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SOUTHERN AIR
Esattamente un anno dopo l’uscita di "When You’re Through Thinking, Say Yes!" che ha segnato e direi col botto, il ritorno degli Yellowcard sulle scene dopo 3 anni di stop, la band di Jaksonville (che ormai di Jaksonville ha ben poco) è tornata in studio per registrare Souther Air. Il processo come loro stessi ci hanno raccontato è stato velocissimo, tempo di terminare il tour europeo di fine 2011 buttare giù qualcosa in poco più di un mese, cambiare bassista (Josh Portman ha rimpiazzato Sean O’Donnell che ha lasciato la band a inizio 2012 per necessità personali) e riunirsi in studio tra Marzo e Aprile per dar vita a quello che sarebbe stato il disco “dopo”. Dopo l’accoglienza più che entusiasta da parte di critica e fan di "When You’re Through Thinking, Say Yes!" fare meglio è sempre una grande sfida, ma anche questa volta gli Yellowcard ci sono riusciti, scrivendo quello che può essere considerato come il miglior album della band fino ad ora. Dico fino ad ora perché il bello di questa band è che riesce ogni volta a fare meglio. "Southern Air" è un tributo al passato di Ryan Key, che ormai cresciuto e maturo ricorda con nostalgia i luoghi dove ha vissuto. E' legato ad essi, ma sa che bisogna andare avanti e lasciarsi il passato alle spalle senza starci troppo male ed è ciò di cui parla proprio la opening track "Awakening". Segue "Surface Of the Sun" in cui Ryan sembra prendersi una rivincita dalle atmosfere oscure di "Lights And Sounds" (2006), ascoltare per credere. "Always Summer" è il primo singolo estratto ed è la canzone che non potrebbe mai mancare in un album degli Yellowcard, "Here I Am Alive" invece potrebbe spiazzare qualcuno: è una canzone con un sound meraviglioso che quando ti entra in testa non esce più, ma si discosta non poco da quello a cui Ryan Key e soci ci hanno abituati fino ad ora. Come ha raccontato proprio il fontman della band si tratta di una specie di esperimento, volevano fare qualcosa di diverso, così è nata la collaborazione con Patrick Stump (ex Fall Out Boy). "Sleep in The Snow" e "A Viscous Kind" sono, rispettivamente, legate a storie di amore e amicizie, attese e delusioni. Sono due di quelle canzoni che in base al nostro umore, alle sotre esperienze, associamo a qualcosa che è è capitato. Scorrendo la tracklist arriviamo ad un altro pezzo forte di questo nuovo album, "Telescope". Si tratta della canzone che Ryan ha dedicato alla zia Stephanie venuta a mancare proprio lo scorso anno e a cui aveva già dedicato "Sing For Me". È una pezzo commovente, ma che allo stesso tempo vuole rendere omaggio alla tenacia e alla forza di colei che ha davvero creduto in suo nipote, che lo ha ispirato sostenendolo nelle fasi importanti della sua vita. Da notare inoltre la partecipazione di Alex Gaskarth, Cassadee Pope e Tay Jardine. "Rivertown Blues" è un’altra di quelle canzoni che troviamo sempre negli album degli Yellowcard, è una sorta di punto fermo, sound velocissimo e scanzonato che ricorda molto "The Takedown", o "Five Become Four". "Ten" è davvero una canzone che fa piangere, parla di un bambino mai nato, di come sarebbe stato a 10 anni a scuola, con gli amici, mentre suonava la chitarra o guardava Star Wars. Non si sa se si tratta di una brano legato al passato di Ryan Key e probabilmente sarà difficile saperne di più. La tracklist si chiude con "Southern Air", l’aria di casa che tutti, prima o poi, abbiamo bisogno di respirare.
Voto: 8.5
- Awakening
- Surface Of The Sun
- Always Summer
- Here I Am Alive
- Sleep In The Snow
- A Vicious Kind
- Telescope
- Rivertown Blues
- Ten
- Southern Air