Dopo la reunion con il figliol prodigo Jesse Leach, avvenuta sul precedente disco "Disarm The Descent", i Killswitch Engage si erano confermati su ottimi livelli  nonostante la diffidenza generale dovuta alla dipartita di Howard Jones alla voce, con il quale era iniziato il processo compositivo dell'album. Il nuovo disco "Incarnate", può essere considerato come il primo vero lavoro su cui la formazione originale della band è tornata a lavorare al completo sin dalle sue prime battute dai tempi di "Alive or just breathing" del 2002. Il maggior contributo di Jesse Leach si sente eccome. Innanzi tutto, i ritmi hanno subito una leggera frenata, mostrando in apertura ed in chiusura di album un parziale recupero delle sonorità old school di "Alive or just breathing", dando più spazio a groove e screamo, come sulla traccia iniziale "Alone i stand" e le conclusive "Ascension", "Reignite", "Triumph through tragedy" e "Loyalty" (compresa anche nel mixtape di Games Of Thrones). La parte centrale di "Incarnate" rappresenta un nuovo indirizzo stilistico della band che tende a fondere il suo classico stile alla vena più melodica e dark dei Times Of Grace (side project che vede coinvolti il cantante Jesse Leach ed il chitarrista Adam Dutkiewicz). Le bellissime "Cut me loose", "Just let go", "Quiet distress" e "Until the days" sono il perfetto manifesto di questo nuovo percorso intrapreso dai KsE. Volendo fare dei paragoni, questo "Incarnate" per i Killswitch Engage può rappresentare quello che "Vol.3" è stato per gli Slipknot. La band più rappresentativa del nuovo movimento metalcore degli anni duemila, ha risposto al meglio all'ex Howard Jones ed ai suoi Devil You Know.