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HESITATION MARKS
Nel 2009 i Nine Inch Nails . Trent Reznor, unico creatore e mente della band, chiudeva l’ultimo capitolo di un progetto ventennale divenuto culto del genere industrial e non solo, con un tour mondiale - il Wave Goodbye Tour - instancabile e spettacolare, cui presero parte molti ospiti speciali come Gary Numan, Saul Williams ed i The Dillinger Escape Plan, e che mostrò dal vivo quasi l’intero repertorio musicale della band. Un finale da brividi per una fine, ora si può dire, apparente, solo apparente.
Oggi, infatti, a distanza di quattro lunghi anni, i Nine Inch Nails sono tornati, Mr. Reznor è tornato, intraprendendo l’ennesimo tour mondiale seguito da un nuovo succulento disco d’inediti, Hesitation Marks, uscito il 3 Settembre per la Columbia Records. Un ritorno del tutto inaspettato, viste le inesistenti notizie a riguardo trapelate nelle interviste rilasciate da Reznor nel corso degli ultimi anni. Un periodo di fatto trascorso fuori dalla luce dei riflettori ma di sicuro non improduttivo. Il one man band si è dedicato fin da subito a vari progetti laterali. Agli inizi del 2010, ha fondato insieme alla moglie Mariqueen Maanding ed al produttore Atticus Ross, il progetto elettronico/post-industrial How To Destroy Angels, con il quale ha pubblicato un EP nello stesso anno e il primo album – Welcome Oblivion – nel Marzo 2013. Sempre insieme a Ross, ha inoltre curato le colonne sonore di due importanti film come The Social Network e The Girl With the Dragon Tatoo, aggiudicandosi un Oscar per il primo e un Grammy Award per il seguente, entrambi come miglior colonna sonora per un film. Una fase di prova, all’apparenza dormiente e sicuramente fuorviante da quelle a cui il popolo era abituato ma essenziale per la rinascita creativa della quale Trent Reznor era alla ricerca. Queste massicce sperimentazioni hanno rafforzato ancora di più il suo legame con le nuove tecnologie, permettendogli nuovamente di creare combinazioni elettroniche uniche ed innovative. Certo, è facile notare come tali prodotti siano stati poi riformulati, riversati ed amalgamati nel nuovo disco ma per quanto profumino di un qualcosa già sentito, rimane inspiegabilmente impossibile associarli a qualcosa di definito. Un risultato, quello di Hesitation Marks, interessante e all’altezza delle aspettative. Nella fattispecie, l’album si suddivide in quattordici tracce per una durata complessiva che supera i sessanta minuti, aprendosi con i groove potenti e trascinanti di “Copy of A” e “Came Back Haunted” – quest’ultimo primo singolo rilasciato e video ufficiale curato dal regista David Lynch. Spazio poi a “Find My Way”, lenta ballata dove le liriche, inneggiando la straziante ricerca di se stessi, si stendono su un letto di elettronica e pianoforte dall’animo buio. da fare invidia ai migliori Massive Attack. Sulla stessa linea anche la numero nove della tracklist, “Various Methods of Escape”, alle prese con l’estirpazione di una parte sporca dell’emisfero emozionale umano. Si differenzia “Everything”, che in soli tre minuti e venti secondi, sprigiona la voglia di Rezbir di sottolineare quanto sia cambiata la sua vita per in confronto all’era marchiata dalla tossicodipendenza e dall’alcolismo. Ora uomo sposato, padre e artista creativamente appagato. Proprio questa situazione stabile ed equilibrata di vita è fulcro determinante per gli atteggiamenti sonori dell’intero disco. Dei Nine Inch Nails così leggeri di spirito non si erano mai sentiti. Tornando alle tracce, in “All Time Low” l’elettronica si veste in parte di psichedelia. D’altro stampo “Disappointed”, martellante e confusionale nella prima metà, rilassante nella seconda. La materia si sollecita in “Satellite” con un eccezionale beat, stravagante e dalla natura industrial. “I Would For You” torna a giocare con più voci, impreziosita (come la precedente) da chitarre tendenti all’infinito.
Meno convincenti invece (ma di poco) “In Two”, che perde la rotta nella confusione di un mix di beat aggressivi, e “Running”, peccaminosa anch’essa di forzare l’insieme di suoni forse troppo discostanti tra loro. In chiusura, “While I’m Still Here”, caratterizzata principalmente da un motivo elettronico stimolante, intrigante, che prima di sprofondare nello scuro abisso dell’outro “Black Noise”, si concede veloci intramezzi di note di chitarra e sassofono. Sublime.
Ripetendo l’ascolto, i suoni convincono sempre di più, penetrando lentamente sotto pelle, divenendo una dipendenza, paradossalmente, con gli stessi effetti di una droga. Hesitation Marks va gustato lentamente e per intero, senza pause, fino a farvi conquistare. Lasciatevi rendere ossessionati. Ne sarete grati.
Voto: 8
1.The Eater of Dreams
2.Copy of A
3.Came Back Haunted
4.Find My Way
5.All Time Low
6.Disappointed
7.Everything
8.Satellite
9.Various Methods of Escape
10.Running
11.I Would for You
12.In Two
13.While I'm Still Here
14.Black Noise