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METALLICA & LOU REED
LULU
LULU
Quando meno te lo aspetti, quando credi di aver messo a posto i pezzi di un puzzle decisamente ostico, abbagliati dal ritorno alle origini segnato da "Death magnetic", ti accorgi tutto a un tratto che non ci avevi capito proprio un bel niente, che ancora una volta quei quattro signori lì te l'hanno fatta, questa volta in collaborazione di un altro giovanotto di 70 anni circa.
Si perchè è così che è nato "Lulu", album figlio delle menti geniali di Lou Reed e Metallica, le due icone mondiali del rock ancora capaci di sorprendere e reinventare se stessi in barba a qualsiasi logica commerciale.
Il progetto, ispirato da due produzioni teatrali di inizio novecento dell'espressionista tedesco Frank Wedekind, in realtà non prevedeva fin dal principio la partecipazione dei Metallica. Lou Reed ne aveva infatti già composto una versione per la rappresentazione teatrale dell'opera di Robert Wilson, decidendo successivamente di chiamare in causa la band conosciuta in occasione del venticinquesimo anniversario della Rock and Roll Hall of Fame.
Registrato presso l'HQ dei californiani, "Lulu" è quanto di più lontano possa immaginarsi dai concetti di "commerciale" e "canonico", rovesciando tutte le regole del rock fin qui conosciute in favore dell'espressione più pura e istintiva delle emozioni: è proprio partendo dalle liriche crude e poetiche di Reed che i Metallica hanno tradotto in musica gli stati d'animo dei personaggi che via via si incontrano nei lunghissimi testi, ricreando così le tipiche atmosfere e i tempi stessi del teatro che spesso rifiuta lo schema strofa-ritornello-strofa-ritornello.
La musica che ne è venuta fuori per questo progetto è cupa, profonda e ossessiva nel ripetersi circolare dei riff portanti delle canzoni (tutte oltre gli otto minuti di durata), oscura come l'animo dei personaggi (c'è persino Jack lo squartatore in "Pumping blood") che hanno a che fare con questa donna bellissima e amorale ("The view"), fonte di desiderio e disperazione per tutti coloro che la bramano.
L'utilizzo di archi e strumenti elettronici rende il tutto ancora più teatrale, come nel caso di "Cheat on me", in cui Lulu confessa la mancanza di sentimenti verso i suoi innumerevoli amanti, o le sontuose "Frustration" e "Dragon", i canti della disperazione degli uomini annichiliti da questo vuoto di sentimenti della protagonista.
Nonostante lo ritenga per certi versi "perfetto nella sua imperfezione", essendo frutto della spontaneità (stonature annesse) e non pensato e ripensato a tavolino, ci sono dei momenti in cui l'alchimia tra Reed e Metallica viene meno, come nel caso di "Mistress dread" in cui l'ex Velvet Underground e la sessione strumentale sembrano parlare due lingue diverse. Lo stesso cantato/parlato di Reed che ci accompagna per tutto l'album, fatta eccezione per qualche rara apparizione di Hetfield al microfono, rende l'assimilazione dei pezzi ancora più difficile, anche se in fin dei conti ciò gioca a favore dei Metallica lasciando che l'ascoltatore si soffermi maggiormente sulla musica.
L'unico modo per "entrare" nel mondo di "Lulu" è quindi seguire i testi durante l'ascolto. Non stiamo parlando di un disco ordinario, ragion per cui, prima di cadere in giudizi facili e superficiali, è necessario armarsi di buona volontà e della giusta concentrazione.
"Lulu" non è adatto ad essere ascoltato ogni giorno e in qualsiasi circostanza, ma riflette in maniera sorprendente il mood del momento, bisogna lasciarsi prendere nell'occasione giusta facendone piccoli assaggi, magari due o tre brani per volta e a buoni volumi per apprezzare in pieno l'imponenza della musica.
Molto probabilmente "Lulu" spaccherà in due la critica e i fan, personalmente sono contento di essere stato ancora una volta sorpreso dall'imprevedibilità di due artisti immensi come loro.
Si perchè è così che è nato "Lulu", album figlio delle menti geniali di Lou Reed e Metallica, le due icone mondiali del rock ancora capaci di sorprendere e reinventare se stessi in barba a qualsiasi logica commerciale.
