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AIDEN
SOME KIND OF HATE
SOME KIND OF HATE
Buttar fuori due dischi in nemmeno dieci mesi, di per sé stessa, è un’operazione discutibile. Agli Aiden però vanno imputate anche alcune aggravanti. “Disguise”, con le sue undici tracce, dura qualcosa come trenta minuti, questo “Some kind of hate” riesce a fare meglio sviluppando le sue dieci tracce in ventotto. Ventuno tracce totali per nemmeno un’ora di musica, cosa che trattandosi di hardcore melodico è anche normale, se vogliamo, ma che rende la doppia release particolarmente indigeribile e che giustifica in battuta chiunque decidesse di optare per il download illegale.
Queste premesse, sia chiaro, sono indipendenti dal valore artistico dei due dischi: si trattasse anche di due capolavori, la sensazione di presa in giro resterebbe invariata. Il dramma vero è che questi due album sono una cosa al limite dell’imbarazzante. Anche volendoli mettere insieme e prendendo solo il meglio non sarebbe affatto facile arrivare a tirarne fuori un lavoro decente. E non dico decente in assoluto, ma semplicemente decente nell’ambito degli standard di una band che, con tutti i difetti innegabili che può avere, qualche bel pezzo era capace di scriverlo. Ad ogni modo “Some kind of hate” viene fuori di gran lunga peggio del suo predecessore. Ci saranno forse due pezzi accettabili, di cui non ho nemmeno voglia di andare a ricontrollare il titolo, ma a spiccare sono senza dubbio le atrocità imbarazzanti che ci hanno infilato in mezzo. Pezzi come “Transmission”, che da soli giustificherebbero la rimozione forzata della band dalle librerie multimediali di tutto il mondo. Non solo perché è una versione indegna, ma anche perché se butti fuori due dischi in un anno composti da nemmeno un’ora di musica e piazzi due cover per occupare spazio sei veramente da prendere a randellate.
Insomma io non ci vado molto per le lunghe a parlare di sta roba. E’ un disco orribile composto dagli scarti di un disco già di suo abbastanza brutto. Direi che detto questo ho detto tutto.
Queste premesse, sia chiaro, sono indipendenti dal valore artistico dei due dischi: si trattasse anche di due capolavori, la sensazione di presa in giro resterebbe invariata. Il dramma vero è che questi due album sono una cosa al limite dell’imbarazzante. Anche volendoli mettere insieme e prendendo solo il meglio non sarebbe affatto facile arrivare a tirarne fuori un lavoro decente. E non dico decente in assoluto, ma semplicemente decente nell’ambito degli standard di una band che, con tutti i difetti innegabili che può avere, qualche bel pezzo era capace di scriverlo. Ad ogni modo “Some kind of hate” viene fuori di gran lunga peggio del suo predecessore. Ci saranno forse due pezzi accettabili, di cui non ho nemmeno voglia di andare a ricontrollare il titolo, ma a spiccare sono senza dubbio le atrocità imbarazzanti che ci hanno infilato in mezzo. Pezzi come “Transmission”, che da soli giustificherebbero la rimozione forzata della band dalle librerie multimediali di tutto il mondo. Non solo perché è una versione indegna, ma anche perché se butti fuori due dischi in un anno composti da nemmeno un’ora di musica e piazzi due cover per occupare spazio sei veramente da prendere a randellate.
Insomma io non ci vado molto per le lunghe a parlare di sta roba. E’ un disco orribile composto dagli scarti di un disco già di suo abbastanza brutto. Direi che detto questo ho detto tutto.
Manq
Voto: 2
Voto: 2
TRACKLIST:
01.There Will Be Blood
02.Broken Bones
03.Irony In The Shadows
04.London Dungeon
05.Deactivate
06.Grotesque Vanity
07.Trasmission
08.Reason
09.Freedom From Religion
10.The Courage To Carry On
11.In The End
01.There Will Be Blood
02.Broken Bones
03.Irony In The Shadows
04.London Dungeon
05.Deactivate
06.Grotesque Vanity
07.Trasmission
08.Reason
09.Freedom From Religion
10.The Courage To Carry On
11.In The End