Una delle magie più belle del metal è assistere a degli incredibili  fenomeni creativi quando pensi che in realtà sia morto, quando il "tutto è già stato scritto" sembra affossare ogni speranza di metamorfosi.
"L'enfant sauvage" è l'antiordinario, l'inaspettato colpo di genio di una band che ha rivoluzionato il death metal portandolo ad un livello successivo fino ad oggi inesplorato. Probabilmente il lato più romanzesco di tutta questa storia è che i protagonisti in causa vengono da un paese che per tradizione non ha mai dato i natali a band di particolare rilievo, ma il bello dell'inaspettato sta proprio in questo.
Sulle note di "Explosia" si apre così un nuovo capitolo avvincente di musica estrema: suoni curati nella maniera più maniacale, riff granitici ed una svolta filo-progressive/ambient sono gli ingredienti portanti di un album ambizioso che non mancherà di spaccare la critica sul nuovo corso intrapreso dalla band. E' come se i Gojira avessero tirato fuori il loro Black album, alleggerendo quei tratti meno digeribili di "The way of all flesh" e trasformandoli in una struttura più funzionale alla loro musica. Passaggi come "L'enfant sauvage", "Liquid fire" o "The gift of guilt" sono perle uniche per potenza e ricercatezza melodica, ma è sorprendente come tutto l'album riesca a mantenersi su livelli altissimi senza mai dare segnali di cedimento compositivo, filando via liscio nonostante i suoi  50 e più minuti di durata.
Non rimane che dire un'ultima cosa sull' "L'Enfant sauvage": album metal dell'anno, facile.