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SOL INVICTUS
La storia discografica dei Faith No More, si era interrotta nel 1997, con la pubblicazione del controverso "Album Of The Year" che accompagnò la band verso lo scioglimento nel 1998, dopo aver influenzato, con il proprio sound crossover, per più di un decennio, gran parte di quelle band "alternative metal" giunte alla ribalta tra la fine degli anni 90 ed i primi del 2000. Nel 2009, la band è tornata all'attività live, ma dopo qualche tour, la voglia di fare nuova musica per i fan, dopo così tanto tempo, è stata troppo forte e così, dopo 18 anni, ecco che la band dell'intramontabile Mike Patton, ci regala "Sol Invictus", un album poliedrico, come da tradizione e che, nonostante gli anni passati, suona ancora maledettamente FNM e non solo. "Sol Invictus" non è uno dei tanti album reunion scialbi, tipici di questi anni, il tempo pare essersi fermato mentre ascolti i vocalizzi di Patton. In questa nuova release, c'è tanto "Angel Dust" e "King For A Day" ma con un'ulteriore evoluzione data dall'apporto delle tante esperienze maturate da Patton nel corso degli anni con Mr Bungle, Fantomas e Tomahawk. Ovviamente, i pezzi che fanno più breccia durante l'ascolto sono quelli più old school, come la re per un giorno "Superhero", oppure "Separation Anxiety" o la bella "Cone Of Shame" che pare introdotta da un arrangiamento di un western di Sergio Leone (ricordiamo i trascorsi di Patton in italia, ex cittadino di Bologna). Le "chicche", arrivano dai pezzi più sperimentali come "Rise Of The Fall", dalla melodia coinvolgente e con un sound che pare fondere alla perfezione Tomahawk, Mr Bungle e Fantomas. Anche la successiva "Black Friday", pare dovere molto ai Fantomas dei primi album, con la sua teatralità alternata ad improvvise accelerazioni punk hardcore e accenni di melodie quasi californiane. Il singolo "Motherfucker" serve solo ed esclusivamente per mettere in vetrina la voce di Patton che pare non avere voglia di invecchiare o perdere smalto. A mio parere, "Matador" è la portata più gustosa del banchetto. Un brano lungo ed articolato, a tratti epico, che raccoglie in 6 minuti, tutte le doti della band. Bellissimi gli arrangiamenti di pianoforte che accompagnano la "recitazione" di Mike, prima di arrivare al momento in cui le linee di basso un po' funky, anticipano la parte più hard rock, forse più "sabattiana" del pezzo. Siamo nel 2015 ma Sol Invictus suona come se fossimo ancora negli anni 90 e per me non può essere altro che un pregio. Gli inclassificabili Faith No More sono tornati e paiono avere ancora tanta birra in corpo. Giovanotti, siete avvisati!
Voto: 7,5
Sol Invictus
Superhero
Sunny Side Up
Separation Anxiety
Cone Of Shame
Rise Of The Fall
Black Friday
Motherfucker
Matador
From The Dead