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DRONES
I Muse, sono una delle ultime band da grande evento, su cui il rock può fare ancora affidamento. All'inizio della loro carriera, grazie ad un trittico di album assolutamente superbi come "Showbiz" (1999), "Origin Of Simmetry" (2001) e "Absolution" (2003) dimostrarono al mondo intero, come la musica heavy potesse andare a braccetto con melodia e pop, senza il pericolo di essere considerati blasfemi dal così detto popolo dei "true" e amalgamando con maestria e perizia la vena melodica dei Radiohead con la durezza dei riff crossover dei Rage Against The Machine. Poi le cose sono cambiate, il successo planetario, ha portato la band verso nuovi lidi, da prima più prog con "Black Holes And Revelations" e via via sempre più pop rock ed elettronici, cominciando ad assumere le vesti di una sorta di nu-Queen con i successivi "The Resistance" e "The 2nd Law". Le nuove sonorità elettro-pop della band, hanno reso i live sempre più complessi e difficili da eseguire così, Matthew Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic Howard, hanno deciso di semplificare il tutto, ritornando alle origini, riscoprendo l'amore per il riff metal a discapito del campionamento elettronico. Nel nuovo Drones, ritroviamo in gran parte i Muse che abbiamo imparato ad apprezzare nel periodo 2001-2006, perchè c'è il singolo pop-rock reso sinuoso dalla timbrica di Bellamy, "Dead Inside", ci sono i passaggi più prettamente hard rock come "Psycho", "Reapers" (qui c'è un leggero tocco seventies) e "Defector", quelli dal groove metal con ritornello epico come "The Handler", il tributo a Freddie Mercury "Revolt", il delicato ambient pop di "Aftermath", fino ad arrivare al bellissimo e coinvolgente momento prog di "The Globalist" che pare racchiudere in un unico corpo le anime di Pink Floyd e Tool. Penso che non ci siano più dubbi sul fatto che i Muse siano una band rock e quello è, e deve essere, il loro mestiere. Le sperimentazioni vanno bene fino ad un certo punto, poi, bisogna tornare alla musica che meglio si conosce e meglio riesce perché, se lo si fa, la classe è ancora tanta e cristallina. Per chi non ha particolarmente apprezzato gli ultimi sviluppi della carriera del combo inglese, questo "Drones" sarà un album accolto con giubilo. Pronti per l'attacco dei droni?
Voto: 8
1. Dead Inside
2. [Drill Sergeant]
3. Psycho
4. Mercy
5. Reapers
6. The Handler
7. [JFK]
8. Defector
9. Revolt
10. Aftermath
11. The Globalist
12. Drones