“Dimmi qualcosa che mi scaldi, che fuori splende il sole e qui fa un freddo cane”. La portata di un disco dei Fine Before You Came sta in frasi come questa, in testi che colpiscono e segnano e sembrano fatti apposta per farti prendere male. Testi che ascolti, leggi, riascolti e rileggi senza stancarti mai perché ogni volta ti trasportano e ti evocano qualcosa per cui alla fine sei un po’ meno sorridente, ma forse stai un po’ meglio lo stesso. “E non venirmi a dire che fa tutto schifo quello che è triste”. Appunto. Poi c’è l’aspetto musicale, le melodie intrecciate degli arpeggi di chitarra che non potrebbero trasporre meglio in musica le situazioni e le emozioni veicolate dalle parole. Insomma, mix perfetto, niente da dire. Io, personalmente, rimpiango solo la ruvidità di “sfortuna” che qui è quasi del tutto scomparsa, credo sia per le scelte di mixaggio, ma anche per la natura dei pezzi che, di base, suonano comunque più morbidi e meno diretti. Questo dona al disco meno immediatezza, portando alla necessità di un numero maggiore di ascolti per poterlo assimilare.
In conclusione, “Ormai” è un bel disco fatto di canzoni enormi come “Paese”, “Magone”, “Dublino” e “Capire Settembre”, pezzi che difficilmente passano senza lasciare il segno in chi li ascolta. Ok, “Sfortuna” forse era più grosso ancora, ma se questo è il risultato la discesa non spaventa affatto.