato alcune conseguenze non di poco conto: rispetto al precedente "Too Bad You're Beautiful" è lampante il corposo aumento di refrains melodici interpretati dal batterista Francis Mark, il quale si accosta al vocalist Benjamin Perri le cui parti di screaming sono state lievemente limate e sgrezzate pur essendosi palesemente spostato verso territori hardcore, giocando comunque su quel contrasto vocale che tanto sta piacendo al mercato.
I brani si dividono spesso tra i due stili canori sopracitati, i quali viaggiano sempre su linee parallele senza praticamente mai intersecarsi, con risultati buoni da una parte e discutibili dall'altra; a mio modesto parere infatti la fusione in dissolvenza delle due voci ed anche qualche chorus duettato avrebbe senz'altro migliorato la fluidità e la coerenza (conseguentemente la qualità) delle canzoni, evitando di risultare troppo sconnesse tra loro o addirittura, in alcuni frangenti, due brani totalmente differenti.
La traccia migliore che quest'album può offrire risponde al titolo di "The After Dinner Payback", una opener esplosiva che porta immediatamente il disco a toccare il suo massimo picco, facendo ben sperare sin da subito di avere tra le mani un album dinamitardo; le altre canzoni si rivelano però inferiori pur risultando pienamente dignitose, con citazione particolare per "Lilacs & Lolita", "The Second Wrong Makes You Feel Right" e "All I Taste Today Is What's Her Name".
C'è spazio anche per due ballad, cioè "Autumns Monologue" cantata dalla voce femminile di Melanie Wills e la title-track "The Fiction We Live" le quali servono a spezzare il ritmo quasi a voler dimostrare la poliedricità della band.
Insomma, il disco non convince risultando a tratti monotono e cantilenante, ma lascia intravedere spiragli di capacità e talento che, se ben sfruttati, potranno certamente permettere a questo gruppo di togliersi molte soddisfazioni; la melodicità ruffiana spianerà loro la strada per fare breccia nei cuori degli emokids, ma per conquistare i seguaci di hardcore e metal (cui sembra vogliano ambiziosamente puntare) dovranno necessariamente impegnarsi molto di più.
"The Fiction We Live" è il debut album per la Vagrant Records e, a ben guardare, il cambio di label ha causato alcune conseguenze non di poco conto: rispetto al precedente "Too Bad You're Beautiful" è lampante il corposo aumento di refrains melodici interpretati dal batterista Francis Mark, il quale si accosta al vocalist Benjamin Perri le cui parti di screaming sono state lievemente limate e sgrezzate pur essendosi palesemente spostato verso territori hardcore, giocando comunque su quel contrasto vocale che tanto sta piacendo al mercato.
I brani si dividono spesso tra i due stili canori sopracitati, i quali viaggiano sempre su linee parallele senza praticamente mai intersecarsi, con risultati buoni da una parte e discutibili dall'altra; a mio modesto parere infatti la fusione in dissolvenza delle due voci ed anche qualche chorus duettato avrebbe senz'altro migliorato la fluidità e la coerenza (conseguentemente la qualità) delle canzoni, evitando di risultare troppo sconnesse tra loro o addirittura, in alcuni frangenti, due brani totalmente differenti.
La traccia migliore che quest'album può offrire risponde al titolo di "The After Dinner Payback", una opener esplosiva che porta immediatamente il disco a toccare il suo massimo picco, facendo ben sperare sin da subito di avere tra le mani un album dinamitardo; le altre canzoni si rivelano però inferiori pur risultando pienamente dignitose, con citazione particolare per "Lilacs & Lolita", "The Second Wrong Makes You Feel Right" e "All I Taste Today Is What's Her Name".
C'è spazio anche per due ballad, cioè "Autumns Monologue" cantata dalla voce femminile di Melanie Wills e la title-track "The Fiction We Live" le quali servono a spezzare il ritmo quasi a voler dimostrare la poliedricità della band.
Insomma, il disco non convince risultando a tratti monotono e cantilenante, ma lascia intravedere spiragli di capacità e talento che, se ben sfruttati, potranno certamente permettere a questo gruppo di togliersi molte soddisfazioni; la melodicità ruffiana spianerà loro la strada per fare breccia nei cuori degli emokids, ma per conquistare i seguaci di hardcore e metal (cui sembra vogliano ambiziosamente puntare) dovranno necessariamente impegnarsi molto di più.
Tempo
Voto: 6,5
Voto: 6,5
TRACKLIST:
01. The After Dinner Payback
02. Lilacs & Lolita
03. No Trivia
04. Milligram Smile
05. The Second Wrong Makes You Feel Right
06. Every Reason To
07. Autumns Monologue
08. Alive Out Of Habit
09. All I Taste Today Is What's Her Name
10. The Fiction We Live
11. I'm The Best At Ruining My Life
01. The After Dinner Payback
02. Lilacs & Lolita
03. No Trivia
04. Milligram Smile
05. The Second Wrong Makes You Feel Right
06. Every Reason To
07. Autumns Monologue
08. Alive Out Of Habit
09. All I Taste Today Is What's Her Name
10. The Fiction We Live
11. I'm The Best At Ruining My Life