Non saprei proprio come descrivere i Pecora. Alternative? Post Punk? L'unica cosa certa è che queste nove tracce lasciano parecchio alienati: fin dalla prima traccia colpiscono e spiazzano con musicalità sconnesse e una voce che rimanda molto al genere post-punk. Tutti i loro brani hanno la caratteristica di ricercare una musicalità molto particolare che però infastidisce, non riesce a coniugare la realtà musicale con ciò che esce dalle casse e lascia perplessi, quasi ad interrogarsi su come possa essere il caso di ricercare melodie così lontane tra di loro per la sola voglia di sperimentare. V
ocalmente si trova qualcosa di interessante, la voce è quella giusta per poter collaudare nuove realtà sonore ma ciò che davvero non convince sono le basi su cui viene gestita: troppo, ma troppo distanti tra di loro, forse anche troppo sperimentali e tirate al massimo nella loro differenza, il che potrebbe anche essere una buona idea se non fossero così prolungate da annoiare.
Un interessante punto di forza, invece, sono i testi che esprimono al meglio idee e opinioni sincere, senza vincoli e bavagli. Purtroppo è l'unico solo punto che brilla in questo disco, che probabilmente va capito a fondo nella sua musicalità distorta.