Quanto tempo impiegherà Vinnie Paul a trasformare gli Hellyeah in una nuova reincarnazione dei Pantera? La risposta è tre album! Si perchè la band americana in cui militano, tra i vari, anche la voce e la chitarra dei Mudvayne, impiega tre album per passare dall'hard rock/southern metal un pò patinato e tamarro dei primi due lavori al groove/southern del nuovo "Band Of Brothers". Un album ben suonato, diretto, violento e con quella produzione un pò grezza che piace a quelli della vecchia scuola, ma che purtroppo o per fortuna ricorda maledettamente la gloriosa band degli anni novanta rimasta orfana del mitico Dimebag Darrell. Per i più fedeli "panteriani" questo album degli Hellyeah potrebbe risultare fastidioso quanto un dito in un occhio, mentre i semplici appassionati di groove metal potrebbero apprezzare un disco che pare la perfetta sintesi tra "The Great Southern Trendkill" dei Pantera e "The End Of All Things To End" dei Mudvayne. Un lavoro dove Chad Gray torna a ruggire come solo lui sà fare dietro al microfono e Vinnie Paul martella la batteria come ai bei tempi andati. Tra riff saturi ed incessanti ed esplosioni hardcore, gli unici momenti in cui la tensione cala leggermente arrivano dalla classica semi ballata southern "Between You And Nowhere" e da "Bigger God", il pezzo più Mudvayne (e quindi nu metal) di tutto il lotto. Band Of Brothers non rimarrà negli annali del metal, ma canzoni come "War In Me", "Rage Burn", "Drink Drank Drunk" e "Call It Like I See It" sapranno far tremare le vostre pareti quel tanto che basta per farvi divertire.