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HIGHER TRUTH
Chris Cornell, è da molti accusato di aver dilapidato un patrimonio vocale con pochi pari. A suon di alcool, sigarette e vita sregolata è riuscito nell'impresa di rovinare una delle più belle voci della scena rock degli ultimi trent'anni. La cosa si era fatta ancora più evidente in "King Animal", l'album reunion della sua band madre, i Soundgarden, dove le note di Cornell non sono mai veramente riuscite a sovrastare il riffing del barbuto Kim Thayil come un tempo, risultando sempre un po' smorzate. Addio Jesus Christ Pose. Per sua fortuna Chris nell'ultimo quindicennio si è ritagliato, tra alti e bassi, una discreta carriera come solista con la quale, imbracciata una chitarra acustica e libero da riff filo-metal, è riuscito ad usare la propria timbrica in modo convincente ritrovando il fascino e la classe di un tempo. In questo nuovo "Higher Truth", troviamo un Cornell decisamente tirato a lucido a livello di ugola ma con qualche problemino d'ispirazione che, sulla distanza, emerge inesorabile. Si parte bene con "Nearly Forgot My Broken Heart", un piacevole pezzo rock, a metà strada tra la tradizione americana ed i Soundgarden. Da "Dead Wishes" in poi compare l'ukulele e le atmosfere si fanno sempre più intime e acustiche, eccezion fatta per "Murder Of Blue Skies" e la titletrack "Higher Truth" che, come il brano d'apertura, non avrebbero affatto sfigurato in un album dei Garden. Lasciando scivolare le canzoni, la sensazione è un po' quella che Cornell voglia mettersi in competizione con l'amico Eddie Vedder (Pearl Jam) che, dopo il successo della colonna sonora del film Into The Wild, ha visto schizzare alle stelle il proprio successo solista. Purtroppo per Cornell, nonostante tutte le buone intenzioni, Vedder rimane di un altro pianeta. A penalizzare l'album arriva anche una tracklist troppo lunga. Quindici brani (sedici nella versione deluxe) dei quali tredici acustici o semiacustici, tutti più o meno simili tra loro risultano troppo pesanti da digerire, e anche se si tenta di rendere il tutto più raffinato con inserti di pianoforte o passaggi di ukelele, il risultato finale non cambia (forse solo la bella "Worried Moon" riesce ad emergere veramente sulle altre). "Higher Truth" è un album gradevole solo a metà, ideale per chi vuole piazzarsi su di un prato, all'ombra di un albero, ad osservare il cielo, con della musica nelle orecchie. Per quanto riguarda Cornell, la classe c'è ancora ma, purtroppo, non abbastanza per riuscire nuovamente a stupire.
Voto: 6,5
1. Nearly forgot my broken heart
2. Dead wishes
3. Worried moon
4. Before we disappear
5. Throught the window
6. Josephine
7. Murderer of blue skies
8. Higher truth
9. Let your eyes wander
10. Only these words
11. Circling
12. Our time in the universe
13. Bend in the road
14. Wrong side
15. Misery chain
16. Our time in the universe (remix)