Cosa si nascondesse dietro questo nuovo lavoro dei Muse dopo la pubblicazione di un teaser alquanto spiazzante era curiosità un pò per tutti quanti, specie se si cominciava a intravedere una nuova, importante sterzata stilistica che apre verso territori sperimentali oggi tanto di moda.
Anticipato dalla sontuosa "Survive", protagonista delle recenti Olimpiadi e uno dei brani più belli e ambiziosi in assoluto da loro scritti, "The 2nd law" è in realtà un disco molto particolare che ci mostra una band un pò spaesata, ultimamente incapace di capire veramente cosa vuole essere, intrappolata in un conflitto continuo tra la vena filo sperimentale elettronica/dubstep e il confronto con i classici del passato, che nel loro caso fanno inevitabilmente capo ai Queen.
"Supremacy", originariamente scritta come tema per il nuovo episodio cinematografico di James Bond, e il secondo singolo "Madness" rispecchiano proprio questa situazione di conflittualità, tuttavia i Muse riescono a mettere a segno due ottimi colpi dimostrando ancora una volta tutto il loro potenziale di gruppo compatto e talentuoso.
Si passa poi dal funk di una quadrata "Panic station" a quella che forse è la canzone più vicina allo stile tipico dei Muse, "Animals", una melodia intima che pian piano esplode verso la fine in un climax avvincente.
Molto curiosa invece è la presenza di Chris Wolsthenholme al microfono in "Save me" e "Liquid state", anche se in quest'ultima la voce di Bellamy avrebbe dato una marcia in più ad un pezzo già così molto buono.
Ed ora veniamo all'incredibile chiusura di questo disco con "The 2nd law", una suite in due parti da brividi che finalmente dà libero sfogo a quell'evoluzione stilistica di cui i Muse hanno perso un pò il filo o di cui forse loro stessi hanno un pò paura, spaventati chissà di avventurarsi in un territorio sconosciuto e pieno di pericoli. La ferocia dubstep di "Unsustainable" è quanto di più cattivo mai sentito dalla band inglese, un tempesta sonora che gioca con l'epicità degli archi, mentre le note apocalittiche di "Isolated system" si chiudono in un abisso di silenzio che lascia a bocca aperta.
"The 2nd law" è un disco indubbiamente bello ed interessante pur rimanendo un esperimento a metà che lascia ancora insoluta la metamorfosi della band, in attesa di capire se rimarrà incompiuta o sboccerà in qualcosa di spiazzante e fantastico.