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NOCTOURNIQUET
Etichettato provocatoriamente dalla stessa band come un disco "future punk", "Noctourniquet" riporta sulle scene i Mars Volta a distanza di tre anni dal precedente e discussissimo lavoro.
Le prime grandi novità si vedono in sede di line-up con la batteria affidata a Deantoni Parks e l'uscita del tastierista Isaiah "Ikey" Owens, ma è solo sulle note di "The whip hand" che il duo Omar Rodriguez-Lopez e Cedric Bixler-Zavala tira fuori i cambiamenti più significativi del complicato percorso stilistico della band: art rock, passaggi acidi, jazz e l'immancabile vena progressive si tingono di un forte tratto elettronico che oggi sembra affascinare un pò tutti ma che almeno in questo caso ha una sua funzionalità ben precisa.
I toni di "Noctourniquet" sono nettamente più leggeri rispetto ai dischi precedenti, aprendo molto verso passaggi atmosferici che concretizzano il grosso lavoro di synth a discapito di pezzi più vorticosi quali "The making jewel" o "Molochwalker".
Nelle intenzioni dei musicisti americani sembra prevalere la voglia di cucire un nuovo vestito per la propria musica, è molto difficile infatti che i Mars Volta lascino stagnare la propria creatività nel proprio passato ed è assolutamente questo uno dei motivi per cui oggi sono una delle poche band capaci di proporre qualcosa che non rientri nei soliti standard: "Dyslexicon", "Aegis", "Lapochka" o la delicata "Trinkets Pale of moon", ma potrei benissimo tirare in ballo tanti altri pezzi, sono la dimostrazione di come la band sia riuscita a scrivere uno dei suoi migliori album buttandosi come sempre nel pericoloso abisso della sperimentazione senza alcuna esitazione.
Voto: 7,5
1 The Whip Hand
2 Aegis
3 Dyslexicon
4 Empty Vessels Make the Loudest Sound
5 The Malkin Jewel
6 Lapochka
7 In Absentia
8 Imago
9 Molochwalker
10 Trinkets Pale of Moon
11 Vedamalady
12 Noctourniquet
13 Zed and Two Naughts