Il progetto, ispirato da due produzioni teatrali di inizio novecento dell'espressionista tedesco Frank Wedekind, in realtà non prevedeva fin dal principio la partecipazione dei Metallica. Lou Reed ne aveva infatti già composto una versione per la rappresentazione teatrale dell'opera di Robert Wilson, decidendo successivamente di chiamare in causa la band conosciuta in occasione del venticinquesimo anniversario della Rock and Roll Hall of Fame.
Registrato presso l'HQ dei californiani, "Lulu" è quanto di più lontano possa immaginarsi dai concetti di "commerciale" e "canonico", rovesciando tutte le regole del rock fin qui conosciute in favore dell'espressione più pura e istintiva delle emozioni: è proprio partendo dalle liriche crude e poetiche di Reed che i Metallica hanno tradotto in musica gli stati d'animo dei personaggi che via via si incontrano nei lunghissimi testi, ricreando così le tipiche atmosfere e i tempi stessi del teatro che spesso rifiuta lo schema strofa-ritornello-strofa-ritornello.
La musica che ne è venuta fuori per questo progetto è cupa, profonda e ossessiva nel ripetersi circolare dei riff portanti delle canzoni (tutte oltre gli otto minuti di durata), oscura come l'animo dei personaggi (c'è persino Jack lo squartatore in "Pumping blood") che hanno a che fare con questa donna bellissima e amorale ("The view"), fonte di desiderio e disperazione per tutti coloro che la bramano.
L'utilizzo di archi e strumenti elettronici rende il tutto ancora più teatrale, come nel caso di "Cheat on me", in cui Lulu confessa la mancanza di sentimenti verso i suoi innumerevoli amanti, o le sontuose "Frustration" e "Dragon", i canti della disperazione degli uomini annichiliti da questo vuoto di sentimenti della protagonista.
Nonostante lo ritenga per certi versi "perfetto nella sua imperfezione", essendo frutto della spontaneità (stonature annesse) e non pensato e ripensato a tavolino, ci sono dei momenti in cui l'alchimia tra Reed e Metallica viene meno, come nel caso di "Mistress dread" in cui l'ex Velvet Underground e la sessione strumentale sembrano parlare due lingue diverse. Lo stesso cantato/parlato di Reed che ci accompagna per tutto l'album, fatta eccezione per qualche rara apparizione di Hetfield al microfono, rende l'assimilazione dei pezzi ancora più difficile, anche se in fin dei conti ciò gioca a favore dei Metallica lasciando che l'ascoltatore si soffermi maggiormente sulla musica.
L'unico modo per "entrare" nel mondo di "Lulu" è quindi seguire i testi durante l'ascolto. Non stiamo parlando di un disco ordinario, ragion per cui, prima di cadere in giudizi facili e superficiali, è necessario armarsi di buona volontà e della giusta concentrazione.
"Lulu" non è adatto ad essere ascoltato ogni giorno e in qualsiasi circostanza, ma riflette in maniera sorprendente il mood del momento, bisogna lasciarsi prendere nell'occasione giusta facendone piccoli assaggi, magari due o tre brani per volta e a buoni volumi per apprezzare in pieno l'imponenza della musica.
Molto probabilmente "Lulu" spaccherà in due la critica e i fan, personalmente sono contento di essere stato ancora una volta sorpreso dall'imprevedibilità di due artisti immensi come loro.
Salvatore Dragone
Voto: 8
Voto: 8
TRACKLIST:
01. Brandenburg Gate (4:19)
02. The View (5:17)
03. Pumping Blood (7:24)
04. Mistress Dread (6:52)
05. Iced Honey (4:36)
06. Cheat On Me (11:26)
07. Frustration (8:33)
08. Little Dog (8:01)
09. Dragon (11:08)
10. Junior Dad (19:28)
01. Brandenburg Gate (4:19)
02. The View (5:17)
03. Pumping Blood (7:24)
04. Mistress Dread (6:52)
05. Iced Honey (4:36)
06. Cheat On Me (11:26)
07. Frustration (8:33)
08. Little Dog (8:01)
09. Dragon (11:08)
10. Junior Dad (19:28)