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La trasmissione andrà in onda ogni Giovedi dalle 20 alle 21!
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COLD
SUPERFICTION
SUPERFICTION
La domanda sorge spontanea: ma qualcuno sentiva così tanto il bisogno della reunion dei Cold?
La band americana ha sempre vissuto di alti e di bassi, in patria dopo l’uscita di “Year Of The Spider” (2003) erano diventati delle rock star ma fuori dai confini dello 'zio Sam' erano conosciuti più per il fatto di aver ceduto il chitarrista Terry Balsamo agli Evanescence che per la loro musica. Comunque ormai la cosa è fatta ed eccoci qua dopo circa cinque anni con il nuovo “Superfiction” tra le mani.
Il trend della band non è cambiato di molto, la base su cui si poggia lo stile della band è sempre un post-grunge zuccheroso inzuppato di pop a cui si aggiungono i classici riffoni presi e riciclati dal nu metal. I Cold hanno prodotto un album semplice semplice, sovraccarico di potenziali singoli come l’iniziale “Wicked World”, la successiva “What happens now” e “The Break”; non mancano le classiche canzoncine più scanzonate da colonna sonora di film ad ambientazione liceale come “American Dream” e “Welcome 2 My World”. Una certa maturazione compositiva la si può intuire nella bella e romantica “Delivering The Saints” che però ricorda un po’ troppo gli Staind di “14 Shades Of Gray” e nella sorprendente e ben riuscita “Flight Of The Super Star” un po’ in stile Kings Of Leon ma forse è l’unica vera novità del disco rispetto al passato.
Come avrete intuito a mio parere i Cold non hanno fatto altro che confermare pregi e difetti di una band abilissima nel prudurre canzoni usa e getta per le emittenti radio ma troppo legata a stilemi ormai finiti in soffitta da anni e che già quando erano all’apice della loro fama non convincevano un gran che (intendo la corrente post grunge/nu metal). Nonostante non si possa non ammettere che “Superfiction” è dopo tutto un album molto orecchiabile e godibile per chi non ha troppe pretese, i Cold si confermano come i cuginetti brufolosi meno noti di Staind e Puddle Of Mudd sempre alle prese con le tematiche delle loro vite adolescenziali (forse è il caso di maturare un po’ di più ragazzi perché gli anni passano anche per voi e non siete più gli sbarbati di 15 anni fa).
La band americana ha sempre vissuto di alti e di bassi, in patria dopo l’uscita di “Year Of The Spider” (2003) erano diventati delle rock star ma fuori dai confini dello 'zio Sam' erano conosciuti più per il fatto di aver ceduto il chitarrista Terry Balsamo agli Evanescence che per la loro musica. Comunque ormai la cosa è fatta ed eccoci qua dopo circa cinque anni con il nuovo “Superfiction” tra le mani.
Il trend della band non è cambiato di molto, la base su cui si poggia lo stile della band è sempre un post-grunge zuccheroso inzuppato di pop a cui si aggiungono i classici riffoni presi e riciclati dal nu metal. I Cold hanno prodotto un album semplice semplice, sovraccarico di potenziali singoli come l’iniziale “Wicked World”, la successiva “What happens now” e “The Break”; non mancano le classiche canzoncine più scanzonate da colonna sonora di film ad ambientazione liceale come “American Dream” e “Welcome 2 My World”. Una certa maturazione compositiva la si può intuire nella bella e romantica “Delivering The Saints” che però ricorda un po’ troppo gli Staind di “14 Shades Of Gray” e nella sorprendente e ben riuscita “Flight Of The Super Star” un po’ in stile Kings Of Leon ma forse è l’unica vera novità del disco rispetto al passato.
Come avrete intuito a mio parere i Cold non hanno fatto altro che confermare pregi e difetti di una band abilissima nel prudurre canzoni usa e getta per le emittenti radio ma troppo legata a stilemi ormai finiti in soffitta da anni e che già quando erano all’apice della loro fama non convincevano un gran che (intendo la corrente post grunge/nu metal). Nonostante non si possa non ammettere che “Superfiction” è dopo tutto un album molto orecchiabile e godibile per chi non ha troppe pretese, i Cold si confermano come i cuginetti brufolosi meno noti di Staind e Puddle Of Mudd sempre alle prese con le tematiche delle loro vite adolescenziali (forse è il caso di maturare un po’ di più ragazzi perché gli anni passano anche per voi e non siete più gli sbarbati di 15 anni fa).
UnderD
Voto: 6
Voto: 6
TRACKLIST:
1. Wicked world
2. What happens now
3. American dream
4. The break
5. Welcome 2 my world
6. Emily
7. Crossroads
8. Delivering the saints
9. So long june
10. The park
11. Flight of the superstar
12. The ballad of the nameless
1. Wicked world
2. What happens now
3. American dream
4. The break
5. Welcome 2 my world
6. Emily
7. Crossroads
8. Delivering the saints
9. So long june
10. The park
11. Flight of the superstar
12. The ballad of the nameless