Quanti cantanti al mondo potrebbero tenere un intero concerto con la sola chitarra acustica di accompagnamento senza annoiare il proprio pubblico? Chris Cornell è uno di quelli per cui l'espressione "valere da solo il prezzo del biglietto" trova legittimazione, se mai ci fosse stato qualche dubbio sulle sue doti canore.
Le sedici canzoni racchiuse in "Songbook" ripercorrono tutte le tappe della carriera del cantante di Seattle, dai successi dei Soundgarden alle ultime produzioni da solista, includendo tra l'altro le cover "Thank you" dei Led Zeppelin e "Imagine" di Lennon.
La strepitosa voce di Cornell, che nel corso degli anni ha acquistato una timbrica molto particolare e sensuale, è la protagonista assoluta di queste rivisitazioni acustiche, selezionate tra i tanti concerti tenuti dall'artista in questa versione nuda e semplice.
Nonostante la scelta dei pezzi in scaletta susciti qualche perplessità, come "As hope and promise fade", traccia nascosta di "Scream", a discapito di altri titoli storici, Cornell ha intelligentemente optato per quelle canzoni che maggiormente si prestano a questo tipo di interpretazione, ed è così che vengono fuori ad esempio "Call me a dog" dall'esperienza Temple of the dog o "Wide awake" del periodo Audioslave.
Infine troviamo in chiusura l'inedito in studio "The keeper" (colonna sonora del film  Machine Gun Preacher), una splendida ballata folk che bene si incastra nel mood di questo disco e che sembra la naturale risposta al lavoro solista dell'amico Vedder.
"Songbook" è la testimonianza della grandezza del cantautore e della sua voce fuori dall'ordinario.